sabato 5 luglio 2008

"Ask the dust", by John Fante


"Una notte, ero seduto sul mio letto nella mia camera d'albergo a Bunker Hill, proprio nel centro di Los Angeles. Era una notte importante della mia vita, poichè dovevo prendere una decisione sull'albergo. O pagavo o me ne andavo: questo è quanto diceva il biglietto che la padrona mi aveva messo sotto la porta. Un grosso problema, che meritava un'analisi attenta. Lo risolsi spegnendo la luce e andando a dormire."

Così inizia il libro dello scrittore americano John Fante "Ask the dust", che è stato tradotto in Italiano col titolo "Chiedi alla polvere", da cui poi è stato tratto anche un film con Colin Farrell, Salma Hayek e Donald Sutherland.

L'incipit dice già tutto del personaggio principale del romanzo, tale Artruro Bandini, che diventerà, per Fante, l'icona dell'uomo libero per eccellenza, libero dalle convenzioni sociali, libero da ogni legame affettivo, libero da ogni credo politico o religioso, icona così ben riuscita e tanto amata dall'autore, che egli la riproporrà, in seguito, in una serie di altri romanzi, una vera e propria saga, incentrata sulla figura di questo personaggio unico e a suo modo contraddittorio, e che comprende "Wait until Spring, Bandini", "The road to Los Angeles" e "Dreams from Bunker Hill".

Strafottente fino al cinismo, orgoglioso fino al ridicolo, Arturo Bandini tenta di coordinare la sua vita solitaria di scrittore ventenne in cerca di successo, tra la sua stanza d'albergo a Bunker Hill, dove vive in una condizione di perenne emergenza finanziaria, e un bar in Spring Street poco distante, dove lavora Camilla Lopez, una cameriera mexicana di cui Arturo subisce il fascino fatale fin dal suo primo incontro, davanti a una tazza di caffè.

E' amore? Difficile dirlo. Sì, forse amore, ma nel senso in cui Arturo Bandini lo concepisce. Un impulso interiore a cui non sa resistere, che lo spinge a passare ore davanti a quel bar aspettando che Camilla finisca il suo turno, che è tanto "attrattivo" nel momento in cui si trova lontano da lei, quanto "repulsivo" nel momento in cui ha la possibilità di vederla da vicino, di stare insieme a lei e parlarle. La verità è che, non appena il suo ego ipertrofico si sente scalfito dal solo confronto con un'altra persona e quindi non completamente indipendente, lui si ritrae a riccio, si arrocca in una arroganza talmente permalosa da suscitare il sorriso nel lettore, ma che allo stesso tempo confonde e disorienta la povera Camilla, che per lui sembra nutrire un sincero sentimento d'affetto.

Una storia impossibile, la loro, lo si capisce fin dall'inizio. Troppo diverso da lei, troppo egocentrico, Arturo vive per la scrittura. E' l'unica cosa che sembra veramente contare nella sua vita. Alterna periodi di profonda depressione, legati a una mancanza di ispirazione (e quindi di soldi), ad altri di gioiosa (auto)esaltazione per il successo di alcuni suoi racconti, che vengono puntualmente apprezzati e pubblicati dal suo unico referente, tale Hackmuth (l'unica persona per cui Arturo nutre profonda stima e gratitudine) e che gli permettono di protrarre l'affitto dell'albergo e di concedersi pure qualche svago.

Umanissimo in questa generosa ricerca del successo, Arturo riesce ad accattivarsi la simpatia del lettore, salvo poi disattenderla puntualmente nel momento in cui tratta a pesci in faccia (fino ad arrivare all'insulto vero e proprio in alcuni casi) la povera Camilla, di cui dice di essere profondamente innamorato. Il tutto, nello scenario di una Los Angeles decadente, che attira giovani scapestrati in cerca di un riscatto facile, mito di ricchezza e delizia, ma che si rivela, metaforicamente e non, sempre avvolta in questa nebbia di polvere densa che il vento dell'oceano solleva dal deserto e riversa sulla città, tra le palme e i giardini.

Non a caso, il punto di svolta del romanzo si manifesta nelle sembianze di un evento catastrofico, un terremoto che sconvolge la città, oscuro presagio di una punizione divina, che spinge per la prima volta Arturo ad entrare in una chiesa, a cercare un'improbabile remissione dei propri peccati. Da questo momento in poi, le situazioni si ribalteranno. Camilla farà perdere per un po' le sue tracce. Arturo, non più ossessionato dai suoi romanzi, si butterà a capofitto tra le vie della città per ritrovarla. La troverà profondamente cambiata, persa tra problemi di droga ed un amante indefferente, Sammy, che passa la sua vita in una roulotte nel deserto del Mojave poco fuori Los Angeles.

Quando crede di averla finalmente recuperata, Camilla sparirà di nuovo, solo per riapparire di tanto in tanto con delle telefonate, nelle quali lo supplica di mandarle del denaro per comprarsi il cibo e pagare gli alberghi. Grazie a queste telefonate, Arturo ne può seguire idealmente gli spostamenti fino al giorno in cui riceve un messaggio da Sammy, che gli comunica che Camilla è lì con lui e che, se vuole, può venire pure a riprendersela. Arturo decide allora di lasciare per sempre l'albergo di Bunker Hill, ormai divenutogli estraneo, e compiere il suo viaggio di redenzione verso il deserto.

Quando arriverà a destinazione, Sammy lo informerà che Camilla se ne è andata già da tre giorni.
"Dove è andata?"
"Da quella parte".
Arturo si inoltra nel deserto. Cammina per due miglia. Attorno a lui solo la polvere. Fino a notte fonda. Non ha più senso cercarla. Quando torna alla ruloutte è ormai giorno.

"Risalii il sentiero verso la Ford. Sul sedile c'era una copia del mio libro, il mio primo libro. Trovai una penna, aprii il libro alla prima pagina, e scrissi:

To Camilla, with love,
Arturo


Mi incamminai con il libro in mano per un centinaio di metri nella desolazione, verso sud-est. Con tutta la mia forza lo gettai nella direzione in cui se ne era andata. Poi salii in macchina, accesi il motore, e me ne tornai a Los Angeles."

3 commenti:

Giuseppe Gatto ha detto...

bella segnalazione-recensione. grazie (ps: come diavolo si mette la "musica" sul blog? ganzo!)

ciao

http://seavreistudiato.blogspot.com

Anonimo ha detto...

OMG! I recently read this book! Hehe.. :D
I love how Fante found in Arturo his alter ego. The way the book was written in first person made the story the much more intense. That actually made me relate to Arturo in some weird and incomprehensible kind of way.

You posted a beautiful picture of the Mojave dessert! Hhmmm… that would make an unforgettable road trip.. lol
Let me tell you, this was a GRAND review!
You are such a good writer.
Your eloquence truly dazzles me ;)

Anonimo ha detto...

wow!