sabato 21 febbraio 2009

Il congresso dei morti viventi


Chissà Di Pietro come se la starà ridendo.

Dalla mega riunione tenutasi al padiglione Est della Fiera di Roma con tutta l'elite del Partito Democratico al gran completo che avrebbe dovuto tirar fuori il "nome nuovo", chiesto a gran voce da un elettorato sempre più insofferente e demoralizzato dalla gestione fallimentare di Veltroni, è spuntato niente meno che il nome di Dario Franceschini, ovvero il vice di Veltroni.

Voi direte: non è possibile. E' uno scherzo. Ci stanno prendendo in giro. Invece è tutto vero. Lì sul palco si sono alternati, uno dopo l'altro, tutte le mummie della vecchia classe dirigente. Ognuno a dire la propria, ognuno a spiegare i motivi di una crisi, ognuno a proporre la sua soluzione. Una parata di zombie che, nella perfetta tradizione veltroniana, parlava, parlava, a ruota libera, senza capire a chi si stesse veramente rivolgendo. Il popolo del centrosinistra era stato chiaro: al grido "Tutti a casa!", aveva espresso la sua voglia di tornare subito al voto per eleggere in maniera democratica un nuovo leader, possibilmente un nome sconosciuto, una persona seria di cui potesse avere fiducia e che non fosse incancrenito in odiose logiche di potere, poltrone e poltroncine.

Invece su quel palco ci sono saliti tutti, tranne che facce pulite. Ha iniziato una trombata di lusso, Anna Finocchiaro, che ha aperto i lavori con grande sobrietà. Poi hanno parlato in serie due capi carismatici come Piero Fassino e Rosy Bindi a favore di un'elezione immediata di un nuovo segretario, a cui si sono contrapposti due giovanotti come lo scontroso Arturo Parisi e il sempre presente Gad Lerner, non in qualità di presentatore, ma come sostenitore della candidatura di Bersani. Si chiede: "Perchè Bersani non si candida?". Bersani ovviamente non risponde, ma in cuor suo sa che una candidatura odierna significherebbe bruciarsi la possibilità più che concreta di ereditare la segreteria del partito dopo la prevedibile disfatta alle Europee di giugno. In totale si conteranno cinque interventi a favore e cinque contrari alle primarie. Riprende la parola la Finocchiaro che riceve un bagno di applausi per aver citato il già profondamente rimpianto leader Walter Veltroni.

Piccolo fuori programma. Un gruppetto di autoconvocati protesta con striscioni chiedendo "primarie subito". La Finocchiaro li zittisce infastidita. Ma tra i partecipanti circola da ore il nome più papabile per la successione a Veltroni. Tutti, o quasi tessono le lodi di Dario Franceschini, vedono in lui la persona adatta per poter traghettare il PD oltre lo scoglio delle Europee. Dal palco Franceschini invita Arturo Parisi a candidarsi. Non gli pare bello evidentemente vincere per assenza di avversari. Poi parla di rinnovamento, promette di azzerare il partito ombra, dice di voler creare un "luogo in cui stiano assieme tutti i riformismi". Insomma, sembra di sentire Veltroni. Tale quale. Anzi. Va oltre. Da consumato uomo politico intravede una futura alleanza con l'UDC dei pregiudicati Cuffaro e Cesa come unico appiglio per poter contrastare l'egemonia berlusconiana. Poi conclude in bellezza con un passaggio strappalacrime in cui promette, nel caso venga eletto, di andare a giurare sulla Costituzione davanti al Castello Estense nella sua Ferrara. Un tripudio di applausi.

Sale allora sul palco l'altro candidato, lo sparring partner senza arte parte, che nessuno vuole sentire, ma che deve essere lì per rendere meno farsesca tutta la scena. Metà dell'uditorio se ne va. Parisi parla davanti a quattro gatti. Dice cose dopo tutto sagge. Dice che le dimissioni di Veltroni non hanno aperto una crisi, ma semmai hanno offerto uno spiraglio per risolvere una crisi, che sta erodendo il PD ormai da molto tempo. Dice che non ha senso affidarsi alle stesse persone che hanno trascinato il PD nel pantano. Un'analisi lucida e corretta. Peccato che nessuno gli dia ascolto.

D'Alema, in platea, dice di aver apprezzato il discorso di Franceschini. La Binetti invece si dice indecisa. Cacciari capisce che è tutta una farsa e bolla come "ridicola" una scelta tra quei due candidati. Ci sono centinaia di telecamere. Tutte le televisioni. Tutte quelle che sarebbero dovute essere presenti davanti al Tribunale di Milano per la sentenza del processo Mills. E che invece avevano disertato clamorosamente. Il caos è completo. D'Alema sbuffa: "Come si fa a lavorare così!". Arriva persino il patriota Colaninno. Quello che ha ereditato da Berlusconi la parte sana di Alitalia per un pugno di soldi e che ora chiede al partito di "tirar fuori le palle".

La Finocchiaro taglia corto. Ha fretta di arrivare alla conclusione. Annuncia che il voto inizierà con mezz'ora d'anticipo. Più di mille gli aventi diritto. Alle 15:00 iniziano le operazioni. Si sarebbero dovute concludere verso le 17:00. In realtà tutti sembrano avere un'urgenza irrinunciabile. Dopo solo un'ora si è già praticamente arrivati all'ora della verità. Inizia lo scrutinio. Fin da subito si vede che è un plebiscito. Il nome di Parsi compare più o meno ogni dieci schede a favore di Franceschini. 1047 a 92: un trionfo per il vice di Veltroni.

D'Alema rassicura tutti: "Non ho intenzione di rientrare nel gruppo dirigente". Poi, a microfoni spenti, qualcuno lo sente aggiungere: "...per ora..." Rutelli annuncia il totale appoggio incondizionato all'amico Dario. Bersani battezza il nuovo leader: "E' la persona giusta". Persino Veltroni torna a far sentire la propria voce augurandogli, pacatamente ma serenamente, "buon lavoro". Franceschini, tra lo sconcerto generale, esulta: "Aveva ragione Walter Veltroni! E' tornato l'ottimismo! E questa è la prova che l'unico ad aver capito che cosa bisogna fare è stato Veltroni!"

Dopo qualche attimo di smarrimento in cui qualcuno gli ha fatto notare che Veltroni era quello che si era appena dimesso per manifesta incapacità, Franceschini si è ripreso: "Il mio discorso è stato molto moderato. Ho detto cose democratiche". Quando anche Antonio Bassolino, quello sotto processo per la gestione disastrosa della Campania, annuncia che "Franceschini si è mosso bene", cala il sipario sulla giornata.

Tutti felici e contenti. Il PD è rinato, è ricominciata una nuova era.

Berlusconi si sta scompisciando dalle risate. Di Pietro si sta fregando le mani.

La pagliacciata di oggi rappresenta la pietra tombale sul progetto di un partito unico della sinistra. Un branco di politicanti, espressione più meschina dell'inciucio, dell'affarismo e della spartizione del potere, che si erge a rappresentanza di un elettorato disorientato che chiedeva nient'altro che un taglio netto con la politica fallimentare di Veltroni. Hanno ottenuto, in tutta risposta, una frettolosa ricucitura dello strappo. Via Veltroni, al suo posto il vice. Un uomo addirittura non di sinistra. Un ex democristiano. Qualcosa che non sarà digerito facilmente dalla base. Non si sono accorti che hanno perso completamente il contatto con la realtà. Hanno perso ancora una volta un'occasione preziosa per cambiare rotta. Hanno eseguito alla perfezione ciò che Veltroni nel suo discorso d'addio aveva avvertito di non fare: "cambiare tutto affinché nulla cambi".

E invece credono di poter risollevare un partito puntando sulle stesse identiche persone che quel partito hanno trascinato nel baratro. Stanno scherzando col fuoco. Questa non è miopia. Questo è rimbambimento totale. Alle Europee prenderanno una mazzata talmente forte che rimpiangeranno l'era veltroniana. L'elettorato sta scappando in massa. Loro non se ne sono accorti e suonano il violino mentre la nave affonda.

Alle prossime Europee torneranno prepotentemente indietro tutti i cosiddetti "voti utili". Ci sarà una riaffermazione delle sinistre più estreme. Ci sarà una triplicazione dei voti per Di Pietro. Berlusconi trionferà a mani basse. E Franceschini sarà costretto a scappare come un ladro di notte avverando la profezia del cavaliere: "Dopo il settimo salterà anche l'ottavo".

4 commenti:

Anonimo ha detto...

La matematica è un'opinione.
Come si fa in 2 mesi, con 100 visite giornaliere ad avere 24.500 visite totali? Nemmeno einstein saprebbe risolvere questo enigma.

Federico ha detto...

@ anonimo

Non ne ho idea. Ma se stai parlando di questo blog, ti faccio notare che è aperto da 10 mesi e non da due.

Anonimo ha detto...

dovrebbero darsi all'ippica... non sono altro che un groviglio osceno di cialtroneria

Anonimo ha detto...

che brutta bestia l'invidia...
ma perchè invece di guardare le statistiche dei siti non vi occupate dei contenuti?

eh, caro anonimo, quanto mi fai pena.