giovedì 2 aprile 2009

...mai sarà sconFitto


Mentre i giornali deviano l'attenzione dell'opinione pubblica sulle ormai celeberrime gaffes del nostro presidente del consiglio al G20 di Londra, in cui, per ben due volte su due, durante le foto ufficiali, è riuscito a ricevere prima il cazziatone da Obama ("Ma Berlusconi dov'è finito?") e poi niente po' po' di meno che da sua maestà la regina Elisabetta ("Ma perchè questo qui deve urlare così? Perchè?"), passano via, più o meno nascoste, moltissime notizie gravi, anzi gravissime. Ci vorrebbe molto più tempo libero per riuscire a stare dietro a tutto e darne conto sul blog in dettaglio.

In questo caso voglio attirare l'attenzione su una delle notizie che mi sono parse più degne di nota. Un ministro della Repubblica è stato rinviato a giudizio per turbativa d'asta e in questi giorni attende di sapere dal giudice per le udienze preliminari se andrà alla sbarra anche per associazione a delinquere, concorso in corruzione, illecito finanziamento ai partiti, falso e peculato. Non è roba da poco, vi pare? Lo sapevate? Probabilmente no, visto che nessuno ve l'ha detto.

Il ministro è quello per gli Affari Regionali, con una faccia da bambocciotto di 39 anni. Si chiama Raffaele Fitto, ex governatore della Puglia dal 2000 al 2005. Voluto espressamente da Berlusconi e considerato una delle migliori nuove leve del Pdl, fin da subito si è messo d'impegno per non tradire le aspettative del grande capo. Infatti, appena insediatosi sulla poltrona di governatore, ha cominciato a "rubare a manetta", tanto per usare un'espressione cara a Mario Chiesa, uno che di tangenti se ne intende eccome. Si parla di una somma di denaro pari a 500.000 euro intascata da Fitto e proveniente dall'imprenditore romano Giampaolo Angelucci, il re delle cliniche private, in occasione delle elezioni regionali del 2005. Per la Procura di Bari si tratta di una tangente pagata per assicurarsi l'appalto da 198 milioni di euro con cui Angelucci ha ottenuto la gestione delle undici residenze sanitarie "assistite" dalla Regione Puglia.

Tre anni fa, siamo nel giugno del 2006, la procura di Bari chiese al Parlamento l'autorizzazione all'arresto di Fitto. Il parlamento, in blocco, si oppose all'arresto. Solo un voto fu a favore, indovinate di chi? Dello stesso Fitto. Pensate la presa per il culo. Niente da fare, Fitto era allora un parlamentare di Forza Italia e come tale era da considerarsi al di sopra della legge. L'8 luglio 2008 il Tribunale del Riesame ha riconfermato l'accusa di corruzione e ha previsto il sequestro della somma in questione oltre a beni di proprietà di Angelucci per un valore di 55 milioni di euro.

Bene. Non preoccupatevi. Questa è roba vecchia. Roba buona per arricchire il proprio curriculum. Infatti Fitto, dopo aver perso le elezioni del 2005 a favore di Nichi Vendola per soli 14.000 voti e aver imbastito, in perfetto stile di Arcore, calunniose accuse di brogli rivelatesi vergognosamente infondate, fu nominato immediatamente dal Cavaliere prima Responsabile di Forza Italia per tutta l'Italia Meridionale, poi, nel dicembre 2007, Responsabile per il Popolo della Libertà ai Rapporti con altri partiti e movimenti e infine, nel maggio 2008, è assurto addirittura alla carica di Ministro della Repubblica. Carica che occupa tuttora e in virtù della quale, a quanto pare, non ha smesso il proprio vizietto, cioè quello di rubacchiare qua e là. Secondo la Procura, Fitto sarebbe stato il referente politico degli altri otto indagati per i quali la procura ha chiesto il rinvio a giudizio, tra cui l'ormai famigerato Alfredo Romeo e una serie di esponenti della Compagnia delle Opere, associazione imprenditoriale di radici CL divenuta tristemente famosa per il caso Antonio Saladino, scoperchiato da Luigi De Magistris e prudentemente insabbiato dalla procura di Catanzaro.

A fronte di questo bel quadretto, Raffaele Fitto non ha pensato nemmeno per un istante di dimettersi. Ha semplicemente preso carta e penna e, con l'aiuto del proprio avvocato personale Francesco Paolo Sisto, guarda caso anch'egli parlamentare, dall'alto della propria posizione di potere ha inoltrato un esposto contro la Procura di Bari. Non ha nemmeno dovuto spendere i soldi per il francobollo. La lettera l'ha consegnata a mano di persona al ministro della Giustizia Angelino Alfano, suo compagno di partito. E Alfano cosa ha fatto? Ha immediatamente avviato un'ispezione disciplinare contro i magistrati di Bari.

Sono gli ingranaggi perfettamente oliati del potere. Funziona tutto con rapidità e precisione a colpire l'obiettivo desiderato. Non c'è burocrazia che tenga. Due settimane fa l'esposto è stato inoltrato. L'altro ieri è arrivata, tempestiva, l'ispezione ministeriale per scovare presunte irregolarità. Vi ricorda qualcosa? E' esattamente quello che è successo con Mastella contro de Magistris. Nel qual caso la cosa è stata ancora più veloce, visto che l'indagato era il ministro della Giustizia stesso. Non ha nemmeno dovuto sprecare inchiostro per l'esposto. E' esattamente quello che è successo con la Procura di Salerno, rea di aver dato ragione a De Magistris, e per questo completamente sterminata. Sono i meccanismi di un potere divenuto ormai perverso, che usa il potere per ottenerne sempre di più in un crescendo esponenziale. E che non si ferma davanti a niente e nessuno, nemmeno di fronte alla propria spudoratezza. E' tutto fatto alla luce del sole.

Un ministro della giustizia burattino che usa il proprio potere per difendere un proprio compagno di partito nonchè ministro con un atto intimidatorio nei confronti di un'intera procura. Questi sono gli atti eversivi che fanno capire che l'Italia non è più, e da tempo, una democrazia liberale con una piena divisione dei poteri. Ci si chiede molto spesso se stiamo vivendo in un regime, come sostengono gli sfegatati giustizialisti, o invece in un paese finalmente libero e moderno, come sostengono i fan di Berlusconi. Si inscenano diatribe, si fanno dibattiti.

Basterebbe considerare i fatti e comprenderne la gravità. E la risposta arriverebbe da . Già, i fatti. Questi sconosciuti.

Vi risparmio la sequela di dichiarazioni dei vari esponenti del Pdl che da Bondi a Vito a Rotondi a Ghedini gridano all'emergenza democratica. Che certa gente abbia la sfacciataggine di parlare di "emergenza democratica" fa veramente sorridere. Non per ultimo perfino Padre Gianni Bu(d)get Bozzo che chiosa: "Il Pdl monopolizza le cariche istituzionali, il governo e le istituzioni locali, controlla le organizzazioni sociali. Ma questo non basta: si è riaperto il circolo mediatico-giudiziario che ha travolto la Banca d'Italia, la Federcalcio, la Rai, Alleanza Nazionale ed ora colpisce anche Raffaele Fitto".

E' inconcepibile. Nonstante Berlusconi controlli ormai praticamente tutto, c'è ancora qualcosa che riesce a sfuggirgli di mano.

Per questo, come ha dichiarato Violante, urge investire immediatamente il presidente del consiglio di maggiori poteri.

1 commento:

Anonimo ha detto...

tutto ciò è sconsolante. giusto per, ieri sera mi sono trovato a parlare con alcuni colleghi dell'università del pdl...
quanto mi dispiace che ci si appecoroni già a 22 anni!
il giudizio più bello è stato:" a me non frega niente della p2, non la conosco, non mi interessa, so solo che quando tra 30 anni giudicherò Berlusconi sarò onorato di averlo votato"

Liberatemi da questo mondo, vi prego ...