martedì 22 luglio 2008

Il giorno della vergogna


Oggi, 22 luglio 2008, alle ore 20:01, con 171 voti favorevoli (Pdl e Lega), 128 contrari (Pd e Idv) e 6 astenuti (Udc), per la prima volta dopo la nascita della prima repubblica, tramite strumenti costituzionalmente democratici si è infranto il principio cardine su cui si basano tutte le costituzioni dei paesi democratici.

Da oggi, 22 luglio 2008, per coerenza, bisognerebbe smantellare in tutte le aule di tribunale le insegne che ricordano come l'articolo 3 della Costituzione Italiana sancisca l'eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Da oggi, 22 luglio 2008, la propria "condizione personale" diventa un discrimine decisivo nella vita sociale del paese. Quattro cittadini, vergognosamente più uguali degli altri, si sono autoproclamati al di sopra della legge. Tutti i procedimenti a loro carico, di qualsiasi natura, nel passato, nel presente o nel futuro, sono sospesi per tutta la durata della legislatura.

Oggi, 22 luglio 2008, a tre giorni dalla commemorazione della morte del giudice Paolo Borsellino, viene perpetrato l'affronto sommo alla figura del più grande eroe della Repubblica Italiana. L'uomo che ha trafficato con quei mafiosi che il giudice Paolo Borsellino ha combattuto per tutta la sua vita, l'uomo che ha fondato grazie a Dell'Utri un partito basato sui voti di quella mafia contro cui il giudice Paolo Borsellino ha lottato fino all'ultimo respiro, l'uomo che è stato accusato da trafficanti sudamericani di aver riciclato nei conti svizzeri della Fininvest i fondi neri di quei boss che il giudice Paolo Borsellino aveva contribuito a decimare, l'uomo che ha prima accolto tra le sue braccia e poi incensato uno degli uomini d'onore più spietati di Cosa Nostra, Vittorio Mangano, definendo "eroica" la sua omertà, l'uomo che è stato coinvolto nei due processi riguardanti i mandanti occulti delle stragi di Capaci e via D'Amelio in cui perse la vita proprio il giudice Paolo Borsellino, quell'uomo, oggi, 22 luglio 2008, devasta il più elementare principio costituzionale, si erge, autoimmune, al di sopra del diritto e sputa idealmente sulla tomba del giudice Paolo Borsellino.

Ha perfettamente ragione il fratello di Paolo, Salvatore Borsellino, che da più di un anno ormai gira per l'Italia, nelle scuole, nei comuni, per gridare il proprio sdegno, per gridare la propria sete di giustizia e verità, e che ogni momento della sua vita paradossalmente ringrazia Dio di aver fatto morire suo fratello, di avergli risparmiato in questo modo la vergogna di assistere allo scempio di quelle Istituzioni che Paolo serviva con zelo maniacale e verso cui nutriva religioso rispetto.

Come se non bastasse, a monito futuro, oggi, 22 luglio 2008, si è deciso il trasferimento d'ufficio di uno dei pochi giudici con la schiena dritta, il giudice Clementina Forleo, che nonostante tutto crede ancora nel proprio lavoro e nella forza della giustizia.

Oggi è il 22 luglio 2008, ma l'assordante silenzio dei media asserviti e schierati ricorda tanto il 28 ottobre del 1922.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

...ormai è REGIME!

Anonimo ha detto...

Mi unisco allo sdegno ed al vomito: è partita la restaurazione. E con un'opinione pubblica narcotizzata come quella italiana non ce quasi modo di arrestarla ...

Roberto ha detto...

E' triste dirlo, ma ormai sdegnarsi non serve più a niente. Questi se ne fregano e vanno avanti per la loro strada. In autunno imbavaglieranno anche la magistratura e sarà la fine.

Con il controllo dei media mistificano su tutto (ad esempio hanno fatto credere di aver risolto il problema rifiuti di Napoli) annichilendo la capacità di giudizio della gente.

Bisognerebbe che la parte consapevole della popolazione si organizzasse per opporsi con azioni concrete, ma sinceramente non so dire neanch'io come.

Anonimo ha detto...

...io non ho nemmeno più la forza di indignarmi, tanto non serve a nulla, e come dice Roberto, con il controllo dei media riescono ad ottenere tutto ed andare avanti per la loro strada...
non ho idea di cosa si potrebbe fare....
forse l'unica è sforzarsi di ignorare e cercare di vivere la propria esistenza in maniera dignitosa.
Una sola vita è troppo breve per sperare che possa cambiare qualcosa...non solo in Italia ma nel mondo.

Federico ha detto...

@ anonimo

Beh, è molto triste quello che dici. Capisco lo sconforto ma il tuo ragionamento porta solo ad un ulteriore appiattimento e asservilismo al regime. Quel "vivere la propria esistenza in maniera diginitosa ignorando tutto il resto" è proprio quello che la maggioranza degli italiani fa quotidianamente e che si rende in tal modo complice del degrado democratico di questo paese.

Anonimo ha detto...

...eh, hai ragione, ma fai diverso...?!
che ci piaccia o no è così.

Anonimo ha detto...

...aggiungo anche che l'unica arma in mano ai cittadini sono referendum ed elezioni...
ma poi anche in caso di elezioni ci si rende conto che il panorama dei rappresentanti è avvilente...
ed ecco che ritorna lo sconforto!

Federico ha detto...

La gente dovrebbe imparare a far sentire di più la sua voce. Piazza Navona, pur con i suoi sbagli e i suoi eccessi se vuoi, è stato un segnale. Ce ne dovrebbero essere altri dieci di piazze così. Perchè non si organizzano? Perchè non si va a manifestare davanti a Montecitorio?
Le piazze non possono certo cambiare le decisioni prese nei palazzi, ma possono smuovere le coscienze addormentate e scuotere l'opinione pubblica.

Matteo ha detto...

Il 22 luglio 2008 finirà nelle pagine dei prossimi libri di storia come uno dei più tristi e bui giorni per la democrazia italiana.
O come uno dei più "bei giorni", se la destra inizierà a scriversi pure i libri di storia su misura.

Nala ha detto...

Concordo con le tue risposte, Fede.
@anonimo: ignorare no, meglio continuare a indignarsi, sevirà forse a poco ma ci sono cose per cui vale la pena provare, no?

Anonimo ha detto...

potenza delle televisioni...