lunedì 19 ottobre 2009

Si dimetta chi ha taciuto sulla trattativa


<<Le belle parole del Procuratore Grasso al TG3 per noi purtroppo sono amare come il fiele. Intanto perché troppe bugie abbiamo ascoltato in questi anni, mentre cercavamo giustizia completa per la morte dei nostri parenti, e perché le conseguenze delle quali il PNA (Procuratore Nazionale Antimafia, n.d.r.) parla oggi con grande semplicità, noi le abbiamo pagate tutte e senza sconti.

Non ci interessa se si è cercato di fermare una deriva stragista con interlocutori credibili, e ancora meno ci interessa se non si è riusciti a non riconoscere a “cosa nostra”, malgrado lo sforzo, un ruolo tale da essere a livello di trattare con lo Stato. Quella sbagliata e vigliacca trattativa giocata tutta sulla pelle dei nostri figli, non solo ha avuto conseguenze dolorosissime , ma è stata la dimostrazione della totale impotenza dello Stato contro la mafia.

Impotenza che permane ancora oggi e lo sanno tutti benissimo, visto come sono trattate le nostre vittime.
Si dimettano quindi come primo provvedimento da qualunque incarico pubblico e politico, quanti hanno messo a punto una trattativa più che ignobile con la mafia e quanti erano a conoscenza della trattativa con “cosa nostra” già dal 1992 e si sono chiusi in omertosi opportunistici silenzi per sedici anni. Da questo momento in poi dedicheremo tutte le nostre forze, a cercare di perseguire attraverso la legge, quanti sono responsabili in Italia insieme alla mafia della morte dei nostri parenti.

Diciamo altresì che rivelare oggi dopo 16 anni una trattativa nei termini nei quali l’ha rivelata il PNA Grasso, ovvero dire :
“Era un momento terribile, bisognava cercare di fermare questa deriva stragista che era iniziata con la strage di Falcone. I contatti servivano a questo e ad avere degli interlocutori credibili. Ma il problema era quello di non riconoscere a “cosa nostra” un ruolo tale da essere al livello di trattare con lo Stato, ma non c’è dubbio che questo primo contatto ha creato delle aspettative che poi ha creato ulteriori conseguenze”, è una cosa che nessuno ci farà mai ingoiare per il quieto vivere di certi uomini dello Stato, i quali dovrebbero non solo cambiare mestiere, ma vergognarsi di indossare una divisa, una toga, di nascondersi dietro ad un simbolo politico, ad una carica istituzionale.

E ancora di più dovrebbero vergognarsi di aver nascosto per sedici anni a delle madri i nomi di chi ha ucciso i loro figli, ma soprattutto i nomi di chi li ha lasciati uccidere, perché dovevano tenere nascosta una vergognosa trattativa andata male.

Ammesso e non concesso che tutto questo sia la verità, perché a questo punto potrebbe benissimo essere ancora un tentativo per riallungare quella coperta che per troppi ormai insistiamo è davvero corta, siamo stanchi di bugie e mezze verità, meritiamo rispetto e invece sentiamo intorno a noi solo desolante isolamento.>>

Cordiali saluti

Giovanna Maggiani Chelli
Associazione familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili

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