Tutti i fatti e le testimonianze riportati di seguito sono tratti dalla sentenza di primo grado dell'11 dicembre del 2004 da parte della II sezione penale del Tribunale di Palermo, che ha condannato l'imputato Marcello Dell'Utri a nove anni di reclusione.
CAPITOLO 7
Il matrimonio londinese e i Vichinghi
Il 19 aprile 1980 Maria Girolamo Fauci, detto “Jimmy”, sposa a Londra la cittadina inglese Shanon Green alla presenza di numerosi invitati tra i quali si annoverano i coniugi Adamo Calogero e Spataro Caterina, il dott. De Luca Gustavo, Teresi Girolamo, detto “Mimmo”, esponente di spicco della famiglia mafiosa palermitana di Santa Maria di Gesù o della Guadagna, l’architetto Molfettini Vittorio, Monteleone Filippo e Lucani Antonio. Ovviamente, al ricevimento erano pure presenti i due amiconi Marcello Dell'Utri e Gaetano Cinà.
Sulla vicenda si hanno notizie di prima mano grazie alla testimonianza del collaboratore Francesco Di Carlo, presente alle nozze come testimone d'anello per lo sposo e dipendente della ditta Fauci Continental Imports gestita da Jimmy Fauci nella capitale inglese. Ufficialmente Di Carlo era impiegato come addetto alla burocrazia, ma in realtà era una copertura per la sua latitanza.
Le nozze vengono celebrate nella zona vicino ai magazzini e l'ufficio della compagnia, nella zona Lambert a sud-est di londra. Il ricevimento invece si tiene in un caffè dell'affollatissima Piccadilly Circus, Cafè Royal, all'angolo con Regent Street. Il proprietario del locale è un italiano, conosciutissimo in Inghilterra perchè l'unico ad essere stato fatto "sir" dalla regina Elisabetta.
Fuori dalla chiesa il boss Mimmo Teresi, Di Carlo e Dell'Utri iniziano a dialogare. Teresi introduce Di Carlo a Dell'Utri e gli spiega che si trova lì a Londra come latitante. Dell'Utri annuisce, lo sa bene. Teresi allora ordina a Dell'Utri di tenersi pronto: in caso Di Carlo venga a Milano, Dell'Utri dovrà fargli avere un posto sicuro dove alloggiare. Dell'Utri allora lascia il numero di telefono del suo ufficio e della sua abitazione.
A quel punto Teresi rassicura Di Carlo: "Marcello a Milano ci ha una abitazione, ci ha tutto. Ne ha fatti dormire tanti, non ti preoccupare".
Ma perchè Dell'Utri era presente alle nozze? Era stato invitato o ci era capitato lì per caso?
Di Carlo ne è certo: "Ma certo che era invitato! Non era certo di passaggio. Non siamo mica in Svizzera. In Inghilterra ci si va apposta. E poi mi è stato detto dallo stesso Jimmy Fauci che l'aveva invitato".
Poi racconta un particolare sconcertante. Dopo che Dell'Utri ha lasciato i propri recapiti telefonici, il boss Teresi e Di Carlo si appartano e iniziano a parlare della possibilità "di combinare" Dell'Utri, cioè farlo diventare ufficialmente uomo d'onore di Cosa Nostra.
"Teresi mi dice (riferito a dell'Utri): un bonu picciottu. In gergo di Cosa Nostra si capisce che un bonu picciottu e' una persona a disposizione. Me ne parla bene e dice: io e Stefano Bontate abbiamo intenzione di combinare a Dell'Utri. Poi mi chiede: tu che ne pensi, tu che l'hai conosciuto? Gli ho detto: ma voialtri lo conoscete meglio di me...ma poi, se combinate a Dell'Utri e a Cinà no, che fate? Poi quello ci perde d'immagine, ci perde di tutto. Allora o li combinate tutti e due o niente".
Di Carlo ha il sentore che poi Cinà sia stato effettivamente "combinato", ma non ne ha la prova, quindi su questo punto preferisce avvalersi della facoltà di non rispondere.
Jimmy Fauci, interrogato, conferma la presenza di Dell'Utri alle nozze, ma lo definisce come un "non invitato, non conosciuto". Cioè Dell'Utri era presente alle nozze di Jimmy Fauci, amico del boss Stefano Bontate, senza che lo sposo ne fosse a conoscenza e senza nemmeno averlo invitato. Chi dunque si è assunto la responsabilità dell'invito?
Fauci ne è praticamente sicuro: "Cinà Gaetano. Non c'è altra possibilità".
Ma Dell'Utri cosa dice? In tribunale niente di niente. Si confessa però davanti al microfono di Gian Piero Mughini, che evidentemente lo intimorisce meno del pubblico ministero. Il 12 dicembre 1996 esce su Panorma l'intervista completa.
"La storia del matrimonio inglese è questa. Cinà mi aveva detto che un tal giorno sarebbe stato a Londra dove un amico siciliano avrebbe sposato una giovane londinese. Il caso voleva che anch’io, quel giorno, sarei stato a Londra, dove volevo visitare una grande mostra dedicata ai Vichinghi. Perciò andai al matrimonio, che si svolse in un grande locale a Piccadilly Circus, e dov’era quella strana mescolanza di facce siciliane e buona società londinese".
Mughini, tra un "non so", un "non mi ricordo" e risatine imbarazzate, risponde alle domande del PM riguardanti quell'intervista, il quale alla fine riesce a strappargli una confessione.
"Ricordo che Dell'Utri mi disse che i volti dei presenti non erano esattamente raccomandabili, insomma, che lui ebbe un qualche disagio nell’entrare in un ambiente in cui, diciamo, gli attori, come dire, i protagonisti, i personaggi, non erano esattamente una galleria di poeti dell’accademia, mi pare di aver capito".
Insomma, ricostruendo, Marcello Dell'Utri, a Londra per visitare una mostra sui Vichinghi, incontra casualmente il suo amico di lunga data Gaetano Cinà che lo invita al matrimonio di un non ben precisato ragazzo palermitano con un'inglesina. Dell'Utri, pur non conoscendo nè lo sposo nè la sposa, accetta di buon grado, ma quando arriva in chiesa nota che casualmente questa è affollata dai principali boss di Cosa Nostra e della mafia palermitana. A quel punto, molto in imbarazzo e solo per non fare brutta figura, accetta di partecipare lo stesso al banchetto.
Tutto fila.
Sulla vicenda si hanno notizie di prima mano grazie alla testimonianza del collaboratore Francesco Di Carlo, presente alle nozze come testimone d'anello per lo sposo e dipendente della ditta Fauci Continental Imports gestita da Jimmy Fauci nella capitale inglese. Ufficialmente Di Carlo era impiegato come addetto alla burocrazia, ma in realtà era una copertura per la sua latitanza.
Le nozze vengono celebrate nella zona vicino ai magazzini e l'ufficio della compagnia, nella zona Lambert a sud-est di londra. Il ricevimento invece si tiene in un caffè dell'affollatissima Piccadilly Circus, Cafè Royal, all'angolo con Regent Street. Il proprietario del locale è un italiano, conosciutissimo in Inghilterra perchè l'unico ad essere stato fatto "sir" dalla regina Elisabetta.
Fuori dalla chiesa il boss Mimmo Teresi, Di Carlo e Dell'Utri iniziano a dialogare. Teresi introduce Di Carlo a Dell'Utri e gli spiega che si trova lì a Londra come latitante. Dell'Utri annuisce, lo sa bene. Teresi allora ordina a Dell'Utri di tenersi pronto: in caso Di Carlo venga a Milano, Dell'Utri dovrà fargli avere un posto sicuro dove alloggiare. Dell'Utri allora lascia il numero di telefono del suo ufficio e della sua abitazione.
A quel punto Teresi rassicura Di Carlo: "Marcello a Milano ci ha una abitazione, ci ha tutto. Ne ha fatti dormire tanti, non ti preoccupare".
Ma perchè Dell'Utri era presente alle nozze? Era stato invitato o ci era capitato lì per caso?
Di Carlo ne è certo: "Ma certo che era invitato! Non era certo di passaggio. Non siamo mica in Svizzera. In Inghilterra ci si va apposta. E poi mi è stato detto dallo stesso Jimmy Fauci che l'aveva invitato".
Poi racconta un particolare sconcertante. Dopo che Dell'Utri ha lasciato i propri recapiti telefonici, il boss Teresi e Di Carlo si appartano e iniziano a parlare della possibilità "di combinare" Dell'Utri, cioè farlo diventare ufficialmente uomo d'onore di Cosa Nostra.
"Teresi mi dice (riferito a dell'Utri): un bonu picciottu. In gergo di Cosa Nostra si capisce che un bonu picciottu e' una persona a disposizione. Me ne parla bene e dice: io e Stefano Bontate abbiamo intenzione di combinare a Dell'Utri. Poi mi chiede: tu che ne pensi, tu che l'hai conosciuto? Gli ho detto: ma voialtri lo conoscete meglio di me...ma poi, se combinate a Dell'Utri e a Cinà no, che fate? Poi quello ci perde d'immagine, ci perde di tutto. Allora o li combinate tutti e due o niente".
Di Carlo ha il sentore che poi Cinà sia stato effettivamente "combinato", ma non ne ha la prova, quindi su questo punto preferisce avvalersi della facoltà di non rispondere.
Jimmy Fauci, interrogato, conferma la presenza di Dell'Utri alle nozze, ma lo definisce come un "non invitato, non conosciuto". Cioè Dell'Utri era presente alle nozze di Jimmy Fauci, amico del boss Stefano Bontate, senza che lo sposo ne fosse a conoscenza e senza nemmeno averlo invitato. Chi dunque si è assunto la responsabilità dell'invito?
Fauci ne è praticamente sicuro: "Cinà Gaetano. Non c'è altra possibilità".
Ma Dell'Utri cosa dice? In tribunale niente di niente. Si confessa però davanti al microfono di Gian Piero Mughini, che evidentemente lo intimorisce meno del pubblico ministero. Il 12 dicembre 1996 esce su Panorma l'intervista completa.
"La storia del matrimonio inglese è questa. Cinà mi aveva detto che un tal giorno sarebbe stato a Londra dove un amico siciliano avrebbe sposato una giovane londinese. Il caso voleva che anch’io, quel giorno, sarei stato a Londra, dove volevo visitare una grande mostra dedicata ai Vichinghi. Perciò andai al matrimonio, che si svolse in un grande locale a Piccadilly Circus, e dov’era quella strana mescolanza di facce siciliane e buona società londinese".
Mughini, tra un "non so", un "non mi ricordo" e risatine imbarazzate, risponde alle domande del PM riguardanti quell'intervista, il quale alla fine riesce a strappargli una confessione.
"Ricordo che Dell'Utri mi disse che i volti dei presenti non erano esattamente raccomandabili, insomma, che lui ebbe un qualche disagio nell’entrare in un ambiente in cui, diciamo, gli attori, come dire, i protagonisti, i personaggi, non erano esattamente una galleria di poeti dell’accademia, mi pare di aver capito".
Insomma, ricostruendo, Marcello Dell'Utri, a Londra per visitare una mostra sui Vichinghi, incontra casualmente il suo amico di lunga data Gaetano Cinà che lo invita al matrimonio di un non ben precisato ragazzo palermitano con un'inglesina. Dell'Utri, pur non conoscendo nè lo sposo nè la sposa, accetta di buon grado, ma quando arriva in chiesa nota che casualmente questa è affollata dai principali boss di Cosa Nostra e della mafia palermitana. A quel punto, molto in imbarazzo e solo per non fare brutta figura, accetta di partecipare lo stesso al banchetto.
Tutto fila.