sabato 19 luglio 2008

19 Luglio 1992

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Paolo Borsellino

Agostino Catalano
Claudio Traina
Emanuela Loi
Vincenzo Li Muli
Walter Cosina

4 commenti:

Anonimo ha detto...

«La lotta alla mafia dev'essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.»
(Paolo Borsellino)

...un vero eroe

Anonimo ha detto...

Complimenti per il blog, efficace e graffiante!
Non permettiamo che la memoria di Falcone, Borsellino e tanti altri venga infangata da articoli faziosi.
Perché il ricordo deve rimanere intatto. Perché erano eroi... non come Mangano.

gosizdat.ilcannocchiale.it

Matteo ha detto...

Ho visto un servizio al TG...
Una grande perdita, un grande eroe...

Adduso ha detto...

VINCERE LA MAFIA CAMBIANDO LA SCUOLA

Innanzitutto un piccolo pensiero al Giudice Borsellino e ai suoi uomini, ma anche a tutti coloro che spesso non si ricordano più e che sono indirettamente o indirettamente stati uccisi o annichiliti dalla mafia.

Detto questo, vorrei evidenziare da modesto siciliano che se si vuole sconfiggere la mafia e la mafiosità in un visione più a lungo raggio, ma altrettanto concreta, bisogna subito iniziare dalla scuola, introducendo materie moderne e civili, come lo studio del diritto, economia, medicina, psichiatria, antropologia, religioni (non religione), ecc. , così che almeno i nostri figli non crescano "inconsapevoli" come siamo da sempre noi, loro genitori, tanto che pure per questo il nostro "sistema Stato" politico-istituzionale, da decenni si può permettere di trattarci come dei “ruminanti cornuti” chiusi in un “recinto” facendoci per questo pure studiare, guarda caso, da sempre e sin da piccoli, la sola "conoscenza" di quando il sole girava intorno alla terra.

Solo cominciando con i nostri ragazzi, quanto meno dalle suole medie inferiori, con una cultura reale e moderna, si può sperare che tra dieci quindici anni, cambi qualcosa, altrimenti, per allora, ci troveremo a “piangerci sopra” o a continuare a farci male”, come facciamo adesso e abbiamo sempre fatto in passato.