mercoledì 17 giugno 2009

La scossa


E' da qualche giorno che non scrivo più. Un po' per gli impegni di lavoro, un po' perchè assisto senza parole e con sincero sconcerto agli avvenimenti che si susseguono in rapida successione, quasi accavallandosi, nel nostro paese. Un paese che tutto accetta, tutto sopporta. Tutto macina, tutto digerisce, tutto dimentica.

Sembra un mese fa, ma in realtà sono passati solo pochi giorni, che la controfigura del dittatore libico (obiettivamente: non poteva essere quello l'originale) piantava le tende in un parco di Roma protetto da un folto gruppo, ben agguerrito, di Amazzoni. Un carrozzone che assomigliava più al circo di Mangiafuoco che ad una delegazione di uno stato estero. Gheddafi, con copricapo calato sugli occhi, capelli lunghi e unti, occhiali da sole in pieno giorno, barba sfatta, una cartolina anti-italiana spillata sul petto, faceva il suo ingresso trionfale sul suolo italiano, accolto con tutti gli onori dal suo caro amico Berlusconi, che poco tempo fa gli aveva regalato qualche miliardo di euro cash, come "risarcimento" per la presenza coloniale italiana in Libia. Perfino Napolitano si è fatto immortalare mentre stringeva la mano del dittatore-terrorista.

Invitato non si sa bene da chi e a qual fine, ha tenuto un discorso sconclusionato in cui ha condannato pesantemente lo stato italiano per i torti perpetrati al suo popolo, ha insultato l'America paragonando Obama a Bin Laden, ha legittimato e giustificato l'attacco terroristico in come forma estrema di ribellione. Lui che di attacchi terroristici se ne intende, avendo fatto abbattere nell' '88 in Scozia un areo con a bordo 259 vittime innocenti. Poi avrebbe dovuto parlare anche al Senato. Avrebbe. Perchè, a causa inspiegabili motivi, un ritardo di un paio d'ore ha fatto saltare il sermone tanto atteso. Berlusconi gli ha fatto visita nella tenda per assicurarsi che stesse bene. Gheddafi gli ha risposto di non disturbarlo chè stava pregando. Fine della sceneggiata. Gheddafi ha fatto armi e bagagli ed è ritornato in patria con il suo carrozzone.

Poi è stata la volta delle ronde nere. Sono usciti dei video agghiaccianti in cui dei militanti neo-fascisti avevano già preparato le divise con cui avrebbero pattugliato le città italiane, una volta avuto il via-libera dal governo. Divise che assomigliavano paurosamente a quelle indossate dalle SS, con tanto di copricapo stile nazista e tutta una serie di simboli chiaramente di stampo nazi-fascista come l'aquila imperiale, il sole nero con le svastiche incrociate e l'acronimo SPQR. In questi video, che potete facilmente reperire su Youtube, si assiste alle elucubrazioni deliranti di individui che proclamano la fondazione di "milizie per la sicurezza nazionale", sullo sfondo di tante fiamme tricolori, con il braccio teso nel saluto romano. Un certo Gaetano Saya, presidente del partito nazionalista italiano, già cacciato da Fini dall'Msi, probabilmente perchè troppo esaltato perfino per lui, gran maestro di una loggia massonica riservata, noto alla giustizia per aver propagandato idee fondate sulla superiorità e l'odio razziale, in un'intervista surreale annuncia la nascita della Guardia Nazionale Italiana, che "dovrà difendere il suolo italiano". Un discorso grottesco, con punte di lucida follia, che incute ribrezzo e timore.

Questi sono i risultati, prevedibili e ampiamente previsti, di scelte di governo scriteriate, che non seguono una minima logica, bensì l'onda del populismo e puntano a soddisfare i bisogni più biechi di una parte di elettorato, soprattutto leghista, ma non solo, in cui si avvinghiano, in un'orgia di istinti, nostalgici del ventennio fascista, razzisti, sciovinisti, ignoranti ed esaltati. Non ci voleva un genio per capire che il giocattolino delle ronde, voluto fortissimamente dal ministro dell'Interno Maroni, che ne rivendica orgoglioso la paternità, sarebbe facilmente degenerato in qualcosa di osceno. Un provvedimento, quello delle ronde, assolutamente inutile, propagandistico e potenzialmente molto pericoloso. Ma forse gli Italiani dovranno provare sulla loro pelle, prima di poter capire. Mussolini e il suo partito sono affossati nella notte dei tempi. Nessuno si ricorda più che gli spettri del fascismo e del nazismo non si sono affermati da un giorno con l'altro. Ma si sono fatti largo piano piano, creando consensi tra la gente, creando l'assuefazione, facendosi accettare, facendo credere che mai sarebbero degenerati, salvo poi alzare ogni giorno la soglia della loro aberrazione. E' pericoloso lasciar passare tutto in questo modo. E' pericoloso voltarsi dall'altra parte, lasciando fare. Il fascismo si è imposto perchè l'hanno "lasciato fare" e poi il giocattolo gli è sfuggito dalle mani. E' sempre bene ricordarlo.

E, per rimanere in tema, leggo oggi che la neo-ministra del turismo Michela Vittoria Brambilla è stata immortalata in quel di Lecco ad una festa dei carabinieri con il braccio teso nell'inequivocabile gesto del saluto romano. Lei si è difesa scherzandoci su: "Non sanno più a cosa attaccarsi. Adesso si preoccupano anche dell'angolazione del mio gomito quando saluto la gente". Peccato che il video la inchiodi. Sta cantando a squarcia gola l'inno italiano e, dopo aver gridato "...l'Italia chiamò! Sì!", accompagna la strofa con un repentino quanto deciso braccio teso. A fugare ogni dubbio, il padre della Brambilla, alla sua destra, che in un inspiegabile tic nervoso di riflesso, accompagna la figlia con un altrettanto deciso e repentino saluto romano. Per usare le stesse parole che Travaglio ha dedicato alla Bignardi per aver prima promesso di trasmettere e poi censurato l'intervista a Vauro: "Vergognamoci per lei". Michela Brambilla: ministro della Repubblica italiana.

Poi c'è stata l'archiviazione da parte dei giudici di Roma sul caso voli di stato. Berlusconi ha usato gli aerei della Repubblica italiana per andare a far festa nella sua mega villa in Sardegna, aviotrasportando al contempo menestrelli, ballerine e comparse. Non è reato. Lo era quando Prodi aveva modificato la legge in materia, stringendo la cinghia e riducendo drasticamente i permessi, tagliando costi esorbitanti. Non lo è più ora che al governo c'è Berlusconi, che, come prima cosa, ha di nuovo allentato le restrizioni sull'uso degli arei di stato. Pochi lo sanno, ma è una delle prime norme varate dal cavaliere appena insediatosi a Palazzo Chigi l'anno scorso. Quando si dice il governo del fare. Il tribunale di Roma è lo stesso che si era arrampicato sui vetri per archiviare pure il caso-Saccà, cercando di dimostrare come non ci fosse tentativo di corruzione, visto che il presidente del consiglio è in una posizione di tale forza da potersi permettere di chiedere favori senza concedere qualcosa in cambio. Anche se lo fa intendere palesemente. E' il famoso trucco con cui Berlusconi l'ha sfangata più e più volte. O è innocente: e allora si archivia. O è colpevole: ma, essendo impossibile che lo sia, si archivia lo stesso.

E terminato con un sospiro di sollievo questo procedimento, gli capitano subito tra capo e collo altre due mazzate. La prima. Il fotografo Zappadu rivela che ci sono in giro addirittura 5000 foto. Un intero reportage su tutta l'attività "ludica e amatoria" svolta dal cavaliere a villa Certosa negli ultimi anni. Ragazze e ragazzi seminudi che si aggirano per la villa e scattano foto in pose equivoche. Ghedini è subito schizzato per cercare di tappare questo ennesimo buco chiedendo il sequestro immediato delle foto. Peccato che, a quanto pare, le foto siano state vendute da Zappadu ad una società colombiana, che potrebbe decidere in qualsiasi momento di farle circolare. Non c'è Ghedini che tenga (purtroppo per lui non ha molti poteri in Colombia) e quelle foto, prima o poi, usciranno.

La seconda. Fresca fresca. Oggi il Corriere ha svelato che ci sarebbe in corso a Bari un'indagine che sta facendo luce su una vicenda di compravendita di ragazze da far entrare nel "circolo di papi". Starlette e veline tirate su dal nulla a cui venivano offerti compensi sostanziosi per "allietare" con la loro presenza le camere di palazzo Grazioli, la residenza romana del nostro presidente del consiglio. Il premier si è affrettato a definire "spazzatura" la notizia apparsa sul Corriere. Peccato che i magistrati di Bari abbiano confermato che l'indagine è in corso. Il reato ipotizzato è induzione alla prostituzione. A confermare i rumors, che, a quanto pare, a Bari già circolano da anni, è una certa Patrizia D'Addario che rivela per filo e per segno il meccanismo. Lei fu una di quelle che venne approcciata ed inserita nel "circolo di papi". Gli furono offerti 1000 euro per presenziare un pomeriggio ad una festa a Roma. Gliene avrebbero dati molti di più se si fosse fermata anche per la notte. Dopo altri due incontri ravvicinati a palazzo Grazioli, Berlusconi le propone una candidatura per il Parlamento europeo. Quando però scoppia il caso veline, con la denuncia di Veronica Lario, non se ne fa più niente e la D'Addario viene scaricata in tronco.

C'è chi assicura che sia questa la "scossa" che vaticinava qualche giorno fa D'Alema. Il Pdl compatto è andato subito all'attacco: "Come faceva D'Alema a sapere?". Altri ritengono che la scossa arriverà dalla Consulta che boccerà il Lodo Alfano a settembre e renderà il premier indifeso contro i procedimenti giudiziari a suo carico, che tra l'altro, si moltiplicano come funghi. Altri ancora, quelli più complottisti, azzardano che la scossa arriverà dall'interno. Una congiura di palazzo per rovesciare il sovrano. C'è chi dice Fini. C'è chi dice addirittura Tremonti.

Illusi. Ipocriti. Di che scossa va cianciando D'Alema? Dopo tutto quello che è stato fatto passare, di che altra scossa ha bisogno l'opposizione per alzare la voce? Dopo tutti gli scandali che si sono susseguiti in questi ultimi mesi, la condanna per corruzione di Mills, le feste libertine a Villa Certosa, le accuse di pedofilia della moglie, le menzogne sparate dagli studi di Porta a Porta sul caso-Noemi, la vergogna delle candidature alle Europee di veline, condannati e riciclati, l'approvazione della legge salva-criminali che abolisce di fatto l'uso delle intercettazioni e fa a pezzi la libertà di informazione. Dopo tutto questo D'Alema dice di attendere ancora una scossa. Non sarà dunque l'opposizione ad opporsi. Sarà il governo che, a parer suo, si dovrebbe sgretolare al suo interno. Questa è la strategia di D'Alema.

Dopo tutto, come lui stesso ha dichiarato, si sente come Aiace Telamonio, l'eroe greco che combatteva in sordina, "un passo dietro agli eroi". Non è uno scherzo, sono parole sue.

Verrebbe da rispondergli con una pernacchia. Ma siccome siamo signori, gli ricordiamo solamente la fine che ha fatto Aiace. In preda a un attacco di pazzia fece strage di buoi e montoni, poi rinsavì e per la vergogna si suicidò sulla sua stessa spada. Auguri.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Federico,
avevo dei sospetti fino a qualche tempo fa. Dopo l'uscita di d'alema sono stati fugati.
L'elite finanziaria bianca è arrivata a chiedere il conto a mr.B
Lo hanno fatto divertire fin troppo, lo hanno salvato troppe volte ed ora lui non vuole accettare le condizioni imposte.
Questo paese non sarà più lo stesso.
Quel giorno sta arrivando.

se hai 5 minuti leggi questo articolo
mi piacerebbe avere una tua opinione http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=print&sid=6012

Anonimo ha detto...

Ottimo articolo, come sempre – per chi come me in questa italietta da quattro soldi dovrà rimanerci per i prossimi dieci anni, (se tutto va bene), le ronde padano-fasciste sono una manna dal cielo. Mi chiedo perché l’unione europea non faccia qualcosa, prima di buttarci fuori a pedate.

PS: Ti ringrazio per avermi risposto l’altra volta per la legge sulle intercettazioni… Grazie. Qualche giorno dopo è uscito un post su passaparola sull’argomento; se hai tempo dacci un’occhiatina, è veramente interessante.
Celeste