lunedì 14 settembre 2009

Un presidente, una garanzia


Succedono cose strane, ultimamente, in Italia.

Succede che il giornale dei vescovi, storicamente ossequioso nei confronti del paladino dei valori cristiani in Europa, leggasi: il nostro presidente del consiglio, si trovi nella situazione leggermente imbarazzante di dover commentare le prestazioni amatorie del paladino suddetto, dentro e fuori le residenze istituzionali, tra un festino e l'altro organizzato dal dispensatore di prostitute, nonchè di cocaina, Gianpaolo Tarantini. Ora, sarà pur vero che Gesù Cristo prese le difese di una escort dell'epoca pronunciando la famosa frase "Chi è senza peccato scagli la prima pietra", ma a tutto c'è un limite. E probabilmente le registrazioni intime della D'Addario quel limite l'hanno oltrepassato di brutto. Succede allora che Boffo, il direttore del giornale dei vescovi, dovendo una risposta alle migliaia di lettere pervenute da fedeli indignati, osi consigliare al miglior presidente del consiglio della storia d'Italia un po' più di moderazione nelle azioni e una maggior aderenza dei comportamenti privati con i discorsi pubblici.

Succede, di reazione, che salta la testa del direttore del quotidiano della famiglia Berlusconi, probabilmente non abbastanza reattivo sul caso. Succede che il suo sostituto tiri fuori dal cilindro un vecchio dossier, che guarda caso sputtana clamorosamente il direttore del giornale dei vescovi con il carico da novanta di una fantomatica informativa dell'ufficio giudiziario, poi rivelatasi una vigliacca lettera anonima. Molto probabilmente vergata da qualche zelante poliziotto dei Servizi. Succede dunque che salta la testa di Boffo e con lui l'ala ruiniana della CEI.

Succede poi che alcuni giornali, nazionali e non, riprendano le notizie fatte trapelare da personaggi al di sopra di ogni sospetto, ovvero berlusconiani doc come Paolo Guzzanti (che sparacchia in giro scandalose voci di corridoio sui più turpi vizi sessuali di Berlusconi) e lo stesso Vittorio Feltri (che giurava sull'assoluta impotenza del Cavaliere e quindi sulla sua estraneità ai fatti per evidenti defezioni nell'arma del delitto), si vedessero intentare dagli avvocati personali del presidente del consiglio milionarie cause civili per diffamazione. La Repubblica, che aveva solamente osato proporre una decina di domande (che, in quanto tali, non sono nè vere nè false) sulle relazioni tra Berlusconi e una minorenne, è stata querelata dagli stessi solerti avvocati. Anzi sono state querelate le domande, in modo tale che non possano più apparire su carta stampata.

Succede poi che ci siano dei magistrati in Italia che, a fronte di nuove rivelazioni offerte da due testimoni eccellenti come Massimo Ciancimino, figlioccio dell'ex sindaco mafioso di Palermo Vito, e Gaspare Spatuzza, già esecutore materiale dell'omicidio di Don Puglisi ed esponente di spicco della famiglia mafiosa del mandamento di Brancaccio retta da due dei più sanguinari boss di Cosa Nostra, i fratelli Graviano, responsabili sicuramente almeno delle stragi del '93 nel continente, succede, dicevo, che questi magistrati riaprano vecchi filoni di indagine per vedere se è possibile avvicinarsi alla verità sulla stagione oscura delle stragi. E soprattutto ottenere notizie sui mandanti a volto coperto, la cui esistenza non è invenzione di complottisti, ma è stata decretata ufficialmente da una sentenza passata in giudicato (Borsellino Bis). Mandanti esterni che non possono che essere personaggi infiltrati nelle Istituzioni o comunque molto vicini ad essi.

Succede che, in tutta risposta, il presidente del consiglio, anzichè congratularsi con questi magistrati che stanno squarciando per la prima volta quel velo di omertà che non permette da 17 anni di porre una parola fine al periodo più tormentato della Repubblica, incredibilmente li assale, li insulta, li chiama "folli" e li accusa di cospirare contro di lui e di sperperare i soldi pubblici. Succede allora che l'unica persona probabilmente di buon senso rimasta nelle file del centro-destra, Gianfranco Fini, si chieda stupefatto perchè mai il presidente del consiglio debba temere qualcosa dalla riapertura delle suddette indagini. Cosa dovrebbe mai c'entrare Berlusconi con le stragi del '92 e del '93, si chiede Fini, basito. E poi succede che, sornione, butti lì una frase, all'apparenza criptica, ma a ben vedere fin troppo esplicita. Accenna a "grembiulini" e "compassi". Che, per chi non è del ramo, rappresentano due tra i più famosi simboli massonici. A cosa stava facendo riferimento Fini? Ovviamente alla più famosa congregazione massonica esistita (ed esistente?) in Italia, la loggia Propaganda2, nota come P2, retta dal noto fascista e bancarottiere Licio Gelli, implicata in tutti i più grandi scandali Italiani, dal crollo del Banco Ambrosiano, all'assassinio di Ambrosoli, Sindona e Calvi, al riciclaggio del denaro mafioso nelle banche vaticane, all'attentato a Papa Wojtyla, alla strage di Bologna.

Bene, dovrebbe essere noto a tutti che il nostro presidente del consiglio ne era membro onorario, tessera numero 1816, con tanto di firma autografa. Cosa sta tentando di dire Fini? Forse che Berlusconi non ha mai interrotto i rapporti con certi ambienti massonici deviati? E che ora ne è sotto ricatto? E' buffo notare come, nel giro di un paio di proposizioni, il principale alleato di Berlusconi gli abbia dato implicitamente del "mafioso piduista". Ovvero il ritornello che Di Pietro va pronunciando da mesi in ogni trasmissione televisiva. Cose strane, non c'è che dire.

Succede anche che la reazione di Berlusconi non tardi ad arrivare e sia sempre affidata al proprio manganello tascabile, Vittorio Feltri. Che oggi, dalle pagine del giornale, fa sapere al caro Gianfranco, con un avvertimento che a definire mafioso è poco, che è meglio che torni all'ovile e si dia una regolata, altrimenti c'è già nel cassetto un bel dossier pronto a sputtanare anche lui. L'argomento è sempre quello: festini e prostitute. Gira voce che negli archivi del Giornale esista un dossier per ogni cittadino italiano, in grado di sputtanare chiunque (sì, anche te che stai leggendo in questo momento), da tenere pronto all'occorrenza. I tempi sembrano effettivamente propizi.

Nello stesso momento succede che in Rai la situazione sia alquanto tumultuosa. Per piccolissimi contrattempi, assolutamente casuali, succede che i vertici del Tg3 siano ancora vacanti. I nomi di Mentana e Minoli aleggiano come spettri. Succede anche, sempre per dei lievissimi problemi tecnici, che la trasmissione in assoluto più seguita del palinsesto di Rai2, Annozero, che ufficialmente dovrebbe tornare in onda il 24 settembre, cioè esattamente tra 10 giorni, sia completamente oscurata sugli schermi. Nessuno è stato ancora in grado di vedere una pubblicità che ne annunci l'inizio imminente. Eppure gli spot esistono già, sono stati preparati da tempo, si possono vedere tranquillamente su Youtube, ma, per un banale scherzo del destino, non riescono ad approdare sul piccolo schermo. Succederà probabilmente che i telespettatori, il 24 settembre, facendo zapping, si troveranno a commentare per caso: "Toh, guarda chi si rivede! Non sapevo fosse iniziato di nuovo Annozero".

Ma forse succederà pure che al loro commento di stupore dovranno aggiungere: "E come mai non c'è più quel giornalista coi boccoli che parlava da solo ad inizio trasmissione?". Sì perchè succede che, ancora in queste ore, la firma del contratto di Marco Travaglio, per minuscoli vizi di forma che però saranno ovviamente risolti al più presto, non sia ancora stata apposta e se ne debba discutere nel Consiglio Direttivo. Ma forse succederà che i telespettatori nemmeno la vedranno quella puntata di Annozero, perchè i contratti di molti altri tecnici ed operatori, sempre per incomprensibili ritardi dell'ultimo minuto (guarda la sfiga quando ci si mette!), sono nelle stesse condizioni di quello di Travaglio. Sub judice.

E probabilmente succederà anche che un'altra trasmissione, questa volta di Rai3, una delle più interessanti e dunque più seguite dal pubblico, Report, non vedrà mai la luce. Non si capisce bene perchè però quest'anno la Rai sembra essere un tantino timida ed ha paura ad assicurare la copertura legale ai propri giornalisti. Cioè se questi dovessero fare un'inchiesta scottante che attiri su di sè le querele di chi si sente diffamato, un atteggiamento alquanto di moda in questi tempi, la Rai se ne laverebbe le mani e i giornalisti sarebbero costretti a pagarsi le spese di tasca loro. Come se fossero non degli stipendiati, ma dei collaboratori esterni usa e getta. La stessa identica cosa che successe ad un altro giornalista di Report qualche anno fa, Paolo Barnard, che io personalmente non amo, ma a cui va riconosciuto il fatto di essere stato il primo a dover subire quella che lui definisce, giustamente, "censura legale".

Succederà poi, e questo è certo, che molti telespettatori che già avevano segnato sull'agenda l'inizio della nuova stagione di Ballarò, in programma per domani sera e già ampiamente pubblicizzata su tutte le reti Rai, si troveranno a sintonizzarsi sul secondo canale e chiedersi dove diamine siano finiti Floris, Crozza e i loro ospiti. E' successo infatti che proprio ieri, ovvero a due giorni esatti dall'inizio del programma, sia arrivata un email al conduttore di Ballarò da parte del direttore generale della Rai, Mauro Masi, che, scavalcando paurosamente il cosiddetto "presidente di garanzia" Paolo Garimberti, lo informava del cambio di programma. La sua trasmissione sarebbe stata spostata o in seconda serata o addirittura al giorno dopo.

Succedeva infatti che, su un' altra rete, Rai1, alla stessa ora, si fossero svegliati d'un tratto e avessero sentito l'esigenza di dedicare uno speciale in prima serata ad un evento straordinario per la nazione: la consegna delle prime case in Abruzzo ai terremotati. Un evento patrocinato da Bruno Vespa in persona, che probabilmente ha già pronto il plastico della villetta del terremotato fortunato. Non è dato sapersi. Come resta un mistero il perchè non ci avessero pensato prima.

Immagino già il nostro Bruno, che apparendo con aria gioviale nella cucina della villetta da inaugurare, apre il frigo e, indicando uno yogurt e un prosciutto, plaude all'efficienza della Protezione Civile di San Guido Bertolaso e alla pragmaticità del "governo del fare". A quel punto è più che evidente che farà la comparsa alle sue spalle il premier che, sbucando all'improvviso a favore di cerone, come se stesse facendo una sorpresa, griderà: "Io sì, che mantengo le promesse! Allegria!" suscitando l'applauso fragoroso dei terremotati presenti e dando il la al ricordo strappalacrime del suo amico Mike. Tutto bello, tutto perfetto.

Poi uno ci pensa su un attimo e si chiede spaesato: ma perchè, per fare posto a Vespa su Rai1, si è dovuto spostare Floris da Rai2?

Io, mentre ci penso su, per non sbagliare, domani sera spegnerò il televisore.


P.S. Qualcuno mi sa spiegare cosa aspetti Garimberti a dimettersi?

P.P.S. Aggiornamento dell'ultim'ora. Per uno strano gioco del destino, anche Matrix, in onda alla stessa ora su Canale5, ha subito uno slittamento di orario. Quando si dice la coincidenza.

3 commenti:

enrigoletto ha detto...

Sempre lucido, mi complimento. Volevo chiederti una spiegazione: potresti aggiornarci sui rapporti tra la P2 e gli attentati al papa e della stazione di Bologna? Scusa, non ne so molto e mi piacerebbe conoscere il tuo punto di vista.

enrigo

ps da musicista ti avviso che "dare il la" si scrive senza accento ;)

Federico ha detto...

Urca che erroraccio, mi è scappato, correggo subito. :)

Federico ha detto...

Per quanto riguarda la relazione tra P2 e strage di Bologna, Licio Gelli è stato condannato a 10 anni per calunnia aggravata dalla finalità di terrorismo per aver tentato di depistare le indagini. Per quanto riguarda la relazione tra P2 (e massoenria deviata) e l'attentato a papa Wojtyla, la storia è molto delicata e certamente non chiarita abbastanza. Ti rimando al memoriale di Vincenzo Calcara che puoi trovare sulla colonna di destra: lì se ne parla diffusamente.