giovedì 10 settembre 2009

Quel terrone di Peppino

Cristiano Aldegani

Ho appreso la notizia gironzolando su Facebook. Un link, un nome, una foto mi hanno fatto cadere l'occhio su una notizia che altrimenti non avrei mai notato. Si faceva riferimento ad un paesino della bergamasca, ad una targa, ad una biblioteca comunale. Ma non era chiaro il perchè. Ho voluto approfondire e, seguendo il link a Bergamo News, mi sono letto tutta la vicenda. Tristissima vicenda.

Tutto parte delle elezioni comunali di qualche mese fa. Il paesino si chiama Ponteranica. Uno dei tanti affastellati nelle valli attorno a Bergamo, ai piedi del monte Maresana. A giugno si è insediata la nuova giunta leghista che ha sostituito la precedente di centro-sinistra. Il nuovo sindaco è un certo Cristiano Aldegani, padano doc, che ha voluto subito imporre la ferrea legge della Lega: "padroni a casa nostra". Con tutti i piccoli-grandi problemi che possono interessare un comune di circa 7000 abitanti, la prima promessa solenne che fece il sindaco appena insediatosi fu infatti quella che avrebbe fatto di tutto per smantellare la targa che campeggiava all'ingresso della Biblioteca civica. Una targa che aveva provveduto ad installare la giunta precedente, si capisce. Una targa offensiva dell'orgoglio orobico-casereccio. Una targa commemorativa "d'un terùn". Passi per il nome: Peppino. Ma il cognome proprio era inaccettabile. Di quelli impronunciabili, brutti, cacofonici. Di quelli del profondo sud, che proprio non si addicono alla biblioteca comunale di un comune leghista.

Quel cognome, Impastato, era davvero un pugno alla dignità e all'onore dei padani. Ma sarà mai possibile intestare una biblioteca comunale di un paesino della bergamasca ad un tizio che si chiama Peppino Impastato? Che brùt nòm! Ricorda proprio quel profondo sud, povero, troglodita, rozzo ed arretrato. Im-pa-sta-to. Proprio suona male. Dà l'idea di qualcosa di sporco, impiastricciato, infangato, zozzo. Qualcosa di impastato, appunto. Niente a che vedere con la forza, la fierezza e la pulizia di un Mereghetti, di un Cappellini e, perchè no, di un Aldegani. Sicuro che questo Impastato sarà stato un siciliano, di quelli che parlano quella lingua incomprensibile, che fanno finta di lavorare e passano le giornate a prendere il sole. Sicuro che sarà stato anche mafioso. Tutti quelli lì son mafiosi. Tutti della stessa razza.

E allora che venga tolta immediatamente quella targa! Che venga ridato lustro e onore padano ad un'istituzione culturale come la biblioteca! Via subito quel nome da terrone e dentro uno tutto bergamasco: padre Giancarlo Baggi, questo sì che suona bene, un sacramentino morto nel 2000 e residente per molti anni proprio a Ponteranica. Peccato che, non essendo ancora passati dieci anni dalla sua morte, la legge non permette di intitolargli edifici pubblici. E allora che fare da qui a maggio 2010, quando ricorrerà il decennale della morte? Beh, non vi aspetterete che la giunta potesse attendere ben sette mesi prima di apporre la nuova targa! Sette mesi in cui i Ponteranicesi che avessero voluto trascorrere qualche ora in biblioteca sarebbero stati costretti a passare davanti ad una targa su cui fosse scolpito quel nome altamente offensivo: Peppino Impastato. Sarebbe stato effettivamente qualcosa di inaccettabile.

E allora, nell'attesa di maggio, che venga smantellata la targa! Se ancora per qualche mese non sarà possibile chiamarla biblioteca Giancarlo Baggi, che ritorni almeno all'antico nome! Semplice e pulito: Biblioteca Comunale di Ponteranica. Altro che Biblioteca Peppino Impastato. Con una delibera urgente del 31 agosto il Consiglio comunale leghista ha dato mandato all'unanimità di togliere di mezzo quel terrone impertinente così caro ai comunisti della giunta precedente (si sa che ai comunisti gli piacciono i terroni, tutti la stessa razza) e di provvedere affinchè fosse immediatamente ripristinato l'antico nome.

Finalmente un sindaco con le palle. Di quelli che quando promettono qualcosa poi la mantengono. Mica come quei quaraquaquà del profondo sud che pensano solo a mangiar soldi e magari a intrallazzare con la mafia. Noi non siamo mica mafiosi. Noi non siamo mica siciliani. Siamo padani e a noi la mafia ci fa schifo. Anzi, vi dirò di più: la mafia è una montagna di merda. Non mi ricordo più chi ha pronunciato questa frase, ma deve essere stato sicuramente qualcuno a cui va tutto il mio rispetto. Altro che Peppini Impastati. Noi la mafia la combattiamo, mica come quei terroni che se la sono voluta loro. E che si vede che la mafia sotto sotto gli piace. Dovremmo lasciarli tutti al loro destino, come diceva il professor Miglio 17 anni fa. Loro e la loro mafia. Che si facciano uno stato a parte, magari comandato dalla mafia, e che ci lascino in pace a noi che volgiamo lavorare.

E già che ci sono si portino via anche quei comunisti antidemocratici della giunta precedente che se non incensano qualche terrone non sono contenti. E hanno poco da lamentarsi, hanno perso le elezioni: che stiano zitti. Questa è la legge della democrazia. Sputano bile, ma è solo invidia. "So che stanno ancora smaltendo la pappina elettorale, ma noi manteniamo le promesse". Parola di sindaco.



Peppino, se ci riesci, perdonali.



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P.P.S. Se qualcuno volesse rinnovare gli auguri di buon lavoro al simpatico sindaco Aldegani ed esprimergli tutta l'ammirazione per aver finalmente ripulito Ponteranica degli ultimi residui terroni lasciati dalla precedente amministrazione, lo può contattare a questo indirizzo email: sindaco@comune.ponteranica.bg.it

Qua sotto la lettera che gli ho inviato:

Caro Sindaco Aldegani,

ho appena letto le sue dichiarazioni in merito alla polemica sulla rimozione della targa a Peppino Impastato dalla biblioteca comunale di Ponteranica.
Lei dice: "Avevamo già espresso questa nostra volontà alla passata amministrazione un anno e mezzo fa ma non siamo stati ascoltati. Ora diamo seguito a ciò che abbiamo annunciato in campagna elettorale. Non si tratta, come qualcuno vuole farlo passare, di un cambiamento ideologico. Onore al merito di Impastato e di tutti coloro che hanno dato la vita per combattere il cancro mafioso. Soltanto, ci sembrava giusto intitolare il luogo per eccellenza della cultura del nostro paese a un personaggio locale di grande valore spirituale, come padre Giancarlo Baggì.Vedremo se dedicargli in futuro un'altra struttura".

Mi lasci dire che le sue parole suonano alquanto ipocrite e decisamente offensive.

Ipocrite perchè la sua giunta si è affrettata a smantellare la targa senza che ci fosse alcuna urgenza in merito. Piuttosto che attendere semplicemente il prossimo maggio, anniversario del decennale della morte di padre Baggi, lei ha deciso di provvedere immediatamente alla rimozione. Qual è il motivo di una tale furia iconoclasta? Che fastidio le dava la targa di Peppino Impastato affissa ancora per qualche mese? E' un cognome troppo "terrone" per voi padani? E' semplicemente un modo di dare uno schiaffo arrogante alla precedente giunta di centro-sinistra che ha voluto quella targa? E' un modo per far vedere quanto è efficiente la sua amministrazione che rispetta le promesse fatte? Ma le promesse di cosa? E a chi? Di cancellare per volgare ripicca la memoria di un martire della mafia? Di che promesse sta parlando, sindaco?

Le sue parole sono tanto più offensive quanto più lei tenta di giustificarsi. Non esiste una sola ragione plausibile per una decisione tanto sconcertante.

E' quel riferimento alla "urgenza" della vostra delibera che mi fa indignare come cittadino e soprattutto come abitante del vostro adorato Nord Italia. Accettare di lasciare la biblioteca senza un nome, piuttosto che mantenere ancora per qualche mese la targa in memoria di Peppino Impastato, è un'azione vile e inqualificabile. Bisogna avere del pelo sullo stomaco.

Auguri

1 commento:

act_theatret ha detto...

signor sindaco siamo con lei

ma i terroni stanno solo al nord
al sud non esistono

questo è un promo di uno spettacolo
magari è pertinente
(100%TERRONI)

http://vids.myspace.com/index.cfm?fuseaction=vids.individual&videoid=60977044
(FATE COPIA INCOLLA)

ciao ultimoteatro

ps
qualcuno riesce a farcelo fare davanti a bossi?