Ho pena per lui. Una pena mista a schifo.
Un vecchietto che ha avuto tutto e di più dalla vita, che in mano "tiene un premio ch'era follia sperar" e che ora vede liquefarsi di fronte a sè la sua immagine, costruita con tanta accuratezza e minuziosa attenzione nel corso di tutti questi anni. Vuoi con spalmate di fard, vuoi con trapianti piliferi, vuoi con bombardamenti mediatici ventiquattr'ore su ventiquattro. Proprio come ne Il ritratto di Dorian Gray, l'aver venduto l'anima al diavolo non lo dispenserà da una fine rovinosa. Il trucco si disfa, i capelli cadono, le rughe riaffiorano, la grancassa della propaganda nulla può di fronte al diavolo che torna a reclamare il suo tributo. Quasi fosse un novello Faust.
Ma di letterario c'è ben poco in questo personaggio da operetta, o meglio, da commedia scollacciata. Tutto il marcio che ha tentato di coprire e sotterrare sta riaffiorando e lo sommergerà in un fiume di melma. C'è da giurarci. E' stato così con chiunque. E' stato così con tutti i più grandi despoti della storia. Osannati e incensati fin che la barca va. Ripudiati e costretti ad una fine infame quando la barca affonda. Fosse solo perchè, come diceva quel tale, "si può pensare di ingannare qualcuno per sempre, si può pensare di ingannare tutti per un po', ma non si può pensare di ingannare tutti per sempre". Prima o poi arriva il diavolo che ti chiede indietro il conto. E per te è la fine.
E' quel che sta succedendo in questi ultimi tempi al nostro presidente del consiglio. E non credo ci sia bisogno di tirare in ballo complotti internazionali, intrighi di palazzo, intelligence americana, per giustificarne la rovinosa disfatta che si prospetta all'orizzonte. Molto spesso la soluzione più semplice è anche quella che si avvicina maggiormente alla realtà. Abbiamo di fronte a noi l'immagine del fallimento di un'illusione. L'illusione di poter comandare in eterno comprando, se non il consenso, almeno il complice silenzio.
Succede sempre così. A un certo punto arriva la botta che non ti aspetti, magari proprio da chi ti è sempre stato più vicino. La botta inizia a delineare una crepa nel castello che ti sei costruito attorno. Poi quella crepa inizia a crescere, ad allungarsi, a zigzagare paurosamente, creando fondati timori tra i cortigiani all'interno del castello. Qualcuno comincia a domandarsi se non è il caso di levare le tende, qualcuno se ne è già andato a servire qualche altro padrone in qualche altro castello più grande e più solido. La fiducia nel sovrano vacilla, e con lui le mura del castello. Finchè, quando gli scricchiolii si fanno intensi e sempre più frequenti, tutti si danno alla fuga.
Ci sarà un fuggi fuggi generale al grido "Si salvi chi può!". Ci sarà una mandria impaurita di servi, nani, menestrelli, ballerine, cuochi e dame di corte che, per paura di rimanere schiacciati dal crollo del castello, si precipiterà verso il ponte levatoio cercando una via di fuga, ma in realtà contribuendo con le loro urla e la loro corsa a rendere la struttura ancora più instabile. Poi un'ala del castello crollerà per davvero. E farà morti e feriti tra i sudditi più fedeli, quelli che non hanno abbandonato il sovrano, ma gli si sono stretti attorno nella sala del trono. Una volta crollato tutto il castello, torneranno i fuggiaschi a reclamare il loro debito. Se troveranno il sovrano ancora in vita, assiso su di un trono circondato da macerie, con in testa una corona impolverata, in mano uno scettro spezzato, lo sguardo perso nel vuoto, lo incolperanno del loro misero destino e procederanno ad un linciaggio cruento. Se lo troveranno morto, getteranno il suo cadavere in un fosso in modo che nessun ricordo rimanga di lui.
La botta, o, se preferite, chiamatela scossa, è arrivata con le esternazioni di Veronica Lario poco prima delle elezioni europee. E' stata lei a tracciare la rotta. E' stata lei a creare la prima crepa. Non tanto per le accuse infamanti rivolte a suo marito (ne ha ricevute molte di più e di gran lunga più infamanti nel corso degli anni), quanto perchè quelle accuse arrivavano da un'insospettabile, addirittura dalla propria moglie, colei con cui ha diviso vent'anni di vita e tre figli. E a poco sono serviti gli sgangherati tentativi di farla passare come una donna incapace di intendere e di volere, manipolata dalla sinistra. Il dubbio si è insinuato. Se lo dice perfino sua moglie forse qualcosa di vero ci sarà. Quella moglie che il premier aveva sempre ostentato in tanti quadretti idilliaci, per dimostrare quanto la sua famiglia fosse unita, sana: il prototipo della perfetta famiglia italiana, da sbattere in faccia all'elettorato cattolico.
Da quel giorno la crepa si è allungata, si è intensificata, ha aperto squarci paurosi. Veronica ha minato per la prima volta il mito dell'inattaccabilità del premier. E da quel giorno è cominciato il declino. E' come fosse stata una sorta di legittimazione. Tutti coloro, o tutte coloro, che fino ad allora non avevano osato aprire bocca per un giusto timore di ritorsione si sono sentiti incoraggiati ad uscire allo scoperto. Il merito, se così vogliamo chiamarlo, di Veronica è stato quello di offrire, per la prima volta, l'immagine di un presidente del consiglio debole, attaccabile e anche ricattabile. La Repubblica e perfino il Corriere, che finora aveva perdonato tutto al cavaliere, si sono lanciati in una campagna di stampa feroce, senza sconti. Come se Veroncia avesse dato il segnale, il via libera.
E da quel giorno gli scandali non hanno smesso di susseguirsi sui giornali, quelli che il presidente del consiglio definisce "spazzatura". Non solo italiani, ma anche e soprattutto esteri. Un'opera di accerchiamento che mai si era vista prima. Una congiuntura internazionale che il premier si è affrettato a definire come "complotto eversivo ai miei danni". La realtà è molto più semplice: la sua immagine è stata ridotta in frantumi dall'emergere incalzante di verità inconfessabili. E, come lui stesso sa perfettamente, quando un uomo perde la sua immagine, quell'uomo è finito, è morto.
Papi che va con le minorenni, papi che "non sta bene", papi che si circonda di "ciarpame senza pudore", papi che riempie le liste elettorali di veline, papi che trasporta su aerei di stato cantanti, ballerine e donnine di bell'aspetto, papi che alla faccia degli italiani che vanno in cassaintegrazione organizza mega feste a Villa Certosa circondato da sirenette ignude, papi che invita capi di governo esteri alla sue mega feste libertine a Villa Certosa. Ora perfino papi che si fa arrivare direttamente a palazzo Grazioli "escort di alto bordo", tradotto in italiano: mignottoni che passano le notti con lui. Alla faccia del difensore dei valori della famiglia, sbandierati in faccia all'elettorato cattolico.
Gli outing recentissimi di due di queste ragazze, Patriza D'Addario, in arte Patrizia Brummel, e Barbara Montereale stanno dando le picconate finali. Storie torbide di sesso a pagamento (si parla di 2000 euro per trascorrere una notte nel "letto grande" di Silvio Berlusconi), compravendita di ragazzine poco più che maggiorenni, induzione alla prostituzione in cambio di favori, giri di squillo che si intrecciano a giri di affari e di appalti truccati, con il tocco chic del consumo abbondante di cocaina.
Lo ripeto. Ho pena per lui. Una pena mista a schifo.
Il proprio legale di fiducia, l'avvocato nonchè parlamentare Niccolò Ghedini, ha un gran da fare nel cercare di coprire questa ondata di melma che ha rotto gli argini e che rischia di travolgere non solo il suo cliente, ma lui stesso. Nei giorni scorsi ha rilasciato dichiarazioni sconcertanti. Probabilmente in preda a attacchi di delirio dovuti all'eccessivo stress psicofisico, ha affermato che Silvio Berlusconi, anche se fossero vere le storie delle due ragazze, non sarebbe legalmente perseguibile perchè sarebbe comunque solo "l'utilizzatore finale".
L'utilizzatore finale. Un'espressione che rimarrà nella storia, c'è da giurarci. Probabilmente gliela incideranno sulla lapide nella villa di Arcore. Qui giace l'utilizzatore finale. Come ha fatto notare qualcuno, a questo punto bisognerebbe capire chi è l'utilizzatore iniziale. Un linguaggio, quello di Ghedini, da lasciare esterrefatti. Da lasciare esterrefatto persino lui, che si è affrettato a scusarsi. E nello scusarsi ha precisato che il premier non ha certo bisogno di pagare per andare con delle donne, visto che può averne "ingenti quantitativi gratis". Un'altra bella espressione, molto fine e delicata, che probabilmente ha disorientato un tantino l'elettorato cattolico, come scrivono sull'Avvenire, il quotidiano dei vescovi. Ma solo un tantino: Silvio saprà ancora una volta spiegare tutto. Meglio di come abbia fatto il suo avvocato, vien da sperare.
Cosa rimane di tutto ciò? Cosa ne sarà nel futuro?
Probabilmente verrà costretto a dimettersi. Probabilmente verrà deposto come Napoleone e costretto all'esilio a Villa Certosa. Probabilmente verrà prelevato da Palazzo Grazioli e portato via con una camicia di forza. Probabilmente lo vedremo con uno scolapasta in testa e un mestolo di legno in mano gridare al proprio avvocato: "Sei uno sporco......(pausa teatrale).....comunistaaaaa!!!". Le avvisaglie ci sono tutte. Guardate il video in alto per conferma.
Qualunque cosa ne sarà di lui, rimane l'interrogativo irrisolto. E' mai possibile che in questi lunghissimi quindici anni l'Italia non abbia saputo produrre nulla di meglio di Silvio Berlusconi? E' mai possibile che in questi lunghissimi quindici anni gli Italiani non abbiano trovato di meglio che affidarsi, per sperare di risolvere i propri problemi, ad un personaggio squallido e dalla mediocre moralità come Silvio Berlusconi, con la patente ufficiale di pluri-corruttore impunito, puttaniere impasticcato di viagra, evasore fiscale incallito, di matrice piduista, amico e protettore di mafiosi? E' mai possibile che l'Italia non riesca a farsi rappresentare da qualcuno con un curriculum solo leggermente migliore? Eppure non dovrebbe essere molto difficile trovarne uno.
Questo è un quesito che va al di là della figura, obiettivamente indecente e impresentabile di Silvio Berlusconi. E' un quesito che va a toccare l'anima di un popolo intero, che non sembra essere in grado di svegliarsi da questo terribile incubo.
Ma succederà. Prima o poi succederà.
E saremo qui a domandarci come è stato possibile tutto questo.
Un vecchietto che ha avuto tutto e di più dalla vita, che in mano "tiene un premio ch'era follia sperar" e che ora vede liquefarsi di fronte a sè la sua immagine, costruita con tanta accuratezza e minuziosa attenzione nel corso di tutti questi anni. Vuoi con spalmate di fard, vuoi con trapianti piliferi, vuoi con bombardamenti mediatici ventiquattr'ore su ventiquattro. Proprio come ne Il ritratto di Dorian Gray, l'aver venduto l'anima al diavolo non lo dispenserà da una fine rovinosa. Il trucco si disfa, i capelli cadono, le rughe riaffiorano, la grancassa della propaganda nulla può di fronte al diavolo che torna a reclamare il suo tributo. Quasi fosse un novello Faust.
Ma di letterario c'è ben poco in questo personaggio da operetta, o meglio, da commedia scollacciata. Tutto il marcio che ha tentato di coprire e sotterrare sta riaffiorando e lo sommergerà in un fiume di melma. C'è da giurarci. E' stato così con chiunque. E' stato così con tutti i più grandi despoti della storia. Osannati e incensati fin che la barca va. Ripudiati e costretti ad una fine infame quando la barca affonda. Fosse solo perchè, come diceva quel tale, "si può pensare di ingannare qualcuno per sempre, si può pensare di ingannare tutti per un po', ma non si può pensare di ingannare tutti per sempre". Prima o poi arriva il diavolo che ti chiede indietro il conto. E per te è la fine.
E' quel che sta succedendo in questi ultimi tempi al nostro presidente del consiglio. E non credo ci sia bisogno di tirare in ballo complotti internazionali, intrighi di palazzo, intelligence americana, per giustificarne la rovinosa disfatta che si prospetta all'orizzonte. Molto spesso la soluzione più semplice è anche quella che si avvicina maggiormente alla realtà. Abbiamo di fronte a noi l'immagine del fallimento di un'illusione. L'illusione di poter comandare in eterno comprando, se non il consenso, almeno il complice silenzio.
Succede sempre così. A un certo punto arriva la botta che non ti aspetti, magari proprio da chi ti è sempre stato più vicino. La botta inizia a delineare una crepa nel castello che ti sei costruito attorno. Poi quella crepa inizia a crescere, ad allungarsi, a zigzagare paurosamente, creando fondati timori tra i cortigiani all'interno del castello. Qualcuno comincia a domandarsi se non è il caso di levare le tende, qualcuno se ne è già andato a servire qualche altro padrone in qualche altro castello più grande e più solido. La fiducia nel sovrano vacilla, e con lui le mura del castello. Finchè, quando gli scricchiolii si fanno intensi e sempre più frequenti, tutti si danno alla fuga.
Ci sarà un fuggi fuggi generale al grido "Si salvi chi può!". Ci sarà una mandria impaurita di servi, nani, menestrelli, ballerine, cuochi e dame di corte che, per paura di rimanere schiacciati dal crollo del castello, si precipiterà verso il ponte levatoio cercando una via di fuga, ma in realtà contribuendo con le loro urla e la loro corsa a rendere la struttura ancora più instabile. Poi un'ala del castello crollerà per davvero. E farà morti e feriti tra i sudditi più fedeli, quelli che non hanno abbandonato il sovrano, ma gli si sono stretti attorno nella sala del trono. Una volta crollato tutto il castello, torneranno i fuggiaschi a reclamare il loro debito. Se troveranno il sovrano ancora in vita, assiso su di un trono circondato da macerie, con in testa una corona impolverata, in mano uno scettro spezzato, lo sguardo perso nel vuoto, lo incolperanno del loro misero destino e procederanno ad un linciaggio cruento. Se lo troveranno morto, getteranno il suo cadavere in un fosso in modo che nessun ricordo rimanga di lui.
La botta, o, se preferite, chiamatela scossa, è arrivata con le esternazioni di Veronica Lario poco prima delle elezioni europee. E' stata lei a tracciare la rotta. E' stata lei a creare la prima crepa. Non tanto per le accuse infamanti rivolte a suo marito (ne ha ricevute molte di più e di gran lunga più infamanti nel corso degli anni), quanto perchè quelle accuse arrivavano da un'insospettabile, addirittura dalla propria moglie, colei con cui ha diviso vent'anni di vita e tre figli. E a poco sono serviti gli sgangherati tentativi di farla passare come una donna incapace di intendere e di volere, manipolata dalla sinistra. Il dubbio si è insinuato. Se lo dice perfino sua moglie forse qualcosa di vero ci sarà. Quella moglie che il premier aveva sempre ostentato in tanti quadretti idilliaci, per dimostrare quanto la sua famiglia fosse unita, sana: il prototipo della perfetta famiglia italiana, da sbattere in faccia all'elettorato cattolico.
Da quel giorno la crepa si è allungata, si è intensificata, ha aperto squarci paurosi. Veronica ha minato per la prima volta il mito dell'inattaccabilità del premier. E da quel giorno è cominciato il declino. E' come fosse stata una sorta di legittimazione. Tutti coloro, o tutte coloro, che fino ad allora non avevano osato aprire bocca per un giusto timore di ritorsione si sono sentiti incoraggiati ad uscire allo scoperto. Il merito, se così vogliamo chiamarlo, di Veronica è stato quello di offrire, per la prima volta, l'immagine di un presidente del consiglio debole, attaccabile e anche ricattabile. La Repubblica e perfino il Corriere, che finora aveva perdonato tutto al cavaliere, si sono lanciati in una campagna di stampa feroce, senza sconti. Come se Veroncia avesse dato il segnale, il via libera.
E da quel giorno gli scandali non hanno smesso di susseguirsi sui giornali, quelli che il presidente del consiglio definisce "spazzatura". Non solo italiani, ma anche e soprattutto esteri. Un'opera di accerchiamento che mai si era vista prima. Una congiuntura internazionale che il premier si è affrettato a definire come "complotto eversivo ai miei danni". La realtà è molto più semplice: la sua immagine è stata ridotta in frantumi dall'emergere incalzante di verità inconfessabili. E, come lui stesso sa perfettamente, quando un uomo perde la sua immagine, quell'uomo è finito, è morto.
Papi che va con le minorenni, papi che "non sta bene", papi che si circonda di "ciarpame senza pudore", papi che riempie le liste elettorali di veline, papi che trasporta su aerei di stato cantanti, ballerine e donnine di bell'aspetto, papi che alla faccia degli italiani che vanno in cassaintegrazione organizza mega feste a Villa Certosa circondato da sirenette ignude, papi che invita capi di governo esteri alla sue mega feste libertine a Villa Certosa. Ora perfino papi che si fa arrivare direttamente a palazzo Grazioli "escort di alto bordo", tradotto in italiano: mignottoni che passano le notti con lui. Alla faccia del difensore dei valori della famiglia, sbandierati in faccia all'elettorato cattolico.
Gli outing recentissimi di due di queste ragazze, Patriza D'Addario, in arte Patrizia Brummel, e Barbara Montereale stanno dando le picconate finali. Storie torbide di sesso a pagamento (si parla di 2000 euro per trascorrere una notte nel "letto grande" di Silvio Berlusconi), compravendita di ragazzine poco più che maggiorenni, induzione alla prostituzione in cambio di favori, giri di squillo che si intrecciano a giri di affari e di appalti truccati, con il tocco chic del consumo abbondante di cocaina.
Lo ripeto. Ho pena per lui. Una pena mista a schifo.
Il proprio legale di fiducia, l'avvocato nonchè parlamentare Niccolò Ghedini, ha un gran da fare nel cercare di coprire questa ondata di melma che ha rotto gli argini e che rischia di travolgere non solo il suo cliente, ma lui stesso. Nei giorni scorsi ha rilasciato dichiarazioni sconcertanti. Probabilmente in preda a attacchi di delirio dovuti all'eccessivo stress psicofisico, ha affermato che Silvio Berlusconi, anche se fossero vere le storie delle due ragazze, non sarebbe legalmente perseguibile perchè sarebbe comunque solo "l'utilizzatore finale".
L'utilizzatore finale. Un'espressione che rimarrà nella storia, c'è da giurarci. Probabilmente gliela incideranno sulla lapide nella villa di Arcore. Qui giace l'utilizzatore finale. Come ha fatto notare qualcuno, a questo punto bisognerebbe capire chi è l'utilizzatore iniziale. Un linguaggio, quello di Ghedini, da lasciare esterrefatti. Da lasciare esterrefatto persino lui, che si è affrettato a scusarsi. E nello scusarsi ha precisato che il premier non ha certo bisogno di pagare per andare con delle donne, visto che può averne "ingenti quantitativi gratis". Un'altra bella espressione, molto fine e delicata, che probabilmente ha disorientato un tantino l'elettorato cattolico, come scrivono sull'Avvenire, il quotidiano dei vescovi. Ma solo un tantino: Silvio saprà ancora una volta spiegare tutto. Meglio di come abbia fatto il suo avvocato, vien da sperare.
Cosa rimane di tutto ciò? Cosa ne sarà nel futuro?
Probabilmente verrà costretto a dimettersi. Probabilmente verrà deposto come Napoleone e costretto all'esilio a Villa Certosa. Probabilmente verrà prelevato da Palazzo Grazioli e portato via con una camicia di forza. Probabilmente lo vedremo con uno scolapasta in testa e un mestolo di legno in mano gridare al proprio avvocato: "Sei uno sporco......(pausa teatrale).....comunistaaaaa!!!". Le avvisaglie ci sono tutte. Guardate il video in alto per conferma.
Qualunque cosa ne sarà di lui, rimane l'interrogativo irrisolto. E' mai possibile che in questi lunghissimi quindici anni l'Italia non abbia saputo produrre nulla di meglio di Silvio Berlusconi? E' mai possibile che in questi lunghissimi quindici anni gli Italiani non abbiano trovato di meglio che affidarsi, per sperare di risolvere i propri problemi, ad un personaggio squallido e dalla mediocre moralità come Silvio Berlusconi, con la patente ufficiale di pluri-corruttore impunito, puttaniere impasticcato di viagra, evasore fiscale incallito, di matrice piduista, amico e protettore di mafiosi? E' mai possibile che l'Italia non riesca a farsi rappresentare da qualcuno con un curriculum solo leggermente migliore? Eppure non dovrebbe essere molto difficile trovarne uno.
Questo è un quesito che va al di là della figura, obiettivamente indecente e impresentabile di Silvio Berlusconi. E' un quesito che va a toccare l'anima di un popolo intero, che non sembra essere in grado di svegliarsi da questo terribile incubo.
Ma succederà. Prima o poi succederà.
E saremo qui a domandarci come è stato possibile tutto questo.
10 commenti:
Magnifico post!!!
federico,
il suo giorno è forse arrivato.
Per dirla con Manzoni, ai posteri l'ardua sentenza.
da rimanerci svegli la notte con gli occhi sgranati, e poi affrontar le mattine da straniero: il meglio del meglio che ha prodotto l'itaGlia negli ultimi anni è l'unto. Duro ammetterlo per me invidioso ed odiante.
Meglio di lui nessuno, e se qualcuno ci ha provato poi è finito a fare il nonno-professore a Bologna.
Nell'incubo vedo anch'io una lapide, ma sulla tomba fresca della Repubblica Costituzionale. E vedo l'inceronato bitumato che gli omaggia la corona di fiori con su scritto: "il tuo affezionatissimo utilizzatore finale".
Ci resta l'appassionante ricerca degli utilizzatori iniziali con i loro grandi meriti. Per poterli ringraziare.
Complimenti, condivido in pieno il tuo eccezionale post! Forse ci siamo, quel famoso giorno sta arrivando...stiamo tutti aspettando la fine di questo essere infame!!
Ciao Ste,
ho letto l'articolo di Paolo Barnard che mi hai linkato ieri. Come al solito Barnard solleva punti di vista molto intelligenti e chi ti permettono di riflettere sulla realtà in maniera non banale. E come al solito non riesce a fare a meno di menare una stoccata ai suoi incubi notturni, ovvero Grillo e Travaglio. Se evitasse questo atteggiamento da frustrato e vittima eroica di quello che lui chiama il contro-sistema (del tipo, io ho capito tutto e chi non la pensa come me è complice del sistema) ne guadagnerebbe in credibilità.
Nello specifico credo che tutto possa essere. Potrebbe essere, come sostiene Barnard, che S.B. con i suoi atteggiamenti si sia inimicato l'elite finanziaria neoliberista internazionale che ora ha deciso di fargliela pagare.
Può essere. Ed è sicuramente indubbio che S.B. stia sulle palle ad Obama per il suo continuo stringere l'occhio a Putin e Gheddafi. Potrebbe essere che S.B. abbia pestato i piedi a qualcuno e non abbia mantenuto le promesse. Dopo tutto però ritengo, come ho scritto oggi nel post, che non ci sia bisogno di una teoria del complotto planetario per giustificare l'accanimento mediatico nei suoi confronti. Se fosse vero quello che dice Barnard, vorrebbe dire che i grandi guru della finanza, i padroni del Vapore, non sono poi così lungimiranti, anzi sono un branco di cretini recidivi. Ma davvero dopo quindici anni credevano che S.B. avrebbe fatto le riforme che loro si auspicavano? Hanno scoperto solo ora che S.B. è ben lontano dall'essere un liberista democratico e assomiglia invece molto di più ad un despota comunista che adora il monopolio, soprattutto se il monopolista è lui? Il fatto che il Times si sia scagliato contro S.B. può essere semplicemente spiegato con la guerra scatenata ad arte e in tempi non sospetti da S.B. contro Ruperth Murdoch, padrone del Times e di Sky. Il problema è che tutta la stampa estera, da sinistra a destra, dalla Spagna alla Polonia, e quindi non solo il Times, si sono mobilitati. Devo pensare che El Paìs sia portatore delle volontà neoliberiste? Non credo. E' solo che la posizione di S.B. è diventata imbarazzante a livello internazionale, soprattutto per la UE. Non a caso tutti i paesi hanno messo un veto sulla candidatura di Mauro alla guida del parlamento europeo. L'Italia rappresentata da S.B. costituisce un fardello di cui la UE vuole al più presto sbarazzarsi. In qualsiasi altro paese civilizzato, se fosse uscito solo un centesimo degli scandali apparsi in questi mesi, si sarebbe dimesso l'intero governo. L'Italia berlusconizzata non è così. Rappresenta una vergogna e un'anomalia a livello internazionale. E' duro ammeterlo, ma il resto del mondo ci guarda schifati.
Grazie dell'analisi, sei sempre preciso e puntuale.
Comunque a breve farò un post in cui ti spiegherò perché, al di là di ciò che dice Barnard, ritengo per certi versi che Travaglio, Grillo, Santoro ecc... siano se non complici quantomeno funzionali al sistema.
Spero di riuscire a scriverlo in questi giorni.
a presto
federico perché non decidi di collaborare con agoravox???
che ne dici? conosci il sito?
No! Cos'è? Tu già collabori?
Grazie Ste per l'idea! Mi sono iscritto.
no ancora non collaboro federico.
ma forse verrà un giorno in cui lo faro
:p
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