giovedì 5 giugno 2008

I pensionati d'oro

Parte oggi un esperimento di collaborazione esterna al blog. Un amico mi ha proposto di pubblicare il seguente post da lui scritto. Eccolo.



"L’esito delle scorse elezioni ha spazzato via la sinistra estrema (e non solo) con la conseguente, parziale ridisegnazione delle Camere .
Piccolo problema.
Si sono svuotate anche le casse: quelle del Senato.

No. Non ci hanno pensato i ladri a portar via il bottino. Il vero problema sono le liquidazioni d'oro ai “vecchi” (Cossutta e Mastella, per fare un esempio), legittime e previste per legge, ma che hanno portato al prosciugamento del fondo di previdenza di ben otto milioni di euro, ovvero quasi tutta la liquidità disponibile.
Un ulteriore ammanco di due milioni lo hanno creato nei due anni di una delle legislature più brevi della Repubblica i senatori che hanno usufruito dell'assistenza sanitaria gratuita.

Epilogo: il Tesoro dovrà correre ai ripari per coprire un buco da dieci milioni di euro rilevato nei conti di Palazzo Madama. La penosa scoperta è stata fatta dai tre nuovi questori insediati a Palazzo Madama al fianco di Renato Schifani. A Comincioli (Pdl), Franco (Lega) e Adragna (Pd) è bastata la prima seduta del Consiglio di Presidenza per rendersi conto della situazione. Il "fondo di previdenza" quasi azzerato obbliga ad una riapertura del bilancio (approvato il 28 Febbraio 2008) ed a un suo emendamento. E quei dieci milioni del fondo esaurito dovranno essere ricoperti dallo Stato (alias da noi).

Troppo elementare puntare l'indice sui costi della “Casta” dite?
Sta di fatto che a causare l'imprevisto sono state per lo più le liquidazioni degli onorevoli senatori cessati dal mandato perché non più rieletti.
Esempi?
Per Armando Cossutta (10 legislature alle spalle), l'importo netto ammonta a 345 mila euro. Per Clemente Mastella (9 legislature) 307 mila euro. E poi l'avvocato Alfredo Biondi, che con otto legislature si intasca 278 mila euro, qualcosa in più rispetto ai 240 mila del centrista Francesco D'Onofrio; e, via discorrendo, tutti gli altri.

Nulla di male, nulla di illegittimo”, ha tuonato uno stizzito Mastella a chi lo ha incalzato.
Agli otto milioni di ammanco hanno contribuito anche le restituzioni dei contributi versati ai senatori alla prima legislatura non rieletti (che peccato!) il 13 e 14 aprile.

Stesso discorso a Montecitorio, anche la Camera sta ancora pagando il TFR (Trattamento di fine rapporto) di Ciriaco De Mita (11 legislature), Angelo Sanza (10 legislature), Gerardo Bianco (9 legislature), e Luciano Violante (8 legislature). Stime ufficiose computerebbero in circa 8 milioni l'esborso. Ma al Senato stanno già rimettendo mano al bilancio.
Il questore Comincioli, rivolto ai colleghi al primo incontro, dice: "Qui dobbiamo mettere da parte l'appartenenza e ragionare come se questa fosse un'azienda".
A metà 2008 si accorgono che uno Stato va amministrato come un’azienda. Cavolo, meglio tardi che mai! Speriamo solo che se lo ricordino almeno per i prossimi anni e non finiscano per confondere l’amministrazione di uno stato con l’amministrazione delle proprie tasche, come troppo spesso è accaduto.

Adragna, Pd: "Una cosa è certa, dovremo proseguire l'opera di contenimento dei costi avviata da chi ci ha preceduto. E il primo banco di prova sarà proprio il bilancio che andrà rivisto sì, ma solo per far fronte all'ammanco e per nient'altro".

Quindi niente ritocchi agli stipendi dei parlamentari né benefici di vario tipo. Speriamo che non siano solo parole al vento, ma l’esperienza dovrebbe insegnare, quindi, come san Tommaso, “se non vedo non credo”.

I senatori hanno fatto negli ultimi due anni un largo ricorso all'assistenza sanitaria di Palazzo Madama. In questo caso l’ammanco registrato è di 2 milioni di euro e a rendersene conto è stato il precedente collegio dei questori, in cui compariva lo stesso Comincioli con Helga Thaler e Gianni Nieddu. La contromisura è già scattata con l'avvio della legislatura: con un provvedimento dal titolo "modifiche al tariffario delle prestazioni sanitarie".
Dal 100% di rimborso si passerà all'80. Taglio da 30 a 23 mila euro del "plafond familiare triennale per cure odontoiatriche" (finora 10 mila euro l'anno per la famiglia del parlamentare). Il senatore può inoltre iscrivere al fondo di assistenza sanitaria anche il genitore, con un contributo mensile per il genitore passa da 100 a 200 euro mensili.

Dato che il sistema è finanziato con fondi pubblici, e questi sono palesemente in “rosso” un esborso tale non risulterebbe tollerabile."

Joseph Sanvito

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Mah, avevo letto anch'io l'articolo ... Certo che 8 milioni di euro sono proprio da vergogna. Soprattutto considerando il fatto che le generazioni odierne non avranno in pratica pensione. Se non un contributo da fame.
Vergogna !

Anonimo ha detto...

Incommentabile...e poi attaccano sempre con la tiritera che bisogna alzare l'età pensionabile, pena il botto dell'INPS...

Anonimo ha detto...

...e noi che chissà se un giorno avremo una pensione dignitosa!o meglio, se avremo una pensione!!


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