Vorremmo ricordarlo così...
Berlusconi è, in questo momento, un uomo che ha paura.
Ha paura di fare la stessa fine del suo compagno di merende Bettino Craxi, linciato dalla folla inferocita (la folla, si sa, fa presto a cambiare umore).
Ha paura di veder crollare come un castello di carta il sogno di entrare nella storia d'Italia come "grande statista" (con il Ponte a fare da monumento simbolo, a futura memoria).
Ha paura di essere smascherato finalmente per quello che è. Cioè un imprenditore senza scrupoli nè remore morali, sprezzante delle regole, allergico alla giustizia, che non ha esitato a intrecciare rapporti con la mafia, a corrompere giudici e testimoni, a nascondere fantamiliardi di fondi neri Fininvest in miriadi di società fasulle off-shore, a finanziare illecitamente partiti politici, a testimoniare il falso, a mentire alla gente, a ricattare il parlamento piegandolo ai propri interessi personali.
E' un animale in gabbia che si dibatte disperato. Vede abbattersi su di lui la mannaia di due processi infamanti (Mills e Saccà). Da Milano a Napoli. La morsa delle toghe rosse lo sta per maciullare nelle sue fauci avide. Se non fosse presidente del Consiglio, ammettono i suoi legali, sarebbe ormai spacciato. L'ha confessato lui stesso: "Vogliono darmi sei anni di galera e farmi dimettere". Sì, perchè il reato che gli viene contestato nel processo-Mills è di una gravità assoluta. Corruzione in atti giudiziari. Un reato rarissimo in Italia. Solo lui poteva spingersi a tanto.
Di solito in Italia funzionava così: chi veniva scoperto "con le mani nelle mazzette" si presentava davanti al giudice, confessava quel poco che gli bastava per ottenere un patteggiamento, pagava quello che doveva pagare, una buona dose di vergogna e la vita ricominciava. E' stato così per tanti personaggi finiti nella rete di "Mani Pulite". E' stato così per i "tanti furbetti del quartierino", gli imprenditori con le pezze al culo, che tentavano le scalate alle banche e alle case editrici senza l'ombra di un quattrino, vedasi Consorte, Fiorani e Ricucci. E' stato così per i bancarottieri fraudolenti Tanzi, re del latte, e Cragnotti, re della pommarola. Hanno confessato tutti, si sono fatti perfino qualche mese di carcere. E' il minimo della decenza.
Lui no. Lui si è sempre rifiutato. Ha sempre scelto la linea dura, quella del contrattacco. Che lo ha portato a versare tangeti alla guardia di finanza per chiudere entrambi gli occhi sui conti della Fininvest, in attesa di far approvare il decreto per depenalizzare il falso in bilancio. Che lo ha portato a tenere a libro paga giudici corrotti (vedi Squillante, Metta, Pacifico ecc...) per mezzo di avvocati corrotti (vedi Previti, Acampora, ecc...) in modo tale da comprare sentenze truccate. Che lo ha visto erogare a getto continuo tangenti al partito di Bettino Craxi, che gli confezionava leggi ad hoc per consentire a Rete4 di trasmettere abusivamente. Che lo ha portato a far approvare una serie di leggi-vergogna per bloccare uno dopo l'altro tutti i processi a suo carico, in quella sorta di marcia a tappe forzate che è stato il suo governo tra il 2001 e il 2006.
E' un uomo che l'ha sempre fatta franca. E' un uomo che si è abituato troppo bene. Che si è abituato all'impunità sempre e comunque. Tanto da autoconvincersi che quell'impunità gli sia dovuta, come dono divino. Ma è anche un uomo che ieri, alla conferenza di Confesercenti, ha dimostrato di avere molta paura. Non è stato uno sfogo casuale. E' stato un tentativo di inasprire e portare a livelli inaccettabili lo scontro frontale con la magistratura. Ieri Silvio Berlusconi ha deciso di giocarsi tutto. E' stato finalmente sincero per una volta nella vita. Ha dichiarato guerra ai giudici. O victoria o muerte.
Lui fa così. E' un animale duro a morire. Come un serpente in fin di vita, ma che, finchè ne avrà la forza, cercherà di morderti e infettarti col suo veleno mortale. Vi ricordate cosa successe alla viglia delle elezioni del 2006? Sicuro della sconfitta, giocò la carta che nessuno si aspettava. Andò davanti alla platea di Confindustria e attaccò. Attaccò tutto e tutti, Della Valle in primis. Rei di avergli voltato le spalle, perchè forse anche loro avevano "degli scheletri nell'armadio" da nascondere. Disse proprio così. Fece scalpore. Berlusconi che attacca gli industriali, i suoi compagni di sempre, i fedelissimi che lo hanno supportato per una vita. Sembrava una mossa folle, disperata. Invece recuperò una marea di voti e per poco non riuscì nell'incredibile sorpasso.
L'incontro di ieri davanti a Confesercenti fa esattamente il paio con quel momento storico. Era stato invitato a parlare delle problematiche delle piccole e medie imprese. Ha invece preso in mano il microfono e ha inscenato un comizio a braccio parlando di sè e sparando quel vergognoso "I giudici sono la metastasi della democrazia". Chissà, ci starebbe proprio bene come epitaffio, sulla tomba già pronta, nella villa di Arcore. In compenso si è beccato una selva di fischi e di Buuuhhh. Ma questo non conta. La scorza è dura, figurarsi se la possono scalfire dei fischi innocenti.
Una condanna però, anche se solo in primo grado, al processo-Mills sarebbe un colpo troppo duro da sopportare. Se è vero quello che si sussurra (il suo ex-avvocato Pecorella da tempo ritiene che Berlusconi rischi seriamente di prendersi 6 anni) le dimissioni diventerebbero inevitabili. Con buona pace del Cavaliere, che già aspirava al Colle. Non ne fa mistero. Il suo prossimo obiettivo è la Presidenza della Repubblica. Altro che Gianni Letta. Ha già il futuro programmato. Con l'immunità garantita a vita dal Lodo Schifani-bis.
It's now or never.
Ora o mai più.
Ora che ha mostrato gravi cenni di debolezza è necessario attaccare, attaccare, attaccare.
Senza sosta. Fargli sentire il fiato sul collo dell'Italia onesta che è stanca di avere al governo un buffone. Per questo è necessario, in questo momento più che in altri, scendere in piazza in ogni occasione possibile. Che sia il comizio di Nando Dalla Chiesa davanti al palazzo di Giustizia di Milano con 500 persone al seguito o la marea oceanica di persone che si riverseranno, spero, nelle strade di Roma il 25 Luglio per "La Gita su Roma" indetta da Grillo, non ha importanza.
Bisogna prenderlo per sfinimento. Prima che sia troppo tradi. I tempi sono maturi.
Chiosando le parole di Nando Dalla Chiesa, la partita ora si gioca su questo fronte: Se si stancherà prima lui a difendere i propri interessi personali o prima noi a difendere gli interessi pubblici.
Ha paura di fare la stessa fine del suo compagno di merende Bettino Craxi, linciato dalla folla inferocita (la folla, si sa, fa presto a cambiare umore).
Ha paura di veder crollare come un castello di carta il sogno di entrare nella storia d'Italia come "grande statista" (con il Ponte a fare da monumento simbolo, a futura memoria).
Ha paura di essere smascherato finalmente per quello che è. Cioè un imprenditore senza scrupoli nè remore morali, sprezzante delle regole, allergico alla giustizia, che non ha esitato a intrecciare rapporti con la mafia, a corrompere giudici e testimoni, a nascondere fantamiliardi di fondi neri Fininvest in miriadi di società fasulle off-shore, a finanziare illecitamente partiti politici, a testimoniare il falso, a mentire alla gente, a ricattare il parlamento piegandolo ai propri interessi personali.
E' un animale in gabbia che si dibatte disperato. Vede abbattersi su di lui la mannaia di due processi infamanti (Mills e Saccà). Da Milano a Napoli. La morsa delle toghe rosse lo sta per maciullare nelle sue fauci avide. Se non fosse presidente del Consiglio, ammettono i suoi legali, sarebbe ormai spacciato. L'ha confessato lui stesso: "Vogliono darmi sei anni di galera e farmi dimettere". Sì, perchè il reato che gli viene contestato nel processo-Mills è di una gravità assoluta. Corruzione in atti giudiziari. Un reato rarissimo in Italia. Solo lui poteva spingersi a tanto.
Di solito in Italia funzionava così: chi veniva scoperto "con le mani nelle mazzette" si presentava davanti al giudice, confessava quel poco che gli bastava per ottenere un patteggiamento, pagava quello che doveva pagare, una buona dose di vergogna e la vita ricominciava. E' stato così per tanti personaggi finiti nella rete di "Mani Pulite". E' stato così per i "tanti furbetti del quartierino", gli imprenditori con le pezze al culo, che tentavano le scalate alle banche e alle case editrici senza l'ombra di un quattrino, vedasi Consorte, Fiorani e Ricucci. E' stato così per i bancarottieri fraudolenti Tanzi, re del latte, e Cragnotti, re della pommarola. Hanno confessato tutti, si sono fatti perfino qualche mese di carcere. E' il minimo della decenza.
Lui no. Lui si è sempre rifiutato. Ha sempre scelto la linea dura, quella del contrattacco. Che lo ha portato a versare tangeti alla guardia di finanza per chiudere entrambi gli occhi sui conti della Fininvest, in attesa di far approvare il decreto per depenalizzare il falso in bilancio. Che lo ha portato a tenere a libro paga giudici corrotti (vedi Squillante, Metta, Pacifico ecc...) per mezzo di avvocati corrotti (vedi Previti, Acampora, ecc...) in modo tale da comprare sentenze truccate. Che lo ha visto erogare a getto continuo tangenti al partito di Bettino Craxi, che gli confezionava leggi ad hoc per consentire a Rete4 di trasmettere abusivamente. Che lo ha portato a far approvare una serie di leggi-vergogna per bloccare uno dopo l'altro tutti i processi a suo carico, in quella sorta di marcia a tappe forzate che è stato il suo governo tra il 2001 e il 2006.
E' un uomo che l'ha sempre fatta franca. E' un uomo che si è abituato troppo bene. Che si è abituato all'impunità sempre e comunque. Tanto da autoconvincersi che quell'impunità gli sia dovuta, come dono divino. Ma è anche un uomo che ieri, alla conferenza di Confesercenti, ha dimostrato di avere molta paura. Non è stato uno sfogo casuale. E' stato un tentativo di inasprire e portare a livelli inaccettabili lo scontro frontale con la magistratura. Ieri Silvio Berlusconi ha deciso di giocarsi tutto. E' stato finalmente sincero per una volta nella vita. Ha dichiarato guerra ai giudici. O victoria o muerte.
Lui fa così. E' un animale duro a morire. Come un serpente in fin di vita, ma che, finchè ne avrà la forza, cercherà di morderti e infettarti col suo veleno mortale. Vi ricordate cosa successe alla viglia delle elezioni del 2006? Sicuro della sconfitta, giocò la carta che nessuno si aspettava. Andò davanti alla platea di Confindustria e attaccò. Attaccò tutto e tutti, Della Valle in primis. Rei di avergli voltato le spalle, perchè forse anche loro avevano "degli scheletri nell'armadio" da nascondere. Disse proprio così. Fece scalpore. Berlusconi che attacca gli industriali, i suoi compagni di sempre, i fedelissimi che lo hanno supportato per una vita. Sembrava una mossa folle, disperata. Invece recuperò una marea di voti e per poco non riuscì nell'incredibile sorpasso.
L'incontro di ieri davanti a Confesercenti fa esattamente il paio con quel momento storico. Era stato invitato a parlare delle problematiche delle piccole e medie imprese. Ha invece preso in mano il microfono e ha inscenato un comizio a braccio parlando di sè e sparando quel vergognoso "I giudici sono la metastasi della democrazia". Chissà, ci starebbe proprio bene come epitaffio, sulla tomba già pronta, nella villa di Arcore. In compenso si è beccato una selva di fischi e di Buuuhhh. Ma questo non conta. La scorza è dura, figurarsi se la possono scalfire dei fischi innocenti.
Una condanna però, anche se solo in primo grado, al processo-Mills sarebbe un colpo troppo duro da sopportare. Se è vero quello che si sussurra (il suo ex-avvocato Pecorella da tempo ritiene che Berlusconi rischi seriamente di prendersi 6 anni) le dimissioni diventerebbero inevitabili. Con buona pace del Cavaliere, che già aspirava al Colle. Non ne fa mistero. Il suo prossimo obiettivo è la Presidenza della Repubblica. Altro che Gianni Letta. Ha già il futuro programmato. Con l'immunità garantita a vita dal Lodo Schifani-bis.
It's now or never.
Ora o mai più.
Ora che ha mostrato gravi cenni di debolezza è necessario attaccare, attaccare, attaccare.
Senza sosta. Fargli sentire il fiato sul collo dell'Italia onesta che è stanca di avere al governo un buffone. Per questo è necessario, in questo momento più che in altri, scendere in piazza in ogni occasione possibile. Che sia il comizio di Nando Dalla Chiesa davanti al palazzo di Giustizia di Milano con 500 persone al seguito o la marea oceanica di persone che si riverseranno, spero, nelle strade di Roma il 25 Luglio per "La Gita su Roma" indetta da Grillo, non ha importanza.
Bisogna prenderlo per sfinimento. Prima che sia troppo tradi. I tempi sono maturi.
Chiosando le parole di Nando Dalla Chiesa, la partita ora si gioca su questo fronte: Se si stancherà prima lui a difendere i propri interessi personali o prima noi a difendere gli interessi pubblici.
22 commenti:
Scusami, ma fra salva-premier e lodo "schifani", come puoi pensare che il cavaliere venga processato?
Vorrei tanto che tu avessi ragione... soprattutto sul fatto della sua paura. Ci godrei molto.
Non so, magari è una mia illusione, ma allora non capisco questa agitazione isterica di berlusconi. Se fosse così sicuro di non essere processato non farebbe tutte ste manfrine...
I giudici sono una metastasi Per la mafia!
It is a shame to see the potential of such great country being wasted in the hands of such incompetent holding power.
Ancora un ottimo articolo, Federico. Si Silvio ha paura ma probabilmente riuscirà a vincere anche questa battaglia trovando un modo per non arrivare a quelle due sentenze ...
C'è rimasto solo il tempo ... nemico invincibile anche per lui. sperando che faccia presto e ci risparmi la pestilenza di vederlo anche al Colle ...
facciamolo fuori!!!
metaforicamente parlando!
e allora tutti a Roma! e poi(chissà un giorno) tutti a trovarlo in galera!!!!!
:D
Silvio si sta cagando sotto!!!
p.s.
federico vai con l'iniziativa:
http://blackholestar.blogspot.com/2008/06/iniziativa-non-mi-prendi-in-giro.html
@ sr
Non riesco ad aprire il link che mi hai dato :(
@ tutti
Vi segnalo che Micromega ha organizzato una manifestazione presso il Pantheon l'8 luglio a roma contro le leggi-vergogna.
PASSATEPAROLA!
Ottimo articolo! Berlusconi ha sicuramente una paura fottuta di essere condannato e ha capito che se non fa qualcosa subito e in fretta, per lui finisce male.
Nell'incontro alla confesercenti doveva parlare dei problemi delle piccole e medie imprese ed invece ha sferrato l'ennesimo attacco alla giustizia: pensa sempre e soltanto a se stesso e a come farla franca. Meno male che almeno questa volta lo hanno fischiato.
Comunque, anche nel caso in cui venisse condannato a 6 anni con una sentenza definitiva, non andrebbe in galera, visto che la legge che avevano fatto per Previti è ancora in vigore: gli ultrasettantenni non vanno in carcere.
Mauro...è la classica cosa che è davanti agli occhi di tutti, ma nessuno della stampa nostrana l'ha evidenziata come si deve. Doveva parlare dei problemi delle piccole e medie imprese ed invece ha attaccato la giustizia parlando dei suoi problemi. Incredibile, ma vero. Fortunatamente il Financial Times oggi ha fatto tombola...
«Oh no, not again» «Guardare il suo nuovo governo in azione è un po’ come sedersi a rivedere un brutto film, una volta di più Berlusconi si concentra su se stesso e non sull’Italia, le ultime dimostrazioni già lasciano prevedere un altro horror show».
E noi dobbiamo sentircelo dire da fuori, ma la massaia di Salerno non legge queste cose, guarda Lucignolo e Studio Aperto.
(tutte le massaie di Salerno mi scusino, dovevo citare una categoria a caso e siete capitate voi)
@ mauro
Purtroppo non potrà essere mai condannato con una sentenza definitiva, visto che qui si tratta di riuscire ad arrivare, al massimo, alla conclusione del primo grado di giudizio. Tra qualche mese andrà tutto in prescrizione. Che vada in galera o no, non mi interessa più di tanto. Il punto è riuscire a farlo scomparire dalla scena politica italiana una volta per tutte. L'Italia non si può più permettere altri 5 anni così. Ne va del futuro di un intero paese.
@ prez
Come mai proprio di Salerno, la massaia??? Hahahaha..
Perchè sono il mio sogno erotico, le massaie mediterraneee, Cucinotta docet...
;-)))
http://tinyurl.com/3t4fbu
link all'articolo del FT che ho citato.
@ fede:
allora vai sul mio blog e clicca sul banner di mr B! ;)
Fede, spero davvero te abbia ragione e che qualcosa possa muoversi sul serio! O un decennio non basterà per rimettere in piedi quello che sta venendo massacrato...
Ciao Federico, bel post come sempre.
Una cosa non mi è molto chiara, hai scritto "Che lo ha visto erogare a getto continuo tangenti al partito di Bettino Craxi, che gli confezionava leggi ad hoc per consentire a Rete4 di trasmettere abusivamente."
Se non erro Craxi ha fatto un decreto per permettere a Berlusconi di continuare a trasmettere su scala nazionale i suoi canali televisivi (ora non ricordo se c'erano già tutti e tre o solo due). Europa7 "vince" le frequenze assegnate a rete4 solamente nel 1999.
Ciao!
@ ermak
Berlusconi fonda canale5 nel 1980, acquista Italia1 da Rusconi nel 1982 e rete4 da Mondadori nel 1984 creando di fatto un monopolio tra le televisioni private. Questa situazione anomala e assolutamente fuori legge viene all'inizio sanata da un pretore di Roma che ne blocca le frequenze. A quel punto Craxi, tornato a Roma di tutta fretta nel bel mezzo di un incontro con la Thatcher, propone un decreto per riaccendere immediatamente i canali di Berlusconi. Il decreto viene prima bocciato. Poi, quando Craxi minaccerà la crisi di governo, sarà approvato. Da quel momento berlusconi è legittimato a trasmettere illegalmente sul territorio nazionale. Craxi non poteva certamente permettersi di perdere un finanziatore così potente come Berlusconi (processo All-Iberian1 insegna). La situazione di manifesta illegalità viene sanata successivamente nel 1990 dalla legge-Mammì, dichiarata poi incostituzionale perchè violava il principio di pluralità (un privato non può detenere più del 20% delle frequenze e comunque non può averne più di 2). Berlusconi, avendone 3 su 6, allora deteneva il 50% e pure ne aveva una di troppo. La situazione si trascina stancamente sino al 99 quando europa7 vince le frequenze, ma non può trasmettere perchè quelle frequenze sono occupate da rete4. Il resto è roba nota. Vengono varate tutta una serie di leggi (Gasparri soprattutto) che legittimano lo status quo, di per sè illegittimo. Al 2008 la cosa non è stata ancora risolta.
Io direi anche, dappertutto, agli incontri, alle casse dei supermercati, negli ospedali....spegnete la TV! e vorrei proporre di dare un'occhiata al blog di una persona eccellente, a cui ho stretto la mano, una persona di cui mi sono innamorata per l'onestà, la pulizia, la scienza e la cultura, la pazienza e il rispetto: Stefano Montanari. Così, per curiosità, dato che è poco conosciuto perchè ha/ha avuto pochissimo spazio e ha bisogno di una mano.
gelu
@ gelu
Sì, sì. Conosco Stefano Montanari e il suo blog. Sicuramente è una persona seria e, come esperto di nanopatologie, è uno dei pochi che può parlare con cognizione di causa su questioni delicate come gli inceneritori. Altro che Veronesi.
Montanari è una persona splendida e se sono andato a votare è stato grazie a lui, purtroppo un signore come lui in questa palude popolata da caimani ed altro ha ben poche possibilità (anche perchè troppo isolato) di emergere.
Bisognerebbe mettere insieme tutte le persone per bene (e ce ne sono) per avere qualche speranza di incidere.
Un altro è senz'altro Nando Dalla Chiesa alla cui manifestazione davanti Palazzo di Giustizia ho avuto l'onore di partecipare.
Finalmente una buona notizia: la Forleo è stata ASSOLTA!!!
Giustizia 2 - corrotti 0 (contando anche l'assoluzione di De Magistris)
Alex
@ alex
Gran giorno! Però non cantiamo vittoria troppo presto, potrebbe ancora essere trasferita..ora aspettiamo anche l'assoluzione definitiva di de magistris.
La Commissione disciplinare del Csm ha assolto Clementina Forleo.
http://www.corriere.it/cronache/08_giugno_28/demagistris_stesso_destino_341974bc-44db-11dd-bb25-00144f02aabc.shtml?fr=box_primopiano
Non posso che essere contento per la Forleo e per la speranza di tutti quelli che, però, a differenza sua, non possono così altrettanto potersi difendere da "LAMAFIADELLOSTATO".
Può sembrare un paradosso che a volte prenda posizioni così favorevolmente decise nei confronti dei magistrati http://www.cuntrastamu.org/wordpress/index.php/?p=292
quando poi scrivo anche, che per mia esperienza e davanti ai miei occhi di modesto cittadino, il 51% della magistratura è manifestatamente allineato alla politica mafiosa.
Ma una cosa è fare, per propaganda personale, politica o di qualsiasi genere, gli zerbini dei magistrati (come dall’altra parte i servi del capitale) solo per evidente contrapposizione elettorale, un'altra è essere sempre e comunque contro la mafia e la mafiosità, in maniera oggettiva e reale.
A mio parere, se ci si sforza di essere intellettualmente onesti, si comprende chiaramente che i "mafiosi" sono dovunque ed in tutte le pieghe delle istituzioni e della politica "vestendosi" in tutti i modi previsti dalla costituzione.
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