Purtroppo per Berlusconi, Eluana è morta.
Il polverone sollevato ad hoc attorno alla vicenda si sta dissolvendo e, nel suo dissolversi, sta rivelando quello che si voleva tenere gelosamente nascosto: gli imbrogli e le norme anticostituzionali contenuti nei disegni di legge in materia di intercettazioni e riforma della giustizia. Norme che non accelereranno di un solo secondo la rapidità dei processi, ma che anzi li rallenteranno e li ingolferanno ancora di più legando le mani ai pm e al loro potere d'indagine.
Cominciamo a parlare del testo riguardante la regolamentazione delle intercettazioni, il ddl 1415. Oggi è scaduto il termine per la presentazioni di eventuali emendamenti, quindi la legge, se verrà approvata, passerà così com'è. Potete leggere il testo completo qui.
La scorsa settimana, durante la trasmissione Annozero, Niccolò Ghedini, parlamentare, avvocato personale di Berlusconi e ideatore de facto della legge, spiegava che questo testo è una sorta di compromesso "giusto ed equilibrato" tra la necessità di usare lo strumento delle intercettazioni senza violare la privacy dei cittadini. Marco Travaglio, in qualità di antagonista, ha messo in luce tutta una serie di incongruenze e di illogicità che condurranno all'impossibilità effettiva di disporre intercettazioni, o comunque ad una loro drastica riduzione. Ghedini ha risposto cercando di confutare ogni punto sollevato dal giornalista, citando, in perfetto stile Azzeccagarbugli, i numeri dei codici, dei codicilli e dei commi, come tanto gli piace fare per confondere l'inerme spettatore, che, di fronte a tanta apparente sapienza giuridica, tende ad arrendersi.
Peccato che, proprio ieri, sia arrivato il no secco del Consiglio Superiore della Magistratura (non del fazioso giornalista di turno che ce l'ha con Berlusconi), che ha spiegato come il testo del ddl sia "pericoloso, irrazionale, problematico, distonico, incongruo, incoerente, eccentrico". Queste parole non le ha pronunciate Marco Travaglio. Le ha pronunciate il massimo organo di controllo della magistratura.
Ma com'è possibile allora che Ghedini si affanni a difendere un testo con gravi lacune di questo genere e che lo consideri perfettamente coerente ed equilibrato? Evidentemente c'è qualcosa che non va. O tutti i procuratori generali di tutte le procure d'Italia che hanno criticato pesantemente il ddl all'inaugurazione dell'anno giudiziario si sono bevuti il cervello o forse, qualche problemuccio esiste davvero.
Il bello della democrazia è che ognuno può leggere il testo della legge e farsi una propria idea in proposito. Non c'è bisogno del Ghedini di turno che tenti di rigirare la frittata, non c'è bisogno del Travaglio di turno che metta in risalto gli imbrogli. E soprattutto non c'è bisogno di essere laureati in legge. Basta avere un minimo di intelligenza, un minimo di coscienza critica e un minimo di onestà intellettuale. Qualità, capisco, che sono sempre più rare.
Leggendo il testo, corredato dei relativi emendamenti, si scoprono le seguenti cose.
1) L'articolo 3 al comma 1 modifica l'articolo 266 del codice di procedura penale specificando il limite di ammissibilità per le intercettazioni, che potranno essere disposte per tutti i reati con pena superiore ai cinque anni di reclusione, più una serie di altri reati minori. Questo emendamento modifica l'idea iniziale, sostenuta fortemente da Berlusconi, di restringere le intercettazioni solo ai reati con pene superiori ai dieci anni.
Dunque cosa cambia rispetto a prima? Apparentemente nulla. In pratica, invece, cambia tutto. Perchè esiste una distinzione fondamentale tra reati con pene superiori ai dieci anni e non. Vediamo come.
2) L'articolo 4 modifica l'articolo 167 del codice di procedura penale e stabilisce al comma a) che per i reati dai 5 ai 10 anni di reclusione "l'autorizzazione è data con decreto motivato, contestuale e non successivamente modificabile o sostituibile, quando vi sono gravi indizi di colpevolezza e l'intercettazione è assolutamente indispensabile ai fini della prosecuzione delle indagini..."
Le due precisazioni che ho evidenziato in grassetto sono tra di loro incompatibili e rendono di fatto impossibile un decreto di intercettazione da parte del pm per questo tipo di reati "minori". La sussistenza di "gravi indizi di colpevolezza", in termini giuridici, è lo stesso status che permette ai pm di richiedere l'arresto di una persona. Ora, dunque, la legge prevede che io posso intercettare una persona quando già so con ragionevole certezza che essa è colpevole: la posso intercettare in pratica solo quando sono anche in grado di richiederne l'arresto. E' chiaro però che, se ne posso richiedere l'arresto, non è più "assolutamente necessario" intercettarla e l'intercettazione dunque non verrà disposta. Un giochino tanto semplice quanto diabolico che costringerà i pm ad arrampicarsi sui vetri per cercare di dimostrare che sì, loro sono praticamente sicuri che quella persona è colpevole, ma hanno assolutamente bisogno di intercettarla. Auguri.
Non ci vuole Ghedini per capire che questa norma renderà praticamente nullo l'effetto delle intercettazioni, che saranno svuotate di senso e relegate, nel caso improbabile che vengano ancora effettuate, ad un semplice mezzo di conferma di reati già noti. E' necessario anche far notare che per avere "gravi indizi di colpevolezza", i pm probabilmente dovranno avere la palla di vetro o ricevere qualche illuminazione dall'Altissimo, perchè di solito è proprio grazie all'uso delle intercettazioni che si arriva ad avere gravi indizi di colpevolezza. Un paradosso fatto legge.
3) nel comma f) dell'articolo 4 si specifica invece che per i reati di mafia e terrorismo bastano "sufficienti indizi di reato". Cioè la legge rimane esattamente come è stata fino ad ora. Peccato che, se uno ci pensa, il fatto che le intercettazioni per i reati "minori", come spiegato al punto 3, saranno ridotte al lumicino, se non praticamente abolite, farà cadere una scure tagliente pure sulle indagini di mafia e terrorismo. Il punto fondamentale è questo: cosa significa reato di mafia? Significa tutto e niente. Come si fa a riconoscere un reato di mafia? Come si fa a sapere a priori che il trucco di un appalto, l'incendio di un negozio, lo spaccio di stupefacenti ecc. rientrano all'interno di un più complesso disegno criminale di un'intera organizzazione a delinquere? Di nuovo, è chiaro che i pm troveranno notevoli difficoltà a dimostrare che un reato si configura come reato mafioso e questo limiterà ulteriormente il loro potere di indagine.
4) I commi e) e f) dell'articolo 4 chiariscono i limiti di durata delle intercettazioni. Il testo è chiarissimo. Per reati "minori" i tempi sono di 30 giorni, con la possibilità di chiedere una proroga per altri quindici giorni e, al massimo, un'ulteriore proroga per altri 15 per un totale di 60 giorni complessivi, non uno di più. E' chiaro che i 60 giorni possono anche essere non consecutivi e distribuiti lungo l'arco di tutta l'indagine, ma che senso ha indagare per un anno potendo intercettare solo al giovedì? Dice: è per rispettare la privacy. Certo: se ti intercetto per 60 giorni la tua privacy è salva. Follia: o la privacy la si rispetta o non la si rispetta. Non si può violare un po'. O è violata o non è violata. E se è già stata violata per ben 60 giorni che senso ha fermarsi proprio in nome della privacy? E che senso ha tutelare la privacy di una persona su cui pendono gravi inidizi di colpevolezza? E' questa la privacy di cui parlano? La privacy dei delinquenti? E non c'è Ghedini che tenga. Il testo parla chiaro: 60 giorni e non oltre. Nessuna proroga possibile.
Proroga invece possibile per reati di mafia e terrorismo: ad libitum. Peccato che le proroghe siano di 20 giorni in 20 giorni. Cioè ogni 3 settimane si dovrà fare una nuova richiesta di intercettazioni. Questo ingolferà completamente l'attività investigativa e la paralizzerà. Vediamo perchè.
5) Sempre il comma a) dell'articolo 4 stabilisce infatti che " il pm richiede l'autorizzazione a disporre le intercettazioni al tribunale del capoluogo del distretto nel cui ambito ha sede il giudice competente, che decide in composizione collegiale. Il pubblico ministero, insieme alla richiesta di autorizzazione, trasmette al giudice il fascicolo con tutti gli atti di indagine fino a quel momento compiuti".
Immaginatevi il delirio. Ogni qual volta che deve essere richiesta un'intercettazione il pm deve spedire tutto il fascicolo dell'indagine al tribunale del capoluogo. Per i reati di mafia, dunque, un camioncino contenente tutti i faldoni dovrà fare la spola tra capoluogo e tribunale d'indagine ogni tre settimane in uno schizofrenico andare e venire. E ogni tre settimane un collegio di tre magistrati esterni deve deliberare se concedere la proroga o meno. Con la penuria di personale e la mancanza di fondi e mezzi denunciata dai procuratori generali di tutta Italia immaginatevi voi che cosa ne verrà fuori. Senza contare che, ogni volta che il collegio giudicante si pronuncia sulla concessione delle intercettazioni, diventa automaticamente incompatibile con un futuro giudizio sul procedimento penale. Si capisce che ci vorrebbe il decuplo dei magistrati che esistono in Italia. Ma siccome non ci sono, le indagini e i processi al seguito si arresteranno e non arriveranno mai a sentenza.
6) L'articolo 3 al comma 2 regola le cosiddette intercettazioni ambientali, quelle ottenute tramite l'uso di cimici e microspie e specifica che sono consentite solo "solo se vi è fondato motivo di ritenere che nei luoghi ove è disposta si stia svolgendo l'attività criminosa". Quindi non si potranno più porre microspie nei bar, nelle abitazioni, sulle auto ecc... se non a meno di dimostrare di essere sicuri che in quel bar, in quell'abitazione, in quell'auto si svolgerà un'attività criminale. Di nuovo auguri.
7) l'articolo 4 al comma b) specifica che, nei procedimenti contro ignoti, le intercettazioni possono essere fatto solo su richiesta della persona offesa. Questo significa che, per esempio, durante un sequestro, la polizia non potrà mettere sotto controllo i telefoni di tutti i famigliari, degli amici, dei colleghi ecc.. come si faceva prima per cercare di trovare un indizio, se non su espressa richiesta della famiglia del sequestrato. Oppure: la vittima di un'intimidazione dovrà spontaneamente richiedere alla polizia che vengano disposte le intercettazioni. Così, il mafioso di turno, quando verrà arrestato, saprà benissimo con chi prendersela. Una disposizione che contrasta palesemente con la lotta all'omertà e che non protegge adeguatamente il cittadino che decide di denunciare i propri estorsori.
8) l'articolo 7 modifica l'articolo 270 del codice di procedura penale e prevede che " i risultati delle intercettazioni non possono essere utilizzati in procedimenti diversi da quelli nei quali le intercettazioni sono state disposte". Una norma senza senso che Ghedini ha definito "di garanzia". Bisognerebbe chiedergli "di garanzia per chi?". Probabilmente per il delinquente che, beccato a parlare di un proprio delitto in un'intercettazione disposta per altri motivi, avrà la certezza di farla franca. Un classico esempio di "garantismo dell'impunità".
9) l'articolo 2 invece stabilisce che " è vietata la pubblicazione, anche parziale o per riassunto o del relativo contenuto, di atti di indagine preliminare, nonché di quanto acquisito al fascicolo del pubblico ministero o del difensore, anche se non sussiste più il segreto, fino a che non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell'udienza preliminare". Vi ricordate tutte le manfrine sul fatto che non si debbano dare in pasto alla stampa intercettazioni coperte da segreto? Bene, qui hanno deciso che proprio non si potrà più parlare di un'indagine nemmeno se non è più segreta! Norma palesemente anticostituzionale che contrasta con la libertà di cronaca e di stampa.
Vi sembra tutto un paradosso? No, è semplicemente la legge. Nè più, nè meno.
Io invidio tanto i sostenitori di Berlusconi che vogliono credere che tutto questo sia fatto per tutelare la loro privacy.
Inguaribili ottimisti.
Il polverone sollevato ad hoc attorno alla vicenda si sta dissolvendo e, nel suo dissolversi, sta rivelando quello che si voleva tenere gelosamente nascosto: gli imbrogli e le norme anticostituzionali contenuti nei disegni di legge in materia di intercettazioni e riforma della giustizia. Norme che non accelereranno di un solo secondo la rapidità dei processi, ma che anzi li rallenteranno e li ingolferanno ancora di più legando le mani ai pm e al loro potere d'indagine.
Cominciamo a parlare del testo riguardante la regolamentazione delle intercettazioni, il ddl 1415. Oggi è scaduto il termine per la presentazioni di eventuali emendamenti, quindi la legge, se verrà approvata, passerà così com'è. Potete leggere il testo completo qui.
La scorsa settimana, durante la trasmissione Annozero, Niccolò Ghedini, parlamentare, avvocato personale di Berlusconi e ideatore de facto della legge, spiegava che questo testo è una sorta di compromesso "giusto ed equilibrato" tra la necessità di usare lo strumento delle intercettazioni senza violare la privacy dei cittadini. Marco Travaglio, in qualità di antagonista, ha messo in luce tutta una serie di incongruenze e di illogicità che condurranno all'impossibilità effettiva di disporre intercettazioni, o comunque ad una loro drastica riduzione. Ghedini ha risposto cercando di confutare ogni punto sollevato dal giornalista, citando, in perfetto stile Azzeccagarbugli, i numeri dei codici, dei codicilli e dei commi, come tanto gli piace fare per confondere l'inerme spettatore, che, di fronte a tanta apparente sapienza giuridica, tende ad arrendersi.
Peccato che, proprio ieri, sia arrivato il no secco del Consiglio Superiore della Magistratura (non del fazioso giornalista di turno che ce l'ha con Berlusconi), che ha spiegato come il testo del ddl sia "pericoloso, irrazionale, problematico, distonico, incongruo, incoerente, eccentrico". Queste parole non le ha pronunciate Marco Travaglio. Le ha pronunciate il massimo organo di controllo della magistratura.
Ma com'è possibile allora che Ghedini si affanni a difendere un testo con gravi lacune di questo genere e che lo consideri perfettamente coerente ed equilibrato? Evidentemente c'è qualcosa che non va. O tutti i procuratori generali di tutte le procure d'Italia che hanno criticato pesantemente il ddl all'inaugurazione dell'anno giudiziario si sono bevuti il cervello o forse, qualche problemuccio esiste davvero.
Il bello della democrazia è che ognuno può leggere il testo della legge e farsi una propria idea in proposito. Non c'è bisogno del Ghedini di turno che tenti di rigirare la frittata, non c'è bisogno del Travaglio di turno che metta in risalto gli imbrogli. E soprattutto non c'è bisogno di essere laureati in legge. Basta avere un minimo di intelligenza, un minimo di coscienza critica e un minimo di onestà intellettuale. Qualità, capisco, che sono sempre più rare.
Leggendo il testo, corredato dei relativi emendamenti, si scoprono le seguenti cose.
1) L'articolo 3 al comma 1 modifica l'articolo 266 del codice di procedura penale specificando il limite di ammissibilità per le intercettazioni, che potranno essere disposte per tutti i reati con pena superiore ai cinque anni di reclusione, più una serie di altri reati minori. Questo emendamento modifica l'idea iniziale, sostenuta fortemente da Berlusconi, di restringere le intercettazioni solo ai reati con pene superiori ai dieci anni.
Dunque cosa cambia rispetto a prima? Apparentemente nulla. In pratica, invece, cambia tutto. Perchè esiste una distinzione fondamentale tra reati con pene superiori ai dieci anni e non. Vediamo come.
2) L'articolo 4 modifica l'articolo 167 del codice di procedura penale e stabilisce al comma a) che per i reati dai 5 ai 10 anni di reclusione "l'autorizzazione è data con decreto motivato, contestuale e non successivamente modificabile o sostituibile, quando vi sono gravi indizi di colpevolezza e l'intercettazione è assolutamente indispensabile ai fini della prosecuzione delle indagini..."
Le due precisazioni che ho evidenziato in grassetto sono tra di loro incompatibili e rendono di fatto impossibile un decreto di intercettazione da parte del pm per questo tipo di reati "minori". La sussistenza di "gravi indizi di colpevolezza", in termini giuridici, è lo stesso status che permette ai pm di richiedere l'arresto di una persona. Ora, dunque, la legge prevede che io posso intercettare una persona quando già so con ragionevole certezza che essa è colpevole: la posso intercettare in pratica solo quando sono anche in grado di richiederne l'arresto. E' chiaro però che, se ne posso richiedere l'arresto, non è più "assolutamente necessario" intercettarla e l'intercettazione dunque non verrà disposta. Un giochino tanto semplice quanto diabolico che costringerà i pm ad arrampicarsi sui vetri per cercare di dimostrare che sì, loro sono praticamente sicuri che quella persona è colpevole, ma hanno assolutamente bisogno di intercettarla. Auguri.
Non ci vuole Ghedini per capire che questa norma renderà praticamente nullo l'effetto delle intercettazioni, che saranno svuotate di senso e relegate, nel caso improbabile che vengano ancora effettuate, ad un semplice mezzo di conferma di reati già noti. E' necessario anche far notare che per avere "gravi indizi di colpevolezza", i pm probabilmente dovranno avere la palla di vetro o ricevere qualche illuminazione dall'Altissimo, perchè di solito è proprio grazie all'uso delle intercettazioni che si arriva ad avere gravi indizi di colpevolezza. Un paradosso fatto legge.
3) nel comma f) dell'articolo 4 si specifica invece che per i reati di mafia e terrorismo bastano "sufficienti indizi di reato". Cioè la legge rimane esattamente come è stata fino ad ora. Peccato che, se uno ci pensa, il fatto che le intercettazioni per i reati "minori", come spiegato al punto 3, saranno ridotte al lumicino, se non praticamente abolite, farà cadere una scure tagliente pure sulle indagini di mafia e terrorismo. Il punto fondamentale è questo: cosa significa reato di mafia? Significa tutto e niente. Come si fa a riconoscere un reato di mafia? Come si fa a sapere a priori che il trucco di un appalto, l'incendio di un negozio, lo spaccio di stupefacenti ecc. rientrano all'interno di un più complesso disegno criminale di un'intera organizzazione a delinquere? Di nuovo, è chiaro che i pm troveranno notevoli difficoltà a dimostrare che un reato si configura come reato mafioso e questo limiterà ulteriormente il loro potere di indagine.
4) I commi e) e f) dell'articolo 4 chiariscono i limiti di durata delle intercettazioni. Il testo è chiarissimo. Per reati "minori" i tempi sono di 30 giorni, con la possibilità di chiedere una proroga per altri quindici giorni e, al massimo, un'ulteriore proroga per altri 15 per un totale di 60 giorni complessivi, non uno di più. E' chiaro che i 60 giorni possono anche essere non consecutivi e distribuiti lungo l'arco di tutta l'indagine, ma che senso ha indagare per un anno potendo intercettare solo al giovedì? Dice: è per rispettare la privacy. Certo: se ti intercetto per 60 giorni la tua privacy è salva. Follia: o la privacy la si rispetta o non la si rispetta. Non si può violare un po'. O è violata o non è violata. E se è già stata violata per ben 60 giorni che senso ha fermarsi proprio in nome della privacy? E che senso ha tutelare la privacy di una persona su cui pendono gravi inidizi di colpevolezza? E' questa la privacy di cui parlano? La privacy dei delinquenti? E non c'è Ghedini che tenga. Il testo parla chiaro: 60 giorni e non oltre. Nessuna proroga possibile.
Proroga invece possibile per reati di mafia e terrorismo: ad libitum. Peccato che le proroghe siano di 20 giorni in 20 giorni. Cioè ogni 3 settimane si dovrà fare una nuova richiesta di intercettazioni. Questo ingolferà completamente l'attività investigativa e la paralizzerà. Vediamo perchè.
5) Sempre il comma a) dell'articolo 4 stabilisce infatti che "
Immaginatevi il delirio. Ogni qual volta che deve essere richiesta un'intercettazione il pm deve spedire tutto il fascicolo dell'indagine al tribunale del capoluogo. Per i reati di mafia, dunque, un camioncino contenente tutti i faldoni dovrà fare la spola tra capoluogo e tribunale d'indagine ogni tre settimane in uno schizofrenico andare e venire. E ogni tre settimane un collegio di tre magistrati esterni deve deliberare se concedere la proroga o meno. Con la penuria di personale e la mancanza di fondi e mezzi denunciata dai procuratori generali di tutta Italia immaginatevi voi che cosa ne verrà fuori. Senza contare che, ogni volta che il collegio giudicante si pronuncia sulla concessione delle intercettazioni, diventa automaticamente incompatibile con un futuro giudizio sul procedimento penale. Si capisce che ci vorrebbe il decuplo dei magistrati che esistono in Italia. Ma siccome non ci sono, le indagini e i processi al seguito si arresteranno e non arriveranno mai a sentenza.
6) L'articolo 3 al comma 2 regola le cosiddette intercettazioni ambientali, quelle ottenute tramite l'uso di cimici e microspie e specifica che sono consentite solo "solo se vi è fondato motivo di ritenere che nei luoghi ove è disposta si stia svolgendo l'attività criminosa". Quindi non si potranno più porre microspie nei bar, nelle abitazioni, sulle auto ecc... se non a meno di dimostrare di essere sicuri che in quel bar, in quell'abitazione, in quell'auto si svolgerà un'attività criminale. Di nuovo auguri.
7) l'articolo 4 al comma b) specifica che, nei procedimenti contro ignoti, le intercettazioni possono essere fatto solo su richiesta della persona offesa. Questo significa che, per esempio, durante un sequestro, la polizia non potrà mettere sotto controllo i telefoni di tutti i famigliari, degli amici, dei colleghi ecc.. come si faceva prima per cercare di trovare un indizio, se non su espressa richiesta della famiglia del sequestrato. Oppure: la vittima di un'intimidazione dovrà spontaneamente richiedere alla polizia che vengano disposte le intercettazioni. Così, il mafioso di turno, quando verrà arrestato, saprà benissimo con chi prendersela. Una disposizione che contrasta palesemente con la lotta all'omertà e che non protegge adeguatamente il cittadino che decide di denunciare i propri estorsori.
8) l'articolo 7 modifica l'articolo 270 del codice di procedura penale e prevede che "
9) l'articolo 2 invece stabilisce che "
Vi sembra tutto un paradosso? No, è semplicemente la legge. Nè più, nè meno.
Io invidio tanto i sostenitori di Berlusconi che vogliono credere che tutto questo sia fatto per tutelare la loro privacy.
Inguaribili ottimisti.
7 commenti:
dopo le azioni più che discutibili degli ultimi tempi, il CSM ha semplicemente detto cose giuste dal punto di vista giuridico.
checchè ne dica il ministro della giustizia GHEFANO (ghedini-alfano)
incredibile....
Signori scusate
ma pensate veramente che questi banditi pensino di salvare il nostro paese dalla bancarotta???
Noooo stanno semplicemente preparandosi al peggio!!
Peccato per loro che quando la FAME, quella vera, incomincera' a tormentare le viscere degli italioti dovranno scappare in fretta e furia alla faccia delle norme sulle intercettazioni.
Addaveni' quel giorno
Io, in piazza, ci saro' lo devo a mia figlia e a tutti i giovani di qusto paese
ciao
billy 55
grazie billy!
ti ringrazio da "giovane"
;)
"[...]Il bello della democrazia è che ognuno può leggere il testo della legge e farsi una propria idea in proposito[...]"
Il problema è, spesso e volentieri, che nessuno legge o ha voglia di farlo: specialmente su queste faccende, c'è l'idea comune che qualcuno pensi/agisca in nostra vece, poichè più informato, competente, con tempo da perdere ecc.
Eccoci quindi in mezzo a pensieri e schieramenti prconfezionati, che non lasciano spazi a interpretazione, rettifica, idee, miglioramenti o quant'altro.
Uno sta con Silvio e l'altro con Tonino, uno è per la vita l'altro per la morte, uno dice che Travaglio è un cretino, l'altro pensa lo stesso di Barnard...potrei continuare per ore.
Quello che alle volte mi sembra di capire è che dietro alle prese di posizione "da sondaggio" degli italiani, non ci sia in realtà un'attenta valutazione dei fatti, un'idea politica, una scelta consapevole, bensì un rito stupidamente sancito da quella forma di insano bipolarismo totale (cioè non riferito esclusivamente alle forze politiche in parlamento) che si è venuto a creare: destra o sinistra, con x o contro x...
perchè se le cose andassero diversamente, non staremmo a cincischiare di fronte a ddl del genere.
P. S. bel blog, è la prima volta che ci capito, ti seguirò spesso d'ora in poi
halbe
Grazie halbe, concordo pienamente con tutto quello che dici.
Ciao a tutti e complimenti a Fede: non una riga fuori posto, e non solo per questo post. Concordo anch'io con Halbe: sono fortunati, perchè tanta gente si lamenta solo e non va al nocciolo della questione. Sembra quasi non vogliano destarsi dal torpore nel quale giornali e tv li avvolgono: quante nefandezze...se solo volessero...se solo sapessero.
E allora dai...cominciamo con la SARDEGNA: amici sardi, destatevi dal torpore. Diamo un bel colpo alla botte, e se volete sapere come si sta...chiedete agli amici ABRUZZESI, sono freschi di nomina. Coraggio
ciao a tutti Mauro
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