venerdì 28 novembre 2008

Alitaglia


Parte o non parte?
Ceeerrrrrrrrrrto
che parte!
Ezio Greggio commenterebbe così la tragic(omic)a situazione in cui versano i rimasugli dell'ormai defunta compagnia di bandiera italiana. Il rigor mortis ne è stato già più volte accertato, ma c'è sempre qualcuno che non vuole farsene una ragione.

Roberto Colaninno e Rocco Sabelli hanno appena terminato di spedire le 17.500 lettere di mobilità agli ex-dipendenti Alitalia. A breve inizieranno le nuove assunzioni in Cai: la più grande campagna di assunzioni mai vista nella storia. Migliaia di loro (nessuno sa precisarne il numero effettivo) perderanno definitivamente il lavoro, coloro che presentano oggettive problematiche (handicappati, madri in gravidanza, ecc...) non avranno alcuna speranza di assunzione, una buona percentuale dei restanti "fortunati" sarà messa in cassaintegrazione. Ma a rotazione: così, giusto per non sentirsi soli nella grande famiglia del Cai.

Già, ma 'sto Cai, quand'è che parte?
Bella domanda. Che parte, è sicuro. Quando, resta un mistero.
Circolano voci incontrollate secondo cui il primo aereo Cai dovrebbe decollare addirittura fra tre giorni: lunedì 1 dicembre. Tempi da record. Ma è già arrivata la smentita. C'è chi dice, invece, prima di Natale. C'è chi, più prudentemente, abbozza gennaio, dopo la pausa delle festività.

Il problema non è da poco. Anzi, proprio il fatto che ci siano di mezzo le vacanze di Natale, rende il decollo di Cai una priorità assoluta. Sì perchè, nel frattempo, la nostra cara compagnia di bandiera Alitalia, anche da morta, continua a succhiarsi soldi su soldi, che vanno ad accumularsi di giorno in giorno al debito mostruoso che gli Italiani si accolleranno sulle proprie spalle da qui per le prossime due o tre generazioni, se va bene. Non passa giorno che spunti un nuovo creditore a reclamare milioni di euro. Ci si è messa pura l'Enac a chiedere alla morta Alitalia di estinguere un debito di 1,7 milioni di euro. Ma come potrebbe un morto pagare una cifra del genere? Infatti, non può: pagheremo noi anche questa.

Intanto, siccome un morto è pur sempre un morto e più di tanto non può fare, il traffico aereo in Italia sta andando al collasso. Se Colaninno non si spiccia a partire con Cai, ci ritroveremo un paese in ginocchio (anzi, a piedi) alla vigilia delle vacanze. E poi vaglielo a spiegare ai vacanzieri inferociti con le valigie già pronte in mano. Allora sì che potremmo assistere a scene da terzo mondo.

Il commissario straordinario Fantozzi, per tentare di tenere insieme la baracca, sta apportando sforbiciate su sforbiciate. A dicembre Alitalia vedrà i propri voli ridotti del 50%: la metà esatta. Dai 550 collegamenti garantiti fino a qualche settimana fa si scenderà a poco più di 200. Rimarranno garantite le tratte più redditizie, cioè quelle intercontinentali, e verranno sacrificate quelle nazionali ed internazionali. A livello nazionale i tagli arriveranno addirittura al 75%. Intere zone Italiane completamente prive di collegamenti. Un esempio? La Puglia. Da qualche giorno è praticamente impossibile raggiungere Roma o Milano dagli aeroporti di Bari e Brindisi. Ma anche l'Emilia Romagna con Bologna che perde 3 voli giornalieri su 4 verso e da Roma. Ma anche Parma, Venezia, Trieste, Verona. E poi tutta la Sicilia, sempre più scollegata dal continente.

Un paese sull'orlo della paralisi. Una situazione davvero da terzo mondo. Gli Enti locali e i sindaci sono sul piede di guerra e contestano apertamente l'operato della compagnia di bandiera. Persino Schifani si è attivato per "scongiurare il grave depotenziamento degli scali siciliani".

Sui media nazionali non viene fatto alcun cenno di tutto questo.
Si veleggia vento in poppa con la sentenza di Olindo e Rosa, che darà da parlare per settimane e settimane a venire. E poi di nuovo il terrorismo, con Frattini che, tornato accidentalmente dalle Hawaii, si ricorda di essere ministro e torna a predicare una lotta porta a porta contro il fanatismo estremista. E poi il gran freddo, le nevicate e il gelo, che di questa stagione è davvero un evento eccezionale.

Intanto, nel gran silenzio, una voce era trapelata. Subito sopita, nascosta, cancellata.
Si vocifera che Fantozzi, il super commissario straordinario di Alitalia, una volta che avrà finito il suo mandato, cioè quello di staccare la spina al morto e consegnare tutta la sua eredità (solo quella in attivo, si intende) nelle mani di Cai, percepirà pure un compenso per la prestazione offerta.

Quindici milioni di euro.

Qunidici
milioni
di euro.

Roba che, con quei soldi, ci potrebbero assumere di nuovo tutti i futuri cassintegrati.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Be vedo che non ci sono commenti, e grazie!, cosa ci sarebbe da commentare ancora su questa maledetta storia oltre che ad un estremo disgusto?