Non hanno mai voluto fare i conti con loro.
Li hanno sempre trattati come un'appendice rumorosa e fastidiosa, ma tutto sommato insignificante.
Li hanno accusati, delegittimati, insultati, ricattati, messi con le spalle al muro.
Li hanno definiti capricciosi, irresponsabili, fannulloni, privilegiati, corporativisti.
Gli hanno addossato le colpe principali del fallimento di Alitalia.
Li hanno schiacciati tra l'incudine dei sindacati confedrati e il martello dell'accoppiata governo-Cai.
Gli hanno proposto un accordo a settembre e, una volta firmato, gliel'hanno stravolto ad ottobre.
Hanno creduto di poter fare a meno di loro.
Hanno creduto di poter fare i loro porci comodi, tanto poi "quelli" avrebbero firmato comunque l'accordo. O prendere o lasciare.
Ora ne stanno pagando le conseguenze.
Sono i ribelli.
Semplicemente: coloro che fanno volare gli aerei: piloti e assistenti di volo.
Sono supportati nella loro battaglia da cinque sigle sindacali autonome: Anpav, Avia, Anpac, Up e Sdl.
Hanno annunciato scioperi a valanga.
E' l'ultimo passo, disperato, per cercare di difendere ancora il loro futuro.
Fino a pochi giorni fa, a chi chiedeva loro se sarebbero arrivati allo sciopero, rispondevano ancora che avrebbero utilizzato l'arma dello sciopero solo come extrema ratio.
Ora, a quanto pare, il limite è stato superato.
La situazione non è grave. E' disperata e paradossale allo stesso tempo.
C'è un governo che dovrebbe mediare tra gli interessi dei lavoratori e quelli della cordata di capitani coraggiosi. Che dovrebbe fare da arbitro imparziale in questa delicatissima trattativa. E invece cosa fa? Scende in campo, si schiera a scudi levati in difesa di Cai e inizia a pestare senza alcun ritegno i lavoratori.
Questa è la vera vergogna a cui tocca assistere in questi giorni.
Cicchitto parla di ricatto: "L'associazione dei piloti preferisce il fallimento dell'operazione Cai pur di non rinunciare ad avere un potere determinante nella nuova società. È evidente che ci troviamo di fronte a un autentico ricatto di fronte al quale la direzione Cai, il governo, le autorità preposte alla regolarità del traffico aereo, gli altri sindacati e lo stesso Pd devono resistere perché se lo subissero la Cai nascerebbe già morta".
Caro Cicchitto, qui l'unico vero ricatto in corso è quello di questo branco di imprenditori-avvoltoi, amici del premier, dilaniati da inimmaginabili conflitti di interesse, assolutamente inesperti di aerei, ma ben attaccati ai propri guadagni economici. Il governo ha offerto loro su un piatto d'argento un banchetto su cui mangiare per anni e anni senza dover rendere conto a nessuno del proprio operato e in palese contrasto con ogni minima forma di libero mercato. Invece di istituire un'asta pubblica in cui i vari partner stranieri avrebbero dovuto alzare il prezzo per assicurarsi una quota di maggioranza, il governo ha preferito trincerarsi dietro lo spauracchio della perdita della "italianità" dell'azienda, vile trucco per favorire (in vista di futuri favori) amici imprenditori.
Caro Cicchitto, Cai non "nascerebbe già morta".
Cai è morta.
Un'accozzaglia di vampiri, un'armata brancaleone all'assalto della carcassa di Alitalia, che non ha alcun futuro se non la vendita di Alitalia, tra qualche anno, ad Airfrance o Lufthansa, con conseguenti guadagni economici da capogiro.
Il ministro dello sviluppo Claudio Scajola commenta: "Mi auguro che prevalga anche nelle sigle dei sindacati autonomi il senso di responsabilità".
Caro Scajola, non si capisce come mai il senso di responsabilità venga sempre richiesto da una parte sola. E' sempre, ineluttabilmente, univoco. Mai una volta che sia il governo ad assumersi le proprie responsabilità. Mai.
Il ministro dei trasporti Altero Matteoli afferma: "E' una vera e propria dichiarazione di guerra, ma il governo non permetterà che un sindacato autonomo ponga dei veti a un'operazione che salva un'azienda e 12.600 posti di lavoro"
Caro Matteoli, cos'è questo sdegno e questo malcelato ribrezzo nei confronti dei sindacati autonomi? Forse che siano meno importanti di quelli confederati, ammanicati e collusi con il potere? Forse, semplicemente, fanno solo ed esclusivamente gli interessi di coloro che rappresentano, come, guarda un po', dovrebbero fare tutti i sindacati. Lo sciopero, caro Matteoli, non è una dichiarazione di guerra. E' una dichiarazione di insofferenza e disperazione. Se un governo interpreta lo sciopero come un atto eversivo da contrastare e sopprimere, significa che tale governo è caduto in una deriva fascista.
Castelli commenta: "I piloti dovrebbero oramai prendere atto che quel mondo non c'è più e che le compagnie aeree in tutto il mondo ormai operano su logiche come quelle proposte da Cai. Quindi generare profitto e non enormi perdite".
Caro Castelli, quindi la colpa delle enormi perdite di Alitalia è dei piloti che non lavorano a sufficienza? Non magari di una serie di governi destri-sinistrorsi che hanno promosso una politica scellerata. Che ha permesso per esempio che nascessero voli "ad personam" per personaggi come il ministro Scajola (vedi sopra) per cui è stato predisposto un volo Alitalia personale che atterra davanta a casa sua ad Albenga due volte alla settimana, completamente vuoto.
Gasparri bercia: "L'ostruzionismo in atto e gli scioperi annunciati sono una risposta non accettabile. Bene fa il governo a rifiutare autentici atti di intimidazione e su questo avrà il convinto sostegno del Parlamento".
Caro Gasparri.
No. Non sprecherò parole per Gasparri.
Il ministro ombra dell'oppsizione ombra, Enrico Letta, ritiene che "bisogna sostenere il buon esito di una trattativa finale e della vicenda Cai".
Caro Letta, ci faccia il piacere, torni nell'ombra da cui è venuto.
A fare opposizione così, ci riuscirebbe anche mia nonna.
Li hanno sempre trattati come un'appendice rumorosa e fastidiosa, ma tutto sommato insignificante.
Li hanno accusati, delegittimati, insultati, ricattati, messi con le spalle al muro.
Li hanno definiti capricciosi, irresponsabili, fannulloni, privilegiati, corporativisti.
Gli hanno addossato le colpe principali del fallimento di Alitalia.
Li hanno schiacciati tra l'incudine dei sindacati confedrati e il martello dell'accoppiata governo-Cai.
Gli hanno proposto un accordo a settembre e, una volta firmato, gliel'hanno stravolto ad ottobre.
Hanno creduto di poter fare a meno di loro.
Hanno creduto di poter fare i loro porci comodi, tanto poi "quelli" avrebbero firmato comunque l'accordo. O prendere o lasciare.
Ora ne stanno pagando le conseguenze.
Sono i ribelli.
Semplicemente: coloro che fanno volare gli aerei: piloti e assistenti di volo.
Sono supportati nella loro battaglia da cinque sigle sindacali autonome: Anpav, Avia, Anpac, Up e Sdl.
Hanno annunciato scioperi a valanga.
E' l'ultimo passo, disperato, per cercare di difendere ancora il loro futuro.
Fino a pochi giorni fa, a chi chiedeva loro se sarebbero arrivati allo sciopero, rispondevano ancora che avrebbero utilizzato l'arma dello sciopero solo come extrema ratio.
Ora, a quanto pare, il limite è stato superato.
La situazione non è grave. E' disperata e paradossale allo stesso tempo.
C'è un governo che dovrebbe mediare tra gli interessi dei lavoratori e quelli della cordata di capitani coraggiosi. Che dovrebbe fare da arbitro imparziale in questa delicatissima trattativa. E invece cosa fa? Scende in campo, si schiera a scudi levati in difesa di Cai e inizia a pestare senza alcun ritegno i lavoratori.
Questa è la vera vergogna a cui tocca assistere in questi giorni.
Cicchitto parla di ricatto: "L'associazione dei piloti preferisce il fallimento dell'operazione Cai pur di non rinunciare ad avere un potere determinante nella nuova società. È evidente che ci troviamo di fronte a un autentico ricatto di fronte al quale la direzione Cai, il governo, le autorità preposte alla regolarità del traffico aereo, gli altri sindacati e lo stesso Pd devono resistere perché se lo subissero la Cai nascerebbe già morta".
Caro Cicchitto, qui l'unico vero ricatto in corso è quello di questo branco di imprenditori-avvoltoi, amici del premier, dilaniati da inimmaginabili conflitti di interesse, assolutamente inesperti di aerei, ma ben attaccati ai propri guadagni economici. Il governo ha offerto loro su un piatto d'argento un banchetto su cui mangiare per anni e anni senza dover rendere conto a nessuno del proprio operato e in palese contrasto con ogni minima forma di libero mercato. Invece di istituire un'asta pubblica in cui i vari partner stranieri avrebbero dovuto alzare il prezzo per assicurarsi una quota di maggioranza, il governo ha preferito trincerarsi dietro lo spauracchio della perdita della "italianità" dell'azienda, vile trucco per favorire (in vista di futuri favori) amici imprenditori.
Caro Cicchitto, Cai non "nascerebbe già morta".
Cai è morta.
Un'accozzaglia di vampiri, un'armata brancaleone all'assalto della carcassa di Alitalia, che non ha alcun futuro se non la vendita di Alitalia, tra qualche anno, ad Airfrance o Lufthansa, con conseguenti guadagni economici da capogiro.
Il ministro dello sviluppo Claudio Scajola commenta: "Mi auguro che prevalga anche nelle sigle dei sindacati autonomi il senso di responsabilità".
Caro Scajola, non si capisce come mai il senso di responsabilità venga sempre richiesto da una parte sola. E' sempre, ineluttabilmente, univoco. Mai una volta che sia il governo ad assumersi le proprie responsabilità. Mai.
Il ministro dei trasporti Altero Matteoli afferma: "E' una vera e propria dichiarazione di guerra, ma il governo non permetterà che un sindacato autonomo ponga dei veti a un'operazione che salva un'azienda e 12.600 posti di lavoro"
Caro Matteoli, cos'è questo sdegno e questo malcelato ribrezzo nei confronti dei sindacati autonomi? Forse che siano meno importanti di quelli confederati, ammanicati e collusi con il potere? Forse, semplicemente, fanno solo ed esclusivamente gli interessi di coloro che rappresentano, come, guarda un po', dovrebbero fare tutti i sindacati. Lo sciopero, caro Matteoli, non è una dichiarazione di guerra. E' una dichiarazione di insofferenza e disperazione. Se un governo interpreta lo sciopero come un atto eversivo da contrastare e sopprimere, significa che tale governo è caduto in una deriva fascista.
Castelli commenta: "I piloti dovrebbero oramai prendere atto che quel mondo non c'è più e che le compagnie aeree in tutto il mondo ormai operano su logiche come quelle proposte da Cai. Quindi generare profitto e non enormi perdite".
Caro Castelli, quindi la colpa delle enormi perdite di Alitalia è dei piloti che non lavorano a sufficienza? Non magari di una serie di governi destri-sinistrorsi che hanno promosso una politica scellerata. Che ha permesso per esempio che nascessero voli "ad personam" per personaggi come il ministro Scajola (vedi sopra) per cui è stato predisposto un volo Alitalia personale che atterra davanta a casa sua ad Albenga due volte alla settimana, completamente vuoto.
Gasparri bercia: "L'ostruzionismo in atto e gli scioperi annunciati sono una risposta non accettabile. Bene fa il governo a rifiutare autentici atti di intimidazione e su questo avrà il convinto sostegno del Parlamento".
Caro Gasparri.
No. Non sprecherò parole per Gasparri.
Il ministro ombra dell'oppsizione ombra, Enrico Letta, ritiene che "bisogna sostenere il buon esito di una trattativa finale e della vicenda Cai".
Caro Letta, ci faccia il piacere, torni nell'ombra da cui è venuto.
A fare opposizione così, ci riuscirebbe anche mia nonna.
3 commenti:
bravo fede. mi piace questa tua visione, anche se okkio qualcuno potrebbe darti del "comunista" ;) Ahahahahahahah
mark
Ciao Fede...anche in questo caso l'IMMENSO problema è un'informazione asservita al potere. Tutti fanno vedere i lavoratori Alitalia come sciacalli e nessuno cita le cose che dici tu, ovvero che il principale problema sono stati i partiti che in Alitalia ci hanno mangiato. Lo stesso problema che esiste nell'università italiana(ove lavoro). Tutti danno addosso ai baroni, ma indovina chi ha permesso che i baroni facciano e disfino da decenni??
Ciao, ti pregherei di venire nel mio blog affinchè tu possa leggere quello che l'attuale governo vuole fare con chi gestisce un blog, affinchè, nel caso fossi d'accordo, tu possa firmare la petizione on line per non far approvare questo scellerato decreto legge. Grazie. Buona giornata. Francesco
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