martedì 25 novembre 2008

La restaurazione


L'altro giorno ho letto il titolo di un articolo del Corriere e mi sono ribaltato sulla sedia.
Recitava: "Berlusconi: insulti e bugie dalle tv".
Non volevo credere ai miei occhi.
Per un attimo mi son detto: "Vai a vedere che finalmente qualcuno si è accorto che il premier spara balle a raffica".

Invece no.
Il senso di quel titolo era ovviamente l'inverso: era il premier Silvio Berlusconi che si lamentava, ancora una volta, di "essere preso per i fondelli e insultato" da tutti i comici satirici presenti su tv pubblica e privata. Sai che novità. Un consiglio: se smettesse di fare il buffone ad ogni occasione che gli capiti a tiro (per esempio giocare a "bubu-sèttete" con la Merkel o raccontare barzellette sui negri abbronzati a un attonito Medvedev), forse i "comici rossi" avrebbero meno spunti a cui attaccarsi per i loro monologhi.

Per quanto riguarda le bugie, invece, beh, non gli si può dire niente: lui parla da esperto professionista. L'altro giorno, per dire, ne ha sparata una tanto grossa, ma talmente grossa...che non ha sortito praticamente alcuna reazione da parte della stampa e dell'opinione pubblica al seguito. E' così ormai da tempo: più enormi sono le boutade, più passano sotto silenzio. E' un gioco al massacro, in cui Berlusconi palleggia con la coscienza degli Italiani spostando di volta in volta, sempre più in là, il paletto della decenza. Dice: "Vediamo se si bevono pure questa!". Lui la butta lì, gli Italiani se la bevono e lui allora ne pensa una ancora più grossa.

In questi anni ha potuto dire di tutto. Ha sdoganato il fascismo, ha sdoganato la P2, ha sdoganato la mafia. E gli Italiani in tutta risposta l'hanno votato e rivotato.

L'altro giorno ne ha sparata una che neanche lui credeva sarebbe stata lasciata passare così per così. E invece no. Gli Italiani sono riusciti a stupirlo di nuovo: nessuno ha detto beh. L'altro giorno, con nonchalance, è riuscito a sdoganare pure le mummie della prima repubblica. Ha dichiarato: "Nel ’92 la magistratura iniziò un’azione verso i cinque partiti democratici che, pur con molti errori, erano riusciti a garantire per 50 anni progresso e benessere". Badate bene, la novità non sta nell'attacco ai magistrati di Mani Pulite: questa è ormai roba vecchia, trita e ritrita. La novità sta nel revisionismo sull'operato del pentapartito, capeggiato dalla vecchia DC, che, secondo la versione berlusconiana, ha regalato "50 anni di progresso e benessere".

Chissenefrega se Andreotti se la faceva con i mafiosi. Chissenefrega se Craxi si prosciugava le casse dello stato. Chissenefrega se la politica era in mano a chi pagava più tangenti. Sono solo degli "errori", del tutto giustificabili in vista di un presunto benessere comune.

Ma ve lo ricordate voi lo sdegno di un'Italia intera che seguiva in fibrillazione davanti alla televisione i suoi politici più potenti comparire uno dopo l'altro davanti ai giudici di Milano con facce tremanti e impaurite a cercare di spiegare dove e in che modo avessero fatto sparire i soldi? Ma ve la ricordate voi la rabbia feroce di un'Italia intera che tifava a gran voce per il pool di Borrelli, che faceva cortei, che si radunava in piazza e lanciava una pioggia di monetine a uno spaurito Bettino Craxi all'uscita dall'hotel Raphael?

Dove è finito l'orgoglio di una nazione intera?
Dove è finita la coscienza di un popolo intero?

E' mai possibile che 15 anni di Berlusconi abbiano trasformato così prepotentemente le coscienze da renderle insensibili oltre ogni possibile immaginazione? Che futuro avrebbe avuto, sedici anni fa, un politico che avesse inneggiato alla partitocrazia della prima repubblica maledicendo i danni apportati da un'inchiesta come quella di Mani Pulite? Nessuno. Sarebbe stato preso a calci, se non peggio. Oggi Berlusconi, invece, lo può dire e trova di fronte un'opinione pubblica incancrenita che o lo applaude o, al massimo, non dice niente. Tutto gli scorre sopra. Abituata ormai al peggio del peggio.

E in questo clima di restaurazione perpetua, la sinistra veltroniana, "moderata e riformista", non trova di meglio che accapigliarsi per la poltrona più inutile della storia, la Presidenza della Vigilanza RAI, usata da D'Alema & friends come grimaldello per scardinare la leadership di Veltroni in vista della disfatta alle prossime elezioni amministrative.

La sinistra radicale, invece, quella che è scomparsa dal parlamento, oggi discute se sia il caso o meno di candidare alle Europee, per meriti acquisiti sul campo, Vladimir Luxuria. Il/la trans è infatti reduce da niente po' po' di meno che L'Isola dei Famosi, in cui ha ottenuto una vittoria esaltante a furor di popolo. Liberazione la celebra con un titolo in prima pagina che è tutto un programma: "Vladimir come Obama".

Beh, in effetti, se questa è la sinistra che è scomparsa dal parlamento, un motivo pure ci sarà.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Vero Fede...siamo spariti dal parlamento per 1000 motivi, non esente anche qualche dirigente rincoglionito. Buttiamo merda sulle varie Carfagna e Carlucci, e poi candidiamo il signor Vladimir...un politico di razza...