mercoledì 14 gennaio 2009

Auguri Presidente!


Oggi, 14 gennaio 2009, è il 90° compleanno del senatore a vita Giulio Andreotti.

Il 15 ottobre 2004, a reti unificate l'avvocato Giulia Buongiorno urlava: "Assolto! Assolto!" in seguito alla sentenza della Cassazione che confermava quella d'Appello del 2 maggio 2003. L'accusa era infamante: associazione a delinquere di stampo mafioso. Da quel giorno in poi l'eco dei telegiornali di regime fece propagare quell' "Assolto! Assolto!" tra le case di tutti gli Italiani, i quali tirarono un bel sospiro di sollievo alla notizia: finalmente avevano la conferma di non essere stati governati per cinquant'anni da un mafioso.

Nessuno ha fatto notare che, in realtà, la sentenza diceva tutto il contrario. E che l'assoluzione in realtà non era nient'altro che una prescrizione (cioè una condanna non più punibile) per i fatti commessi fino al 1980 e una insufficienza di prove per i fatti successivi al 1980. Chi l'ha fatto notare è stato fatto passare per un pazzo eversivo. Da quel giorno del 2004, Giulio Andreotti si è rifatto una reputazione, e con lui tutta la DC, e siede giulivo sugli scranni del Parlamento, puntualmente lodato e riverito.

Cosa dice la sentenza d'Appello, confermata dalla Cassazione? Dice che Andreotti è colpevole di associazione a delinquere di stampo mafioso, reato commesso sicuramente fino al 1980, ma ormai coperto da prescrizione. Cioè: è stato dimostrato che Andreotti era parte integrante del sistema Cosa Nostra fino al 1980. Per il periodo successivo non ci sono prove sufficienti per decidere.

Sentiamo.

"Andreotti, con la sua condotta non meramente fittizia, ha, non senza personale tornaconto, consapevolmente e deliberatamente coltivato una stabile relazione con il sodalizio criminale di Cosa Nostra e arrecato, comunque, allo stesso un contributo rafforzativo manifestando la sua disponibilità a favorire i mafiosi".

"Andreotti, nell'arco di un congruo arco di tempo ha:

1) chiesto e ottenuto, per conto dei suoi sodali, ad esponenti di spicco della associazione mafiosa interventi para-legali , ancorchè per finalità non riprovevoli.
2) ha incontrato ripetutamente esponenti di vertice di Cosa Nostra.
3) ha intrattenuto con gli stessi relazioni amichevoli, rafforzandone l'influenza.
4) ha dimostrato autentico interessamento in relazione a vicende particolarmente delicate per la vita del sodalizio mafioso.
5) ha indicato ai mafiosi, in relazione a tali vicende, le strade da seguire e ha discusso con i medesimi anche di fatti criminali gravissimi da loro perpetrati senza destare in essi la preoccupazione di venire denunciati.
6) ha omesso di denunciare elementi utili a far luce su fatti di particolarissima gravità, di cui sia venuto a conoscenza in dipendenza di diretti contatti con i mafiosi.
7) ha dato a detti esponenti mafiosi segni autentici di amichevole disponibilità, idonei a contribuire al rafforzamento dell'organizzazione criminale, inducendo negli affiliati il sentimento di essere protetti al più alto livello del potere legale".


"Il senatore Andreotti ha avuto piena consapevolezza che i suoi referenti siciliani, Lima, i cugini Salvo e Ciancimino, intrattenevano amichevoli rapporti con alcuni boss mafiosi. Egli, a sua volta, ha coltivato relazioni con gli stessi boss; ha mostrato ai medesimi una disponibilità non necessariamente seguita da concreti interventi agevolativi; ha chiesto loro favori; ha interagito con essi e ha omesso di denunciare le loro responsabilità".

"L'asserzione del senatore Andreotti di non avere intrattenuto alcun rapporto con i cugini Salvo, Nino e Ignazio, esattori di Cosa Nostra, è risultata inequivocabilmente contraddetta dalle risultanze probatorie". Cioè Andreotti ha testimoniato il falso.

"Il 19 agosto 1985, all'Hotel Hopps di Mazzara del Vallo, Andreotti allora Ministro degli Esteri, incontra il boss Andrea Manciarana, all'epoca sorvegliato speciale e uomo di fiducia di Totò Riina. Andreotti ha confermato l'incontro precisando però che il colloquio ebbe a che fare con i problemi della pesca".

"Andreotti ha intrattenuto intensi e significativi rapporti con il bancarottiere Michele Sindona, legato alla mafia siciliana, condannato come mandante dell'omicidio di Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore delle banche di Sindona. Il senatore Andreotti ha adottato reiteratamente iniziative idonee ad agevolare la realizzazione degli interessi del Sindona nel periodo successivo al 1973 così come fecero taluni altri esponenti politici, ambienti mafiosi e rappresentanti della loggia massonica P2. Andreotti si impegnò attivamente per agevolare la soluzione dei problemi di ordine economico-finanziario e di ordine giudiziario di Sindona e per avvantaggiarlo nel disegno di sottrarsi alle conseguenze delle proprie condotte".

"Andreotti ha incontrato in Sicilia l'allora capo di Cosa Nostra, Stefano Bontate, per trattare con lui e discutere dei "problemi" che il presidente della Regione Mattarella poneva. Andreotti nell'occasione non si è mosso secondo logiche istituzionali, che potevano suggerirgli di respingere la minaccia alla incolumità del presidente della Regione facendo in modo che intervenissero per tutelarlo gli organi a ciò preposti e, per altro verso, allontanandosi definitivamente dai mafiosi, anche denunciando a chi di dovere le loro identità e i loro disegni. Invece ha agito per assumere il controllo della situazione critica e preservare sì l'incolumità dell'On. Mattarella, ma lo ha fatto dialogando con i mafiosi e palesando, pertanto, la volontà di conservare le amichevoli, pregresse e fruttuose relazioni con costoro. Una volta che Mattarella fu ucciso dai mafiosi, Andreotti non si è limitato a prendere atto, sgomento, che le sue autorevoli indicazioni erano state disattese inaspettatamente dai mafiosi ed a allontanarsi dagli stessi, ma è sceso di nuovo in Sicilia per chiedere conto al Bontate della scelta di sopprimere il presidente della Regione."

Oggi, 14 gennaio 2009, è il 90° compleanno del senatore a vita Giulio Andreotti. Per lui è prevista una celebrazione particolare a Palazzo Madama: l'aula gli dedicherà l'apertura della seduta pomeridiana. Inoltre, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto inviare un personale messaggio di auguri ad Andreotti ricordando "il filo comune che ha legato esperienze anche tra loro distinte e diverse, incontratesi nella partecipazione pluridecennale alla vita della Camera dei deputati e in periodi di ampia collaborazione democratica, nonchè i molteplici momenti di dialogo sui temi della politica internazionale e della costituzione europea".

Andreotti dal canto suo ha replicato: "Alla mia età veneranda i compleanni si festeggiano meditando in silenzio".

Ecco, appunto. Se Napolitano, quando si desta del suo torpore permanente, lo fa per dire certe cose, che indignano la coscienza delle persone informate, potrebbe anche rimanere nel suo silenzio comatoso.

E comunque, auguri Presidente!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

giulivo andreotti...

Anonimo ha detto...

Sono molte le persone che credono a questa assoluzione perchè questo è stato diffuso dai principali organi d'informazione... :-( e chi afferma il contrario è definito fazioso comunista

Anonimo ha detto...

..è vero, chi non la pensa come Berlusconi e compagnia bella è definito sempre COMUNISTA o TERRORISTA ...o tutte e 2 le cose insieme!!!

LeleTesla ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
LeleTesla ha detto...

Ma un tumorino che se li porta via piano piano tra dolori e sofferenze a questi vecchiacci non viene mai? Anche io voglio unirmi nell'augurare all'ex mafioso che questo sia l'ultimo dei suoi compleanni!