Il nostro presidente del consiglio in libera uscita dai confini italici è riuscito nella mirabolante impresa di inanellare nel giro di un paio di giorni una serie di gaffes, dichiarazioni raggelanti e comportamenti allucinanti, che non ha eguali nella storia per numero di imbarazzi diplomatici creati per unità di tempo.
Ricapitoliamo.
Alla prima foto ufficiale non si è fatto vedere. Tutti pronti in posa, l'unico posto vuoto era il suo. Il primo ad accorgersene è stato Obama che, scocciato, si guardava intorno stralunato chiedendosi dove fosse finito "Mr. Berluscauni". Dove fosse finito, non è dato sapere. Alla seconda foto ufficiale invece è riuscito nell'intento di far scricchiolare perfino il rigido aplomb della regina d'Inghilterra visibilmente infastidita dalle urla del nostro premier tra le pareti di Buckingam Palace. Come non bastasse, visto che nessuno se lo filava, si è fatto immortalare con Obama e Medvedev. Come dire: sono io l'artefice della distensione USA-Russia. Non che nella foto dovesse comparire pure lui, si intende. Ci si è buttato a pesce e i due han dovuto fare buon viso a cattivo gioco. Poi, in separata sede, a chi gli chiedeva che impressione gli facesse vedere Obama dal vivo, dopo avergli dato dell'abbronzato il giorno del suo insediamento alla Casa Bianca, citando Gigi Proietti ha dichiarato: "Mi sembra un tipo acchiapponico!". Pare che Obama non abbia colto l'ironia.
Per concludere in bellezza, durante la conferenza stampa congiunta con Giulio Tremonti, è riuscito a inscenare con il proprio Ministro una serie di battute raggelanti. Tremonti ha dato la prima stoccata: "I ministri non hanno fatto niente, i capi di stato e di governo questa volta hanno fatto tutto loro: ogni tanto si applaudivano da soli". Berlusconi, credendo di suscitare l'ilarità generale, ha risposto con sobrietà: "I ministri in compenso stavano al cesso". Tremonti l'ha fulminato con lo sguardo. Berlusconi ha chiuso la scenetta intimando a una giornalista di non scrivere nulla dell'accaduto ricordandole che di lì a poco si sarebbero tenute a casa sua le nomine RAI. La battuta avrebbe fatto anche ridere se solo non fosse stato vera.
Ma questa è storia dell'altro ieri. Questa mattina mi sveglio, faccio colazione ed esco di casa per andare a fare la spesa. In macchina accendo l'autoradio che gracchia notizie in un'incomprensibile lingua fiamminga (vivo in Belgio). Faccio per cambiare stazione quando, tra la miriade di parole indecifrabili, sento distintamente pronunciare con concitazione più volte il nome "Berlusconi" associato a quello della Merkel e del primo ministro turco Erdogan. Mi si gela il sangue. Perchè come prima notizia in Belgio stanno parlando del presidente del consiglio italiano? Cosa è successo questa volta? E cosa c'entrano la Merkel ed Erdogan? Tornato a casa ho la risposta.
Durante il vertice NATO, quatto quatto si è defilato dal gruppo dei capi di stato e ha iniziato a parlare fitto fitto al cellulare. La conversazione è andata avanti per parecchio tempo tra lo sconcerto generale. La Merkel ha deciso in un primo momento di aspettarlo. Poi, quando la situazione stava diventando oggettivamente insostenibile, ha deciso di continuare la cerimonia. Tutti i presenti hanno attraversato il ponte sul Reno, simbolo della definitiva rappacificazione tra Francia e Germania dopo la seconda guerra mondiale. Tutti tranne il nostro presidente del consiglio, in altre faccende affaccendato. La telefonata fiume non cessava e lui gironzolava solitario con il cellulare attaccato all'orecchio. Dall'altro lato del ponte. La scena, se non fosse stata tragica, sarebbe risultata anche comica. Se non altro perchè il tutto si è svolto di fronte all'intera stampa internazionale.
Ma non è finita qui. I capi di stato, una volta attraversato il ponte sul Reno, si sono stretti in un minuto di silenzio per ricordare i morti della seconda guerra mondiale. I giornalisti di tutto il mondo, esterrefatti, chiedevano ai colleghi italiani dove fosse finito "Mr. Berluscauni". Risposta sconsolata: "Sta telefonando". Ora, sarebbe veramente bello riuscire a capire chi ci fosse di tanto importante dall'altra parte della cornetta. La versione ufficiale è che stesse parlando con il primo ministro Turco Erdogan per sbloccare la situazione di stallo sulla presidenza NATO.
Ora, sorvolando sul piccolo dettaglio di quale lingua improponibile stessero usando Berlusconi ed Erdogan al telefono per intendersi, i risvolti diplomatici di un tale comportamento assolutamente irresponsabile e probabilmente pianificato a tavolino sono gravissimi. Il fatto che perfino in Belgio i telegiornali aprissero con la notizia sconcertante di un "Mr. Berluscauni" che snobba la cerimonia NATO dei caduti in guerra per parlare al cellulare con un fantomatico personaggio, la dice lunga sull'impatto nefasto che l'immagine del nostro paese riceve da un simile comportamento.
In Italia i giornali e le tv continuano a presentarlo come un inguaribile burlone che rompe gli schemi e i rigidi protocolli con la sua prorompente spontaneità. Fanno finta di bacchettarlo per le sue gaffes, ma in realtà perseguono il fine di rendere sempre più simpatica la sua immagine all'elettore medio italiano e nello stesso tempo sviare l'attenzione dai fatti degni di cronaca. Questo continuo ridurre le scenette del nostro presidente del consiglio a bravate goliardiche non fa altro che avvicinarlo sempre di più all'elettorato medio a cui piace quel tipo di comportamento disincantato e da "gianburrasca".
Si badi bene. Io non credo ci sia nemmeno una virgola di spontaneità in quello che fa Berlusconi. Berlusconi è finto (letteralmente) dalla punta dei capelli fino alle unghie dei piedi. Tutto è pianificato in anticipo secondo una precisa strategia mediatica. Berlusconi aveva già da tempo in mente di ridurre questo vertice dei grandi del pianeta ad una comparsata in cui l'attenzione fosse rivolta esclusivamente alla sua persona. Ci è riuscito alla grande. Guardate i giornali esteri. Hanno perso ogni disinteresse sui temi trattati al G20 per risolvere la crisi. Tutti parlano soltanto di "Mr. Berluscauni". Tutti si chiedono con chi fosse al telefono. Qualcuno addirittura crede veramente che, mentre gli altri capi di stato presenziavano ad una cerimonia finta, lui in realtà stesse salvando il mondo.
E' trent'anni che fa fessi tutti con il suo sorriso a trentadue denti. Ha basato il proprio impero mediatico sulla leggerezza, la risata facile e la volgarità. Ha stravolto il modo di pensare dell'italiano medio. Ha sradicato dalla televisione ogni accenno di serietà e profondità. Dopo tutto tira più un bel culo che la faccia raggrinzita di un intellettuale. Una considerazione stupida, ma che è diventata il caposaldo delle sue tre reti. Ha trasformato l'Italia a sua immagine e somiglianza che, per questo, ora lo adora e lo acclama leader unico e indiscusso.
All'estero questo non è ancora accaduto, per ovvie ragioni. Lo constato io tutti i giorni che all'estero ci vivo. La sue battute qui non fanno assolutamente ridere, i suoi comportamenti rocamboleschi non suscitano nessun tipo di ilarità, i suoi atteggiamenti fuori dagli schemi non attirano nessuna simpatia. Generano semplicemente una sorta di sconcerto mista a compassione. Ti guardano con quegli occhi innocenti e ti chiedono: "Ma come fate a votare un presidente del consiglio così?"
Io, di solito, a questo punto mi giro dall'altro lato, tiro fuori il cellulare e faccio finta di aver ricevuto una telefonata.
Ricapitoliamo.
Alla prima foto ufficiale non si è fatto vedere. Tutti pronti in posa, l'unico posto vuoto era il suo. Il primo ad accorgersene è stato Obama che, scocciato, si guardava intorno stralunato chiedendosi dove fosse finito "Mr. Berluscauni". Dove fosse finito, non è dato sapere. Alla seconda foto ufficiale invece è riuscito nell'intento di far scricchiolare perfino il rigido aplomb della regina d'Inghilterra visibilmente infastidita dalle urla del nostro premier tra le pareti di Buckingam Palace. Come non bastasse, visto che nessuno se lo filava, si è fatto immortalare con Obama e Medvedev. Come dire: sono io l'artefice della distensione USA-Russia. Non che nella foto dovesse comparire pure lui, si intende. Ci si è buttato a pesce e i due han dovuto fare buon viso a cattivo gioco. Poi, in separata sede, a chi gli chiedeva che impressione gli facesse vedere Obama dal vivo, dopo avergli dato dell'abbronzato il giorno del suo insediamento alla Casa Bianca, citando Gigi Proietti ha dichiarato: "Mi sembra un tipo acchiapponico!". Pare che Obama non abbia colto l'ironia.
Per concludere in bellezza, durante la conferenza stampa congiunta con Giulio Tremonti, è riuscito a inscenare con il proprio Ministro una serie di battute raggelanti. Tremonti ha dato la prima stoccata: "I ministri non hanno fatto niente, i capi di stato e di governo questa volta hanno fatto tutto loro: ogni tanto si applaudivano da soli". Berlusconi, credendo di suscitare l'ilarità generale, ha risposto con sobrietà: "I ministri in compenso stavano al cesso". Tremonti l'ha fulminato con lo sguardo. Berlusconi ha chiuso la scenetta intimando a una giornalista di non scrivere nulla dell'accaduto ricordandole che di lì a poco si sarebbero tenute a casa sua le nomine RAI. La battuta avrebbe fatto anche ridere se solo non fosse stato vera.
Ma questa è storia dell'altro ieri. Questa mattina mi sveglio, faccio colazione ed esco di casa per andare a fare la spesa. In macchina accendo l'autoradio che gracchia notizie in un'incomprensibile lingua fiamminga (vivo in Belgio). Faccio per cambiare stazione quando, tra la miriade di parole indecifrabili, sento distintamente pronunciare con concitazione più volte il nome "Berlusconi" associato a quello della Merkel e del primo ministro turco Erdogan. Mi si gela il sangue. Perchè come prima notizia in Belgio stanno parlando del presidente del consiglio italiano? Cosa è successo questa volta? E cosa c'entrano la Merkel ed Erdogan? Tornato a casa ho la risposta.
Durante il vertice NATO, quatto quatto si è defilato dal gruppo dei capi di stato e ha iniziato a parlare fitto fitto al cellulare. La conversazione è andata avanti per parecchio tempo tra lo sconcerto generale. La Merkel ha deciso in un primo momento di aspettarlo. Poi, quando la situazione stava diventando oggettivamente insostenibile, ha deciso di continuare la cerimonia. Tutti i presenti hanno attraversato il ponte sul Reno, simbolo della definitiva rappacificazione tra Francia e Germania dopo la seconda guerra mondiale. Tutti tranne il nostro presidente del consiglio, in altre faccende affaccendato. La telefonata fiume non cessava e lui gironzolava solitario con il cellulare attaccato all'orecchio. Dall'altro lato del ponte. La scena, se non fosse stata tragica, sarebbe risultata anche comica. Se non altro perchè il tutto si è svolto di fronte all'intera stampa internazionale.
Ma non è finita qui. I capi di stato, una volta attraversato il ponte sul Reno, si sono stretti in un minuto di silenzio per ricordare i morti della seconda guerra mondiale. I giornalisti di tutto il mondo, esterrefatti, chiedevano ai colleghi italiani dove fosse finito "Mr. Berluscauni". Risposta sconsolata: "Sta telefonando". Ora, sarebbe veramente bello riuscire a capire chi ci fosse di tanto importante dall'altra parte della cornetta. La versione ufficiale è che stesse parlando con il primo ministro Turco Erdogan per sbloccare la situazione di stallo sulla presidenza NATO.
Ora, sorvolando sul piccolo dettaglio di quale lingua improponibile stessero usando Berlusconi ed Erdogan al telefono per intendersi, i risvolti diplomatici di un tale comportamento assolutamente irresponsabile e probabilmente pianificato a tavolino sono gravissimi. Il fatto che perfino in Belgio i telegiornali aprissero con la notizia sconcertante di un "Mr. Berluscauni" che snobba la cerimonia NATO dei caduti in guerra per parlare al cellulare con un fantomatico personaggio, la dice lunga sull'impatto nefasto che l'immagine del nostro paese riceve da un simile comportamento.
In Italia i giornali e le tv continuano a presentarlo come un inguaribile burlone che rompe gli schemi e i rigidi protocolli con la sua prorompente spontaneità. Fanno finta di bacchettarlo per le sue gaffes, ma in realtà perseguono il fine di rendere sempre più simpatica la sua immagine all'elettore medio italiano e nello stesso tempo sviare l'attenzione dai fatti degni di cronaca. Questo continuo ridurre le scenette del nostro presidente del consiglio a bravate goliardiche non fa altro che avvicinarlo sempre di più all'elettorato medio a cui piace quel tipo di comportamento disincantato e da "gianburrasca".
Si badi bene. Io non credo ci sia nemmeno una virgola di spontaneità in quello che fa Berlusconi. Berlusconi è finto (letteralmente) dalla punta dei capelli fino alle unghie dei piedi. Tutto è pianificato in anticipo secondo una precisa strategia mediatica. Berlusconi aveva già da tempo in mente di ridurre questo vertice dei grandi del pianeta ad una comparsata in cui l'attenzione fosse rivolta esclusivamente alla sua persona. Ci è riuscito alla grande. Guardate i giornali esteri. Hanno perso ogni disinteresse sui temi trattati al G20 per risolvere la crisi. Tutti parlano soltanto di "Mr. Berluscauni". Tutti si chiedono con chi fosse al telefono. Qualcuno addirittura crede veramente che, mentre gli altri capi di stato presenziavano ad una cerimonia finta, lui in realtà stesse salvando il mondo.
E' trent'anni che fa fessi tutti con il suo sorriso a trentadue denti. Ha basato il proprio impero mediatico sulla leggerezza, la risata facile e la volgarità. Ha stravolto il modo di pensare dell'italiano medio. Ha sradicato dalla televisione ogni accenno di serietà e profondità. Dopo tutto tira più un bel culo che la faccia raggrinzita di un intellettuale. Una considerazione stupida, ma che è diventata il caposaldo delle sue tre reti. Ha trasformato l'Italia a sua immagine e somiglianza che, per questo, ora lo adora e lo acclama leader unico e indiscusso.
All'estero questo non è ancora accaduto, per ovvie ragioni. Lo constato io tutti i giorni che all'estero ci vivo. La sue battute qui non fanno assolutamente ridere, i suoi comportamenti rocamboleschi non suscitano nessun tipo di ilarità, i suoi atteggiamenti fuori dagli schemi non attirano nessuna simpatia. Generano semplicemente una sorta di sconcerto mista a compassione. Ti guardano con quegli occhi innocenti e ti chiedono: "Ma come fate a votare un presidente del consiglio così?"
Io, di solito, a questo punto mi giro dall'altro lato, tiro fuori il cellulare e faccio finta di aver ricevuto una telefonata.
8 commenti:
Ciao Federico,
ormai è un bel po' che ti leggo ... complimenti per il blog, davvero eccellente. Degno del mio vecchio compagno di scuola, in effetti.
Sai, quando ero studentessa erasmus in Olanda (nel 2002) un ragazzo olandese mi aveva fatto più o meno la stessa domanda, qualcosa come: "ma insomma, avete già sbagliato in passato a votare Berlusconi, e ancora non l'avete capita?"
Era solo il 2002. Non vorrei trovarmici oggi, in quella situazione ... cosa dovrei dirgli, l'Italia l'ha eletto per la quarta volta, e non so nemmeno se sarà l'ultima ?????
ciao, e ancora complimenti
P.S.
L'unico limite del tuo blog è quello di non essere abbastanza conosciuto.
Nel mio piccolo, mi sto impegnando a diffondere il tuo pensiero, con cui stranamente concordo spessissimo in maniera pressoché completa.
Dico stranamente perché mi vanto,o mi illudo, di essere al tempo stesso molto critico ed assai disilluso.
Per adesso, ti (o vi) ringrazio.
Roberto
Scusa ma ora non posso commentare, sono al telefono.
Ciao P.,
Che sorpresa!
Credo di aver capito chi sei, anche se non mi sbilancio per evitare di fare gaffes tremende :D
Grazie per i complimenti. E' bello vedere che ci si può ritrovare anche dopo tanti anni grazie alla rete.
Se hai facebook, aggiungimi pure!
Ciao
Ciao Roberto,
almeno siamo in due a pensarla allo stesso modo. Questo mi conforta un po'..:)
se è per questo siamo in tre
Ehm...
va bene che sono tecnologicamente disadattata, ma di solito non ho problemi a trovare le persone su facebook .... XD
com'è che tu non ci sei ??????
ciaoooooo
Paola
Hahaha..
Aspetta, provo ad aggiungerti io.
Se ti trovo..
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