venerdì 9 gennaio 2009

Facepoop


Terminati i gozzovigli natalizi, gli Italiani sono tornati a passare le loro giornate lavorative giocherellando su Facebook. Con una sorpresina però, che non è certo passata inosservata ai fruitori più assidui del social network. Dall'oggi al domani sono spuntati e proliferati, come i funghi a mezzanotte, decine e decine di fans club inneggianti ai due più famosi capi mafia della storia, Totò Riina e Bernardo Provenzano. In poco tempo il numero di persone iscritte a questi gruppi si è moltiplicato fino a raggiungere quote esorbitanti, vicino alle quattro cifre.

La maggior parte di costoro sono giovani, giovanissimi, che gridano il loro amore, la loro eterna fedeltà e il loro massimo rispetto ai due boss di Cosa Nostra. La notizia non è passata inosservata ed è stata portata a conoscenza dell'opinione pubblica dai maggiori giornali nazionali. In un attimo, all'interno di Facebook, si sono moltiplicati gruppi antagonisti di gente sdegnata che chiedeva l'immediata rimozione dalla rete di messaggi tanto deliranti.

Abbastanza curiosamente, i gestori di Facebook, pochi giorni fa, si erano premurati di censurare e cancellare dal proprio sito tutte quelle immagini di madri intente ad allattare i propri figli a seno scoperto. A fronte di una tanto rigida morale, in tanti si sarebbero aspettati una reazione per lo meno proporzionata anche nei confronti dei fans club di Riina e Provenzano. Invece no. Nulla. Sono ancora tutti lì. E hanno nomi inquietanti come "Fans di Totò Riina...un uomo incompreso!", "Gruppo creato per la santificazione di Bernardo Provenzano", "Tutti quelli che rispettano Totò Riina!", "Liberiamo Provenzano!!!!!!", "Totò Riina regna", "Provenzano alla conquista di Facebook", "Estimatori di Totò u' coirto Riina", "Provenzano e Riina fans club", "Liberate Totò Riina", "Riina e Provenzano forever", "Totò Riina libero!", "Totò Riina, il grande e unico supremo del mondo", "Sosteniamo Totò Riina", "Per chi ama Totò Riina" e via di seguito.

I gestori di Facebook hanno fatto sapere che non sarebbe segno di democrazia, ma una violazione alla libertà di espressione e di parola oscurare e censurare questi gruppi. Io sono d'accordo. Questi gruppi devono rimanere. A testimonianza e futura memoria. Testimonianza e memoria dell'ignoranza e del menefreghismo che dilaga in materia di mafia soprattutto tra i più giovani, le cui menti sono più facilmente suscettibili e malleabili. Ignoranza e menefreghismo alimentati molto spesso da devianti fiction televisive che ritraggono e mitizzano i Capi dei Capi come solitari eroi del male.

Del male. Ma pur sempre eroi. Gli eroi Riina e Provenzano, che nelle menti dei più deboli e ignoranti si mischiano con le figure di Falcone e Borsellino, in un gioco perverso dove non si capisce più chi siano i ladri e chi siano le guardie. Riina e Provenzano come Falcone e Borsellino, "due facce della stessa medaglia", come scrive uno dei tanti giovani iscritti a questi fans club. Tutti martiri dell'eterna lotta tra Stato e Antistato. Tutti, a loro modo, eroi.

Ma non c'è nulla di cui sorprendersi se le più alte personalità del nostro paese fanno a gara a sdoganare la mafia. L'attuale presidente del consiglio Silvio Berlusconi ha vinto le elezioni inneggiando ad un mafioso ergastolano pluriomicida come Vittorio Mangano, figlioccio di quel Salvatore Cancemi che prese parte materialmente all'eliminazione del guidice Paolo Borsellino. L'ha chiamato eroe, facendo eco al suo alter ego Marcello Dell'Utri, che va santificando Mangano in ogni intervista che gli capita di fare, dall'alto dei suoi nove anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.

Ma c'è dell'altro. Sarebbe infantile pensare che una proliferazione su Facebook di questi gruppi deliranti sia semplicemente frutto del caso. E' chiaro che esistono delle fini menti diaboliche che vi stanno dietro e che tirano i fili. Che poi una serie di giovanissimi ignoranti caschi nella rete è solo una conseguenza, ma non la causa. L'operazione appare sapientemente pianificata, probabilmente da persone a libro paga di qualche organismo deviato. Non è un'ipotesi ardita. Se ci si pensa, è quella più plausibile.

Cosa Nostra è sempre stata un passo avanti rispetto allo Stato. Ha sempre visto un po' più in là. Sempre. Tranne per quello sprazzo di luce agli inizi del '92. Hanno dovuto usare le bombe per uscirne indenni. Cosa Nostra è sopravvissuta e ha proliferato perchè ha saputo non essere miope.

Ora ha capito che per continuare ad esistere, per continuare i propri loschi affari, deve ottenere la fiducia della base, il consenso popolare, del popolo più ignorante e disinformato, deve rifarsi una faccia, in vista dell'indicibile obiettivo, quello di una definitiva revisione dei processi di mafia che mandi liberi e assolti tutti i capi della cupola. Ha capito, prima di molti politici (Berlusconi ha dichiarato di "non avere molta dimestichezza con la rete"), che internet offre delle potenzialità incredibili per raggiungere milioni di persone. A costo zero. Facebook, il social network più famoso nel mondo, era un piatto troppo ghiotto.

Ma c'è dell'altro. Molto curiosamente, in seguito alla comparsa di questi gruppi pro-mafia, nei giorni scorsi ne è nato un altro, leggermente diverso, ma, a ben vedere, sempre dello stesso tono. Una vergogna in pieno stile italiano. Si chiama "Bruno Contrada libero". E' stato creato da un certo Roberto Fabbrucci. In poco tempo vi hanno aderito centinaia di persone. Ad oggi vanta 892 iscritti. Tutti a chiedere la libertà per un uomo che è stato condannato definitivamente a 10 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Ancora più grave se si pensa che Bruno Contrada rappresentava il SISDe, cioè quell'apparato segreto dello Stato che la mafia avrebbe dovuto combatterla e non favorirla.

La cosa più scandalosa però è che il gruppo ha trovato la immediata simpatia di numerosi personalità della politica e delle istituzioni, da destra a sinistra, che hanno fatto a gara ad aderirvi. Addirittura, due esponenti di spicco della politica italiana ne sono diventati ufficiali amministratori: Daniele Capezzone, portavoce di Forza Italia, e Marco Taradash, altro radicale venduto al partito di Berlusconi. L'intento è chiaro: liberare Bruno Contrada dagli arresti domiciliari con un colpo di mouse. Ma soprattutto: creare quella disinformazione di massa che da anni tenta di dipingere Contrada come un perseguitato, un martire dell'antimafia calunniato dai pentiti. Cinquantasette, per la precisione. Cinquantasette pentiti più vari testimoni di giustiza che hanno incastrato l'ex numero tre dei servizi segreti.

In quel gruppo, come su altri numerosi siti che proliferano su internet, vengono sparse notizie false e manipolate e vengono soprattutto additati e insultati tutti coloro che reagiscono e non stanno in silenzio di fronte a tanta oscenità. Primo fra tutti Salvatore Borsellino, che grida ormai nel silenzio generale, il proprio disgusto per un tentativo vergognoso di revisionismo storico e di ribaltamento di una sentenza già passata in giudicato dopo un processo di primo grado, due appelli e due cassazioni.

Vedere personaggi politici che aizzano e alimentano certa disinformazione è di una gravità assoluta. Viene addirittura fatto passare il messaggio che il reato di "concorso esterno in associazione mafiosa" non esista e sia stato inventato apposta per incastrare Contrada. Una menzogna tanto palese quanto insensata. Ma perchè accanirsi tanto contro questo tipo di reato?

Il collegamento è subito fatto.
Capezzone -> portavoce di Forza Italia -> Berlusconi -> Dell'Utri -> condannato a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

Capito?

7 commenti:

Alfiere ha detto...

Bentornato Federico....

anche noi siamo voci che urlano nel deserto: tutti ciò che possiamo fare è non fermarci.

Anonimo ha detto...

resistere resistere resistere

ClaudiaT ha detto...

Io sinceramente comincio a crollare, a perdere ogni speranza per l'Italia... il marciume è troppo, è ovunque: l'hanno coltivato per bene ed è proliferato.
Per salvarsi l'Italia dovrebbe cambiare la mentalità degli italiani: impossibile.

Alfiere ha detto...

Claudia ormai qui non si tratta più di salvare l'Italia, si tratta di cercare di salvare almeno noi stessi e le nostre famiglie...

visto che siamo nella cacca fino al collo, almeno cerchiamo NOI di tenere la testa alta. L'orgoglio di essere onesti ormai si mescola all'urlo di "si salvi chi può"

Anonimo ha detto...

Comincio a pensare anche io che per l'Italia non ci sono più speranze di salvezza e che l'unica soluzione è pensare almeno di salvare noi stessi, le nostre famiglie ed i pochi amici e conoscenti che credono ancora nell'onestà, nei valori...il segreto per vivere dignitosamente è di circondarsi di persone che hanno i nostri stessi princìpi e imparare ad ignorare tutto lo schifo, tutto il male dell'Italia, altrimenti si finisce solo per rovinarsi il fegato, stare male e vivere male...
Va bene tenersi informati, capire, sapere, diffondere...ma poi non deve diventare un'ossessione, sarebbe solo una battaglia contro i mulini a vento.

Anonimo ha detto...

mi consolo pensando che non è solo un problema italiano...
le speranze le stanno perdendo anche da altre parti...

comunque bentornato a Federico!

Federico ha detto...

Bentornati a tutti voi!