sabato 18 aprile 2009

Una risata li seppellirà


Non c'è che dire. Mauro Masi è una persona dalla schiena dritta. Si è insediato a viale Mazzini la settimana scorsa e nel giro di un paio di giorni è riuscito a farsi convincere a portare sotto osservazione del Consiglio di Amministrazione Rai ben tre programmi, le ultime due puntate di Annozero e l'ultima di Report, ha intimato a Santoro di riequilibrarsi e ha sospeso il suo vignettista di fiducia. Se non altro un uomo dalle idee chiare. Ha perfettamente capito chi comanda e agisce di conseguenza. D'altronde, poveretto, c'è da capirlo. Non ha fatto in tempo a posare il sedere sulla poltrona che il telefono ha cominciato a squillare come un ossesso vomitandogli addosso tutte le lamentele dei vari Berlusconi, Fini, Gasparri, Cicchitto, Rotondi, Bonaiuti, Garra, Tremonti e perfino prelati e arcivescovi.

Per un uomo così c'è solo da avere un po' di compassione, schiacciato com'è in una delicatissima posizione di finto potere. Nemmeno il Presidente Garimberti gli è venuto in soccorso. Si è chiuso nel più ermetico dei silenzi e, pilatescamente, gli ha fatto capire: sbrigatela tu perchè io non ci voglio entrare in queste polemiche. Masi allora ha preso il cuore in mano, ha ponderato pro e contro e ha infine deciso di fare quello che tutti sapete: diramare un comicissimo comunicato in cui auspicava un riequilibrio dell'informazione e, gia che c'era, per agevolare il riequilibrio si intende, diffidare Vauro dal presentarsi in trasmissione con le sue vignette indecenti. Si è passati dall'ormai storico "Santoro, si contenga!" al più innovativo "Santoro, si riequilibri!".

Quale assist migliore per un volpone della tv come lui. Santoro è stato al gioco, perchè sicuramente trattasi di gioco e non di roba seria, ha preso la palla al balzo e ha rilanciato facile, fin troppo facile. I tentennamenti di Masi dovuti all'inconsistenza delle accuse mosse al programma, il suo voler far la voce grossa senza poter di fatto intervenire, il suo abbaiare senza possibilità di mordere, la ripicca di voler mutilare l'intervento finale di Vauro in mancanza d'altro hanno reso le sue mosse così impacciate e ridicole. O hai il fegato di sospendere il programma in toto prendendotene tutte le responsabilità, o taci. Così facendo si è esposto al pubblico ludibrio sui cui Santoro e compagni hanno infierito. Ma come dargli torto: se l'è andata a cercare.

L'idea di vietare l'apparizione di Vauro in televisione si è dimostrata tanto insulsa quanto miope. Un errore da principianti. Hanno scambiato la persona con le sue idee. Hanno creduto di poter censurare le idee annullando la persona. E non hanno previsto che non era necessaria la presenza di Vauro perchè venisse messa a tacere la sua matita graffiante. E' bastata la presenza di una vignettista improvvisata che leggesse le vignette al posto di Vauro, ancora più numerose e più dissacranti del solito, e il gioco è fatto. Semplice, troppo semplice. Ma se la sono andata a cercare: non ci poteva essere risposta più lineare e geniale contro l'ottusità di un potere che crede di poter imporre con la forza la propria autorità senza un minimo di autorevolezza.

Come se la sono andata a cercare tutta quella schiera di cortigiani di palazzo che, palesemente invidiosi di come Santoro possa permettersi incredibilmente di andare controcorrente, hanno riversato in questi giorni contro di lui tutto il loro astio. Tra questi meritano una menzione speciale il nostro Bruno Vespa, esempio fulgido di giornalismo equilibrato e indipendente, che addirittura osava frignare come un bambino per il fatto che Santoro in Rai avrebbe "una posizione di privilegio". Lui, poverino, con la seconda serata assicurata 365 giorni all'anno per volere divino, con la cara mogliettina Iannini a capo del dipartimento per gli Affari di Giustizia del ministero della Giustizia, è davvero discriminato e non si può che averne compassione per un maltrattamento tanto evidente quanto inaccettabile. E' lo stesso Vespa, tanto per dire, che, beccato in imbarazzanti intercettazioni telefoniche con il portavoce di Fini, gli assicurava che gli avrebbe "strutturato e confezionato addosso la trasmissione". Tanto per far capire cosa si intenda per "informazione equilibrata".

Merita di essere citato anche lo scribacchino del nostro presidente del Consiglio, il direttore de Il Giornale, Mario Giordano, che, dopo aver partecipato ad Annozero come ospite libero di dire qualunque cosa, da giorni dedica a Santoro paginate e paginate di insulti ed improperi e si indigna e si scandalizza per un uso indecente del servizio pubblico pagato con i soldi dei cittadini, dimenticandosi forse che il suo giornaletto, confezionato tra le mura di Casa Berlusconi, vive con l'unico scopo di diffamare in modo imperterrito 24 ore su 24, con costanza decisamente ammirevole, Di Pietro e Travaglio. Un esempio luminoso di quello che Masi definirebbe "informazione equilibrata".

E per finire come non nominare il caro Emilio Fede, trasposizione televisiva di Mario Giordano, che passa i telegiornali a dileggiare, diffamare e vomitare insulti contro i terroristi dell'informazione, come li chiama lui. Altro prototipo di giornalismo indipendente, pacato ed equilibrato.

Gli sta fin troppo bene: se la sono andata a cercare e Santoro non si è lasciato sfuggire l'occasione per menare stoccate a tutti e tre. Quella frase, "Siamo un Tg4 fatto bene", è geniale e rimarrà nella storia per aver condensato in una battuta l'ipocrisia di chi continua a chiedere la censura dell'antiberlusconismo salvo poi elegiarne paradossalmente gli effetti benefici per il cavaliere. Non si sono mai viste tante persone mobilitarsi per tarpare le ali a un programma che a detta loro contribuirebbe alla vittoria di Berlusconi. Evidentemente c'è qualcosa che non torna.

E fa ancora più ridere, a me personalmente fa piegare dalle risate, vedere tutti i tromboni degli indignati andare su tutte le furie dopo questo ennesimo oltraggio alla decenza. Giordano è tornato alla carica più violento di prima, ha dimenticato d'un lampo i morti sotto le macerie e da due giorni dedica la prima pagina a Santoro ("Sempre più squilibrato") accusandolo di ogni sorta di nefandezza. Gli avevano ordinato di fare una puntata di riparazione e lui invece ha disobbedito! Una provocazione inaudita! Ha addirittura rincarato la dose! Gli avevano proibito di avere in studio Vauro e lui ha mostrato non una ma ben quindici sue vignette! Uno scandalo! Intervengano immediatamente i vertici Rai! Come si permette! Ma guai a toccare Santoro! Non bisogna farlo diventare un martire! E via dicendo...

Voi capite quanto siano comiche queste rimostranze. Ricordano tanto quei bulletti di periferia che urlano e strepitano e cercano la rissa e quando il malcapitato, invece di scendere al loro livello e sottomettersi alla loro arroganza, si dimostra superiore, li irride e si prende gioco della loro ottusità, battono i piedi ancora più infuriati, diventano rossi paonazzi e non si capacitano di come il malcapitato possa rimanere calmo di fronte alle loro intimidazioni.

Ieri perfino l'agente segreto Renato Farina, nome in codice Betulla, si strappava le vesti dalle pagine di Libero stigmatizzando la manipolazione dell'informazione di stampo santoriano. Detto da uno che è stato radiato dall'ordine dei giornalisti per aver pubblicato notizie false in cambio di denaro dal Sismi, che ha scritto un dossier falso su Romano Prodi per conto dei servizi segreti e che ha patteggiato una pena di sei mesi di reclusione per favoreggiamento nell'ambito dell'inchiesta sul rapimento di Abu Omar, suona quasi come un complimento.

E poi c'è l'Arcivescovo de L'Aquila, monsignor Molinari, che non ha trovato di meglio da fare che scomunicare la trasmissione di Santoro ritenendo "vergognoso che si permettesse sulla televisione pubblica un dileggio così incivile su un dolore tanto grande affrontato dagli Aquilani con molta dignità e un così evidente disprezzo di tutti i soccorritori e i volontari che hanno contribuito con meravigliosa generosità e affrontando gravi rischi a salvare moltissime vite umane". Salvo poi scoprire che l'alto prelato la trasmissione nemmeno l'aveva vista ("Ma Santoro mi sta comunque antipatico! E' sempre polemico!") e solo il giorno dopo aveva osservato qualche vignetta sui giornali. In particolare l'aveva colpito una vignetta, però non quella fatidica sulle cubature dei cimiteri, ma, guarda caso, quella su Berlusconi, ritratto come Nerone che suona la cetra e annuncia la New Town. Tralascio ogni commento sulla pietosa figura dell'arcivescovo, troppo preoccupato a difendere l'immagine di Berlusconi e a sorridere compiaciuto per la cacciata del comunistone Vauro ("Sicuramente non è un poveraccio che non troverà lavoro...").

Se ha un merito la trasmissione di Santoro, è quello di aver fatto uscire allo scoperto tutti questi leccapiedi di palazzo a cui sta tanto a cuore, a sentir loro, la pluralità dell'informazione, ma che non si fanno scrupoli a chiedere e strillare nuove sanzioni e sempre più dure nei confronti di chi semplicemente non si allinea al loro coro adulante dal sapore di Minculpop, come ha dimostrato comicamente Travaglio. E più non ci si allinea, più loro strillano, si agitano, imprecano. E più loro imprecano, più si ride di loro, della loro pochezza e della loro "schiena prona".

Se ne facciano una ragione. Una risata li seppellirà.

2 commenti:

Alfiere ha detto...

Io te l'ho sempre detto che sei troppo ottimista :)

Anonimo ha detto...

Ottimo articolo, bravo.