lunedì 19 maggio 2008

Benedetto sedicesimo

Lo ammetto.

Il titolo del post è copiato da uno striscione apparso ieri sera allo stadio. Ma era troppo divertente e quindi l'ho rubato. Fintanto che si cita la fonte, non è plagio.
Mi sembra doveroso prendersi una pausa dall'intossicazione mediatica e celebrare a dovere il sedicesimo scudetto della mia (nostra) squadra del cuore.
I neopromossi, i penalizzati e i rosiconi sono esentati dal proseguire la lettura. Se qualche juventino o milanista o romanista si è riconosciuto rispettivamente in una delle tre categorie, credete, il riferimento è del tutto volontario.
Si fa per dire, dai, così, in simpatia, non prendetevela.

Sedicesimo, dicevamo. Terzo consecutivo. Mai successo nella centenaria storia dell'Inter. Neanche la Grande Inter di Helenio aveva osato tanto. E poco importa che il primo dei tre sia di cartone, consegnato a tavolino. L'albo d'oro è lì, a futura memoria di chi nutre ancora dei dubbi sulla disonestà di Lucky Luciano. Fa quasi tenerezza leggere oggi Tuttosport che titola: "E sono 15". In altri tempi avrebbero saputo scadere in qualche cosa di peggio, questa mi appare più che altro una battuta divertente. Bravi.

Dopo notti insonni e incubi pazzeschi, in cui mi si materializzavano in sogno i risultati più incredibili, il campo ha dato il suo verdetto. E il suo verdetto è sempre uguale.

Il calcio è un gioco giocato da atleti e risolto da fuoriclasse. Elementare.

E' inutile fare tante storie, dibattiti, moviole. Ieri pomeriggio nel diluvio del Tardini c'erano in campo ventidue atleti. Calma piatta. Fino al sesto del secondo tempo. Poi è entrato il campione. C'è chi dice avesse confidato a un amico "torno e risolvo io". Non so se sia frutto della retorica che si costruisce sempre dopo una vittoria tanto esaltante, ma indubbiamente questo è ciò che effettivamente è accaduto. Ha piantato i suoi piedoni in mezzo al campo, le mani sui fianchi, la testa alta e ha deciso la gioia e la disperazione di milioni di tifosi.

Ha fatto quello che di solito succede nei campetti di periferia quando si è bambini. E' arrivato, ha chiesto (a Mancini) "Posso giocare anch'io?", Mancini l'ha accontentato, ha arpionato il primo pallone che gli passava vicino, ha detto "adesso vi faccio vedere come si fa", l'ha detto a suoi compagni prima che agli avversari, è partito palla al piede con quella sua andatura potente e strascicata allo stesso tempo, si è trascinato dietro un paio di difensori, si è allargato, ha incrociato, semiciccando, il tiro. Tanto per cominciare. Non si può aver tutto dalla vita. Da bambino gli avresti dato del veneziano. Ti saresti incazzato e l'avresti mandato a quel paese. Appena arrivato e non passa nenache il pallone.

Passano i minuti, lui caracolla a centrocampo, quell'aria strafottente, che c'è, anche se non gliela vedi in faccia, è lì, nel suo modo di muoversi, nel suo modo di girare al largo ad aspettare l'occasione giusta. Ecco, di nuovo, addomestica col petto dal cielo un pallone impossibile, con una torsione si volta lasciando sul posto il diretto marcatore, sembra tutto così naturale, è la naturalità di chi ha il calcio nel sangue, tu, onesto atleta, non ce la potresti avere nemmeno allenandoti venti ore al giorno per vent'anni, si gira e parte veloce, sa già quel che farà, non tentenna, non cincischia, non ha paura, gli avversari li intravede appena, gli ostacoli sono solo dentro di lui, infatti pecca di troppa sicurezza, tenta un tiro da distanza improponibile, destro semiciccato, a lato. Di nuovo.

Da bambino a quel punto, la sua sorte sarebbe stata segnata. Chi aveva portato il pallone avrebbe deciso che la sua partita finiva lì. Si portasse lui il suo pallone e andasse a giocare da solo da qualche altra parte. Per fortuna ieri il pallone l'aveva portato l'arbitro e le regole non scritte che valgono sui campi degli oratori non sono le stesse della seria A.

Il campione non fa una piega, sa che è solo questione di tempo. Rimette a posto tutto nella sua mente. E' lì che si conclude la partita: nella mente di Ibra. Quando capisce e sente che la prossima volta non sbaglierà. Al diciassettesimo (chi ha il coraggio ancora di pensare che il 17 porti sfiga alzi la mano) riparte veloce il contropiede, palla al Serbo, uno dei tanti atleti ieri al Tardini, sicuramente non tra i migliori, si vede accerchiato, c'è solo una cosa da fare, lasciare la responsabilità al campione, gli cede il pallone, vai tu che io ti seguo. Da bambini non sarebbe mai successo, guai passare il pallone al veneziano. Ma il Serbo ha un legame di sangue col campione, sarà per quello, sono zingari tutti e due, si devertono a chiamarsi così, se gli chiedi "Com'è Ibra?" "E' bravino lo zingaro" ti risponde, e allora il pallone glielo passa più che volentieri, finta di corpo, il portoghese spigoloso col cerotto sullo zigomo non trova più il pallone e prosegue la sua goffa scivolata sul terreno fradicio, sembra un toro nella corrida ma è solo Fernando Couto al Tardini, a quel punto è già tutto segnato, un paio di falcate, il tempo di inquadrare la porta, non c'è più margine di errore, il tiro non è nient'altro che l'esecuzione di un movimento già eseguito nella mente, perfetto, con l'unica angolazione possibile, là, tra le dita protese del portire e la base del palo.

Fine dei giochi. Lights out. Delirio e disperazione.
Per il campione è un gioco, per gli altri una sofferenza.
Da bambino, alla fine, dopo una cosa così, l'avresti perdonato, gli saresti corso incontro e abbracciandolo gli avresti sussurrato "Sei bravo...anche se dovresti passare di più il pallone".
Ride Ibra. Con quella faccia da bambino strafottente. Ride, mentre c'è chi fa smorfie di felicità e chi fa smorfie di disperazione. Lui, semplicemente, ride. Come un bimbo felice.

E' che per lui è un gioco. E lui ci sa giocare maledettamente bene.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

stavolta dissento alla grande con voi perchè non sono interista.
ma riconosco che l'inter sono anni ormai che rende le mie domeniche piacevoli, se non ci fosse l'inter bisognerebbe inventarla e se non ci fosse moratti bisognerebbe crearlo.
comunque nell'attesa della vittoria in coppa italia, saluti
:D

Federico ha detto...

mmm...cominci già a gufare? :)

Anonimo ha detto...

certo che gufo!
mi sembra ovvio! :D

Anonimo ha detto...

Vedo con piacere che vi intendete anche di calcio... anche l'articolo "Benedetto sedicesimo" è una piccola opera d'arte!!!
Io sono una grande tifosa juventina, ma ieri (e non solo perché il mio ragazzo è interista) ho tifato Inter e ho addirittura esultato quando ha segnato IBRA...
Su, bisogna essere obiettivi: anche quest'anno avete strameritato di vincere, in vetta alla classifica praticamente dall'inizio del campionato! Che dirvi? Avevate contro mezza Italia, dai romanisti ai milanisti e, ahimé, juventini (il vero tifoso della Juve, invece di incolpare l'Inter, dovrebbe più semplicemente rinnegare Moggi e tutto lo schifo di calciopoli!!), ma alla fine ha vinto chi meritava.
Per cui onore al vostro squadrone, con l'augurio, però (me lo concedete?), che l'anno prossimo arrivi secondo... dietro di noi!!! :)
Comunque... in bocca al lupo per la coppa Italia (ebbene sì, tifo per voi anche in coppa!)!!!

Anonimo ha detto...

cara ivana, ti ricordo a onor del vero, che in questo campionato la juve ha subito numerosi torti arbitrali con la conseguente perdita di numerosi punti( nel numero di 15 circa). Con questo non insinuo niente, ma dico solo che, finalmente, la juve è una squadra per cui poter fare il tifo!!!
e qui chiudo.

Raimondo - Niente Barriere ha detto...

Ciao e grazie dei commenti lasciati nel mio Blog, ultimamente sono incasinatissimo per faccende famigliari che sembrano tornate verso il verso giusto, e dunque poco internet ultimamente per il sottoscritto.
Per il post "sportivamente" dissento anche perche' la mia fede calcistica in questo caso non ci accumuna, comunque faccio gli auguri, quindi anche a te, a tutti i tifosi. Cosa che non farei mai a certi personaggi che circolano nelle stanze dei bottoni dell'Inter, troppo impegnati a primeggiare nel panorama economico italiano, e dunque guadagnare un sacco di soldi, infischiandosene della salute e dei portafogli degli italiani (ad es. basta chiedere ai genitori dei bambini che hanno la sfortuna di vivere nei pressi delle raffinerie del moratti come la pensano)
Dissento anche da Ivana sportivamente, in quanto da sempre tifo Juve, punto e basta, e non ho l'abitudine di gufare o tifare nessun'altro. Figuariamoci se poi mi metto a tifare in qualche modo la roma... ;) :D
ciao da Raimondo a tutti

Anonimo ha detto...

Se fossi tifoso interista mi vergognerei a dire che la mia squadra ha vinto 3 scudetti consecutivi. Il primo è stato regalato. La juve aveva vinto sul campo, ha commesso degli errori, ed è stato giusto toglierlo. Altrimenti non capisco come mai l'altro scudetto che aveva vinto la juve l'anno prima non l'hanno assegnato a nessuno. Non sono tifoso juventino, ma amo dire le cose con chiarezza. Il secondo scudetto è stato vinto perchè non c'era stato nessuno a contendeglielo. Questo forse è l'unico che ha meritato, ma calcolando che ha avuto a favore gli arbitri in 18 partite....a tanto non c'era arrivata neanche la Juve

Federico ha detto...

Quindi, ricapitolando: il primo non vale perchè gliel'hanno regalato, il secondo non vale perchè era troppo facile, il terzo non vale perchè ha ricevuto favori. Con questo metro di giudizio la Juve potrebbe vantare non più di due o tre scudetti..hihihi :)

Anonimo ha detto...

E' vero, Sr, la Juve quest'anno è stata danneggiata, e non poco... chi si scorderà mai, per citare solo un episodio, dei due rigori di Napoli?? Però non credo nella malafede degli arbitri: credo che questi, inconsciamente, per non dare anche solo l'impressione di mostrare favoreggiamenti alla Juve, siano andati nel senso opposto, spingendosi però un po' troppo oltre! Cosa che, invece, non si può dire degli anni in cui c'era Lucianone a "mettere tutto a posto"... :/
E poi, se dovessimo contare tutti gli errori arbitrali, non si finirebbe più!! Non credi?
Cmq io ho tifato, tifo e tiferò sempre Juve: l'importante è rimanere obiettivi e sempre corretti.
Ciao! :)

Anonimo ha detto...

certo l'oggettività prima di tutto.
non dico che gli arbitri sono stati deludenti, dico solo (come ho detto) che di torti ce ne sono stati tanti.
;)

Anonimo ha detto...

Federico, non dico che gli ultimi 2 non valgono. Ho semplicemente detto che quello meritato è sicuramente l'ultimo perchè più sofferto. Il primo scudetto non è vinto ma regalato, pertanto non esulterei e non direi di aver vinto 3 scudetti consecutivi. Quello che è per tutti il secondo scudetto dell'inter è vinto sul campo anche se non vi erano contendenti, ma pur sempre vinto. Ma una vittoria così non da soddisfazione. Un pò come la pubblicità del gratta e vinci, che fanno vedere come sia facile vincere.