Solitamente un essere umano normale tende, nella sua normalità, ad imparare dagli errori del passato per costruire una base solida di esperienza. In Italia non è così. Il Belpaese, è un mondo a sè, in Italia non si ha memoria storica. La nuova squadra di governo è pressochè identica a quella del '95, composta dai soliti volti noti, pluri-condannati, pluri-prescritti.
Anche questa volta la storia si ripete.
Viviamo attualmente in una sottospecie di dittatura virtuale, una sorta di Matrix nella quale però il cavo di collegamento non si attacca alla nuca, dove ipocrisia, corruzione e clientelismi spadroneggiano.
Viviamo in un paese di contraddizioni dove un mafioso omertoso è definito eroe.
Viviamo in un paese dove da un lato le istituzioni fingono di combattere la Mafia, la Camorra e la ‘Ndrangheta, e dall’altro permettono che queste diventino le Spa più importanti del paese.
Viviamo in un paese in cui la normalità è far diventare Totò Cuffaro e Marcello Dell'Utri senatori dello stato italiano.
Viviamo in un paese in cui le menti sono plagiate, incapaci di provare sdegno e vergogna.
Viviamo in un paese che permette a Clemente Mastella di essere il Ministro della giustizia.
Viviamo in un paese in cui Cuffaro prima e Lombardo poi prendono in Sicilia più voti di Rita Borsellino e Sonia Alfano.
Viviamo in un paese in cui il premier in pectore Silvio Berlusconi, dopo esser stato membro della loggia massonica P2, viene eletto Presidente del Consiglio per la terza volta.
Viviamo in un paese che poggia le sue radici sull’ipocrisia.
L’Italia non ha memoria storica, è evidente. Se ne avesse anche solo un briciolo oggi ci verrebbe quasi da ridere a ricordare certe affermazioni:
Viviamo attualmente in una sottospecie di dittatura virtuale, una sorta di Matrix nella quale però il cavo di collegamento non si attacca alla nuca, dove ipocrisia, corruzione e clientelismi spadroneggiano.
Viviamo in un paese di contraddizioni dove un mafioso omertoso è definito eroe.
Viviamo in un paese dove da un lato le istituzioni fingono di combattere la Mafia, la Camorra e la ‘Ndrangheta, e dall’altro permettono che queste diventino le Spa più importanti del paese.
Viviamo in un paese in cui la normalità è far diventare Totò Cuffaro e Marcello Dell'Utri senatori dello stato italiano.
Viviamo in un paese in cui le menti sono plagiate, incapaci di provare sdegno e vergogna.
Viviamo in un paese che permette a Clemente Mastella di essere il Ministro della giustizia.
Viviamo in un paese in cui Cuffaro prima e Lombardo poi prendono in Sicilia più voti di Rita Borsellino e Sonia Alfano.
Viviamo in un paese in cui il premier in pectore Silvio Berlusconi, dopo esser stato membro della loggia massonica P2, viene eletto Presidente del Consiglio per la terza volta.
Viviamo in un paese che poggia le sue radici sull’ipocrisia.
L’Italia non ha memoria storica, è evidente. Se ne avesse anche solo un briciolo oggi ci verrebbe quasi da ridere a ricordare certe affermazioni:
“Bossi, un disastro, una mente contorta e dissociata, un incidente della democrazia italiana, uno sfasciacarrozze con il quale non mi siederò mai più allo stesso tavolo”
(Silvio Berlusconi, la Repubblica, 20 gennaio 1995)
Ma come? La Lega è al governo? Non è possibile!
“Mussolini non ha mai ucciso nessuno: gli oppositori li mandava in vacanza al confino.”
(Silvio Berlusconi, dall'intervista a The Spectator, 4 settembre 2003)
“Io sono assolutamente certo di essere l'uomo più democratico che sia mai giunto ad essere primo ministro d'Italia.”
(Silvio Berlusconi, ASCA, 25 gennaio 2002)
Talmente coerente da allontanare Biagi, Santoro e Luttazzi dalla Rai, in quanto colpevoli di un uso “criminoso” della televisione statale per poi negare l'evidenza dichiarando:
“Io non ho mai detto che Biagi e Santoro dovevano essere mandati via...”
(Silvio Berlusconi. la Repubblica, 21 maggio 2006)
Invece no, di memoria storica non ne abbiamo. E allora avanti così, facciamoci del male, riproponiamo lo stesso teatrino per la terza volta.
Permettiamo che Alitalia fallisca a nostre spese, permettiamo l’evasione fiscale, permettiamo le leggi ad personam, permettiamo che la gente si crogioli nella speranza della realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina.
Permettiamo che Mediaset e Berlusconi monopolizzino ancora la televisione italiana, facendo sborsare a noi contribuenti 300 milioni di euro allo stato italiano a favore di Europa7.
Permettiamo che vengano eliminate le intercettazioni telefoniche.
Permettiamo che vengano de-tassati gli straordinari e che si torni a lavorare 15 ore al giorno per arrivare a fine mese.
Se avessimo davvero imparato dai nostri errori oggi la Mafia sarebbe indebolita, la P2 sciolta. Ma ancora nel 2008 la mafia occupa le posizioni di rilievo nello stato italiano e la P2 è riuscita perfettamente nel suo perverso intento.
Se avessimo rispetto per la storia, oggi non saremmo considerati come il “Paese dei Balocchi” e non sentiremmo costantemente il ritornello “Pizza, Spaghetti e Mafia”. Oggi possiamo finalmente “vantarci” di essere un “luogo comune vivente”.
Se avessimo rispetto per la storia ci accorgeremmo che Licio Gelli ci aveva già preannunciato tutto 30 anni fa.
Ormai è tardi, Licio Gelli ha già vinto!
5 commenti:
è lecito domandarsi sull'intelligenza degli italiani o no?
Bel video. Secondo me il fondo l'abbiamo quasi toccato, e temo che poi si inizierà a scavare. Sono curiosa di vedere la squadra ufficiale di ministri...
Comunque, hai ragione: memoria storica, pari a zero.
http://paroleturchine.wordpress.com/
sotto zero
Inutile prendersela con il fuorilegge. Bisognerebbe chiedere conto a chi doveva bloccarlo e invece lo ha sostenuto.
Sono pienamente d'accordo con te. Resta comunque il fatto che, indipendentemente dalla libertà concessa al "fuorilegge", un essere umano tende ad imparare dai propri errori. Nel nostro caso ci ostiniamo a ripeterli all'infinito e ad essere l'eccezione che conferma la regola!
E' proprio un errore di fondo che va al di la della politica che è insito nell'essere "italiano medio".
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