mercoledì 21 maggio 2008

Parzialmente Liberi

Si sente spesso parlare di libertà di stampa, del fatto che Travaglio non faccia giornalismo ma soltanto del caos. Sarebbe utile, a mio modesto parere, vedere qual è la visione estera dell'Italia e della sua “libertà d'informazione”. Sarebbe interessante capire se ci stiamo facendo delle paranoie inutili o se effettivamente c'è qualche cosa che non quadra, che lascia perplessi, che non fa sentire liberi ma virtualmente ingabbiati. Per tentare di dare risposta a queste sensazioni da notti insonni mi sono messo alla ricerca di informazioni, di fonti libere da vincoli politici, economici o etici che impediscano di dare un libero ed imparziale giudizio. La fonte che mi ha ispirato per l'occasione non poteva essere altro che RSF (Reporter Senza Frontiere). Citando da Wikipedia:


“Reporters sans frontières (RSF) è un'organizzazione internazionale, che ha come obiettivo la difesa della libertà di stampa. È stata fondata dall'attuale segretario generale, il francese Robert Ménard.”

Da anni RSF stila una classifica mondiale sulla libertà di stampa mettendola online a disposizione dei naviganti del web. Sfortunatamente, le classifiche disponibili vanno dal 2002 al 2007 e di conseguenza l'analisi si limiterà a questo lasso di tempo. Cinque anni sono più che sufficienti per verificare l'effettiva libertà di stampa di un paese. In generale, l'Italia non brilla in nessuna delle classifiche ed ottiene la miglior posizione nel 2007 (35° posto) restando, nonostante tutto, il fanalino di coda dell'Unione Europea. La classifica del 2002 vede l'Italia 40°. RSF ci dedica un intero trafiletto rimarcando il nostro ruolo di fanalino di coda:


“L'Italia prende brutti voti in Europa
Tutti i 15 stati-membro dell'Unione Europea (EU) si sono classificati bene ad eccezione dell'Italia (40°), dove la diversità di informazione è sotto seria minaccia. Il Primo ministro Silvio Berlusconi sta aumentando la pressione sulle televisioni statali, ha nominato i suoi collaboratori per aiutare a dirigerle e continuare a combinare il suo lavoro di capo del governo con il suo essere capo di tre televisioni. L'incarcerazione del giornalista Stefano Surace, condannato di reati di stampa di 30 anni fa, così come il monitoraggio dei giornalisti, perquisizioni, convocazioni legali ingiustificate e confisca di equipaggiamento, sono tutte responsabili della bassa posizione del paese.
(Fonte:
Rsf)

Nel 2003 la situazione precipita e l'Italia è addirittura al 53° posto. Coincidenza vuole che il 2003 sia proprio il primo anno di informazione post-editto bulgaro.

“L'Unione Europea prende buone posizioni ad eccezione di Italia e Spagna.
L'Italia ha ricevuto un cattiva posizione (53°) rispetto al resto dell'Unione Europea per la seconda volta consecutiva. Il conflitto di interessi di Silvio Berlusconi come capo del governo e proprietario di un impero mediatico è ancora irrisolto. Inoltre, un progetto di legge per riformare la diffusione radio e TV, adattato agli interessi di Berlusconi, è probabile che minacci il pluralismo di informazione in Italia.”
(Fonte:
Rsf)


È palesemente chiaro che il progetto di legge a cui si riferisce il RSF è la Legge Gasparri approvata dal parlamento il 2 Dicembre 2003. Dopo la deludente posizione del 2003, l'Italia riesce incredibilmente a risalire fino al 39° posto nel 2004 per poi scendere al 42° nel 2005. Rientriamo nella “top 40” nel 2006. Il 2007 segna l'anno migliore, l'Italia riesce a piazzarsi 35°. Nonostante il miglioramento, RSF dedica all'Italia un'affermazione che, senza esprimersi in alcun modo, permette di trarre determinate conclusioni:

“L'Italia (35°) ha fermato la sua caduta, anche se i giornalisti continuano ad essere sotto minaccia di gruppi mafiosi che impediscono loro di lavorare in completa sicurezza.”
(Fonte:
Rsf)

Prendendo in mano la classifica RSF del 2007 mi viene da piangere. Repubbliche molto più giovani dell'Italia garantiscono una maggiore libertà di stampa come ad esempio Trinidad e Tobago (19°), nata solamente nel 1990. Sono alla disperazione totale quando leggo che Lettonia (12°), Lituania (23°), Estonia (3°), Slovenia (21°) e Bosnia (34°) sono davanti al nostro paese. Non è possibile che nazioni uscite dalla dittatura comunista russa e dalla dittatura di Tito garantiscano un maggiore pluralismo di informazione, una maggiore libertà, in meno di vent'anni di esistenza. Siccome sono masochista, ho cercato ancora ed ho scoperto che RSF non è l'unica fonte che effettua valutazioni del genere. Un'altra fonte è Freedom House. Citando anch'essa da Wikipedia:
“Freedom House è un istituto di ricerca, finanziato prevalentemente con fondi governativi, situato a Washington, D.C.. L'associazione ha come obiettivo la promozione della democrazia liberale nel mondo. Freedom House è conosciuta principalmente per i suoi rapporti annuali sul livello di libertà”.
A differenza di RSF, Freedom House non stila solamente una classifica ma definisce anche il grado di libertà di un paese attribuendo ad esso un punteggio ed una dettagliata descrizione. Se il punteggio supera quota 30, il paese non è da considerarsi totalmente libero. Nell'immagine seguente è riportato l'andamento dell'Italia dal 1980 al 2008:

Clicca sull'immagine per visualizzare

Come è possibile notare, l'Italia è tornata ad essere presente nella lista dei paesi totalmente liberi solamente nel 2007 dopo tre anni (2003-2006) di “non totale libertà”. Freedom House giustifica in questo modo il rientro:

“La valutazione dell'Italia è migliorata da Parzialmente Libera a Libera principalmente per l'uscita di Silvio Berlusconi dalla carica di primo ministro. Sebbene le televisioni private siano ancora concentrate nelle mani della “Berlusconiana” Mediaset, la televisione pubblica, RAI, non è più sotto il suo controllo.”
(Fonte:
Freedom House, Nota: Selezionare Italy)


Viste le motivazioni della Freedom House, ho già le valige pronte. Berlusconi è tornato ed ha in mano il duopolio RAI-Mediaset. La previsione è che si ritorni allo stato di “Parzialmente Libero” nel 2008. Spero vivamente di sbagliarmi. Seguendo il resto dell'articolo, Freedom House sostiene che «Sotto il Governo Berlusconi, l'Italia ha sofferto per la concentrazione dei poteri mediatici nelle mani del primo ministro, il quale, attraverso le sue proprietà private d'informazione ed il potere politico sulla rete televisiva statale, ha controllato quasi il 90% dei mezzi informativi del paese.». Analizzando l'andamento dal 2002 al 2007 della classifica di Freedom House, si può notare come la libertà di stampa sia stata disintegrata nel vero senso della parola. Le fonti che affermano ciò non possono essere definite comuniste come qualcuno oserebbe dire. Siamo passati da posizioni dignitose del 2002/2003, cioè nei primi 30, a posizioni assurde. La legge Gasparri ha contribuito a tutto questo, infatti nel 2004 l'Italia è precipitata al 74° per poi continuare a scendere nel 2005 al 77° e nel 2006 addirittura al 79°. Il primo cenno di risalita lo si ha nel 2007 col 71° posto. Berlusconi non c'è più ma recuperiamo solamente 8 posizioni. Dimostrazione evidente che chi ha governato successivamente non ha fatto nulla per rimediare ai danni Berlusconiani. Ognuno ora può trarre le conclusioni che vuole, ognuno può decidere se l'Italia è un paese nel quale la libertà di stampa è garantita totalmente. Siamo usciti dalla “Parzialità” solo nel 2007 con un punteggio (29 punti) al limite della soglia (30 punti). Ora è tornato chi ci ha portato nella parzialità e questa volta è ben accompagnato da chi non farà opposizione. Aggiungere altro sarebbe ridondante, finiremmo nel solito minestrone riscaldato a citare fatti ben noti a tutti. Ricordando quello che la Costituzione Italiana ci garantisce, speriamo in una svolta “libertina” dell'informazione:
« Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni. »
(Costituzione della Repubblica Italiana, Articolo 21)

11 commenti:

Alfiere ha detto...

Scusami la scarsa originalità, ma "la vedo male".

Non riesco a trovare altre parole...

Mauro ha detto...

Purtroppo sono cose che già sapevo...
Singolare comunque che Freedom House ci abbia considerati liberi nel 2006 e nel 2007 solamente perchè Berlusconi non era più al governo e quindi non influenzava più di tanto la Rai. Forse non sapeva che anche sotto il governo Prodi nel CdA della Rai c'erano politici trombati con il centro-destra in maggioranza.
Meno male che c'è la rete...

Luca ha detto...

Si è vero, ma siamo al limite. 29/30 è un pò poco, troppo poco. Ci sarà un perchè.Nonostante tutto, Freedom House tende a sottolineare la presenza del duopolio RAI/Mediaset che, controllando l'87,5% del mercato, possa mettere a rischio la pluralità di informazione. Quando poi assisti a crociate bipartisan contro Travaglio te ne rendi effettivamente conto. Con questo sistema di informazione la libertà totale vive costantemente appesa ad un filo. Se il filo si spezza siamo, scusate il termine, "fottuti".

Federico ha detto...

Eppure, leggendo tanti blog, c'è molta gente che, probabilmente anche in buona fede, fa le pulci ad ogni parola inesatta (succede di rado) di Travaglio.."è un po' troppo saputello, è un precisino, crede di avere la verità in tasca, quella volta si è dimenticato di citare quel fatto..."
La casta ci mette le travi negli occhi (per non dire da altre parti)
e noi ci scanniamo a trovare la pagliuzza in quello che dice Travaglio. Mah.

Anonimo ha detto...

Bell'articolo, complimenti ragazzi.
Ogni commento credo sia superfluo.

Anonimo ha detto...

infatti, è un post che parla chiaro.
ma per fortuna abbiamo ancora internet!!!
bravi ragazzi! ottime discussioni!

Anonimo ha detto...

Ciao ragazzi, avete visto oggi il blog di Di Pietro? L'ad-personam ci riprova da subito ... Vogliono aggirare le sentenze della corte europea.
Adesso la dobbiamo anche pagare la nostra libertà parziale ... Vigiliamo! Un saluto.
Paolo.

Luca ha detto...

Si, ho letto ieri notte. RIDICOLO. Avevano già provato a mettere la prima legge ad personam per il nostro beneamato Silvio nel pacchetto sicurezza...il tutto per tentare di sistemare il processo Mills...ora, ma era già nell'aria, si tenta di aggirare la Corte Europea ed affossare ancora una volta il pluralismo...viva la FANTA-DEMOCRAZIA!

Anonimo ha detto...

In tv ci propinano continuamente casi, come quelli di cogne, erba, corona, mora, e caxxate varie, per distoglierci dai reali problemi del nostro paese. E quando ci dicono qualcosa non è mai vera al 100%. Sull'informazione siamo un paese da terzo mondo.

Anonimo ha detto...

grande casino con la storia di retequattro... staremo a vedere!

Raimondo - Niente Barriere ha detto...

Stavolta amaramente e mi verrebbe di dire come Crozza serenamente e pacatamente, stiamo sprofondando in qualcosa di anormale passato per normale.
L'europa ci condanna e ci multa per europa 7 e i giornali, anche quelli di sinistra, si accorgono della cosa 4 5 mesi dopo... Non è normale!
Parzialmente liberi? Magari!!!
Liberi? De che!!!!