"Ottimo organizzatore, mediocre fisico".
Questa la sentenza sferzante del premio Nobel per la Fisica 1967 Hans Bethe sul nostro Antonino Zichichi.
Lo devo confessare. Non mi è mai stato simpatico. Zichichi, intendo. Sarà per quel suo modo di porsi alla gente, del tipo Adesso ascoltatemi e vi inizierò ai misteri della scienza che voi umani non potete comprendere, sarà per quel suo vizio di dover sempre confondere tra scienza e fede e cercare a tutti i costi di infilare dentro la religione in discorsi che di religioso dovrebbero aver ben poco, saranno quei capelli tenuti appositamente lunghi e sparpigliati a voler quasi cercare una sorta di narcisitica somiglianza con Albert Einstein, sarà infine che, avendo io una certa conoscenza della materia, i suoi discorsi mi sembrano tanto infarciti di un bisogno impellente di esibizionismo, poveri di contenuti ma nello stesso tempo ammaliatori di folle, gente comune che di fisica, giustamente, sa poco o nulla.
Ma molto più delle mie parole, delineano il personaggio le geniali imitazioni di Crozza. Che dire, il comico ha colto nel segno. Ogni volta che le riguardo, finisco con le lacrime agli occhi per le risate.
In realtà poi, se si esaminano i fatti, c'è ben poco da ridere.
Antonio Zichichi si è fatto una reputazione di grande divulgatore scientifico facendo presenza fissa sui teleschermi della TV di stato (disertando abitualmente le aule d'università, molto più scomode e noiose), scrivendo una gran quantità di libri e ora anche firmando di proprio pugno articoli sul giornale di proprietà della famiglia Berlusconi.
Che il nostro Antonino amasse molto di più la ribalta politica che non l'ufficio dell'Università di Bologna dove è Docente Emerito (i suoi studenti, alcuni dei quali ho conosciuto alle varie conferenze sparse per l'Italia, giurano di non averlo mai visto metterci piede) è ben noto. E che la sua fede (questa volta politica, non religiosa) fosse indirizzata tutta verso il leader di Forza Italia è fatto acclarato, da quando per esempio Antonio Tajani, uno dei fondatori del partito di Arcore, ne sponsorizzò la candidatura a sindaco di Roma durante le elezioni amministrative del 2006.
Non stupisce quindi aprire le pagine de Il Giornale (per carità, non crediate che io compri quel quotidiano, è solo un modo di dire) e trovarci dentro una spalla a firma di Antonino Zichichi. Anzi, in questi ultimi tempi, sembra che la sua vena letteraria sia estrememante prolifica visto che nel giro di quattro giorni ha dato alle stampe due gioielli, Sfida della Scienza per far rialzare il Paese e L'Italia svolta sul nucleare: Nuove centrali in 5 anni.
Il primo articolo ha un vago sapore campagnolo-elettorale (Rialzati Italia vi dice niente?).
Lo apre con una citazione dall'illuminato discorso di Berslusconi nel giorno del voto di fiducia alla Camera, chiosando: "Poteva sembrare utopistico ma, già nei primi giorni di vita, il governo ha affrontato ben quattro grandi emergenze del Paese: sicurezza, erosione del potere di acquisto dei cittadini, Alitalia, situazione ecologico-ambientale in Campania".
E meno male che è riuscito pure a risolverli con efficacia, tempismo e senso di responsabilità, verrebbe da aggiungere.
Il pezzo continua, le lodi al grande statista di Arcore si sprecano. In un afflato di commozione e devozione arriva ad affermare: "Le parole di Berlusconi hanno fatto il giro delle università italiane, dei Centri e dei Laboratori di ricerca scientifica e tecnologica anche fuori dalle nostre frontiere". Addirittura. Mi figuro i più alti esperti di ricerca scientifica che nei laboratori del CERN a Ginevra, nelle ore febbrili d'attesa per l'inizio di uno degli esperimenti più grandiosi e avveniristici per la fisica moderna (l'accensione del Large Hadron Collider), si scambiano fitti fitti impressioni sul discorso di Berlusconi con aria convinta e soddisfatta.
Poi, con un repentino change of subject da far impallidire lo stesso Crozza, divaga, nell'ordine, su: la prescrizione di farmaci specializzati, le macchine elettromagnetiche, l'astuzia dei nostri bisnonni che capirono di essere fatti di atomi e molecole (cazzo, avevo idea che Zichichi non fosse molto giovane, ma non così vecchio da avere Democrito come bisnonno), le ricerche sul cervello, la risonanza magnetica nucleare, le malattie gravi, la mappa elettromagnetica del nostro organismo, la schiavitù energetica, la rinuncia al nucleare.
Bingo.
Ecco dove voleva arrivare. Sembra scemo, il nostro Antonino, ma evidentemente non lo è. A uno che riesce, prendendo spunto dal discorso di Berlusconi alla Camera (ve lo ricordate? quello del Se po' ffà, tanto per intenderci), che riesce, dicevo, ad arrivare a giustificare il ritorno al nucleare, passando per l'astuzia dei nostri (?) bisnonni, beh, cosa vuoi dire a uno così? C'è solo da fargli un applauso.
Ma quando ti aspetti che inizi ad incensare la bellezza e la necessità del nucleare, quello che lui, con sobrio potere esemplificativo, proprio dei più grandi divulgatori scientifici, chiama fuoco nucleare di pace (un'espressione degna del miglior Dragon Ball), lui ti sorprende ancora una volta e con una virata vertiginosa parte all'attacco di Pecoraro Scanio, reo di aver comunicato un dato, a suo dire, volontariamente manipolato sulla temperatura media registrata in Italia.
Che tu, lettore accorto, ti domandi: Ma che cazzo c'entra?
Bene, per lui c'entra eccome: "Non è concepibile che nella patria di Enrico Fermi - padre del fuoco nucleare di pace - un ministro della Repubblica faccia apparire l’Italia come un Paese incapace di sapere qual è la temperatura media rispetto alla media mondiale. È un esempio di ciò che Fermi, mezzo secolo fa, definì «Hiroshima Culturale»".
Finalmente appagato, conclude, con impeccabile concatenazione logica, sottolineando come le parole del neopremier costituiscano una "frustata vitale alla ricerca e all’istruzione".
Firmato: Antonio Zichichi, Presidente della World Federetion of Scientists.
Cosa vuoi dirgli? Niente, appunto. Non c'è niente da dire.
Notare che questo articolo appare su Il Giornale in tempi non sospetti, ovvero il 19 Maggio, quando ancora Berlusconi non è a Napoli per legiferare su discariche e inceneritori, il clima di dialogo tra maggioranza e opposizione-ombra è idilliaco, il futuro dell'Italia appare limpido e roseo nelle mani del neopremier. Poi, come sapete, l'altro giorno, Scajola annuncia a sorpresa (?): "Entro il 2013 l'Italia tornerà al nucleare". Scoppiano i dabattiti. I rifiuti di Napoli passano per un attimo in secondo piano (per passare in terzo non appena giunge la notizia della condanna definitiva per la Franzoni). Il Corriere promuove un sondaggio, Siete d'accordo col nucleare? Risultati: 80% Si, 20% No. La Repubblica promuove un sondaggio, Siete d'accordo col nucleare? Risultati: 80% No, 20% Si. Casini esulta, Era da tempo che lo dicevo! Matteoli in visibilio, E adesso avanti col Ponte sullo stretto! Che non c'entra un cazzo, ma fa sempre scena dirlo.
Volete che in questa ridda di voci, facesse mancare la sua il nostro Antonino? Ovviamente no. Ed ecco allora su Il Giornale di ieri il secondo articolo citato. Il cappello introduttivo ricorda di nuovo "La sfida lanciata da Berlusconi al mondo scientifico, tecnologico e culturale", che, detta così, non si capisce bene se c'è da preoccuparsi o rallegrarsi.
Poi si dilunga in una serie di considerazioni sul problema dell'energia mondiale, la sfiga di centinaia di milioni di persone che vivono avendo a disposizione quantità di energia pari a quelle "dei nostri antenati al tempo della pietra", la fortuna di noi occidentali privilegiati. Boccia in tronco tutte le fonti di energia alternative: sole e vento? cose da ricchi; carbone e biomasse? nefasti per la salute.
A questo punto decide di uscire allo scoperto. Dopo tutta questa bella introduzione si può, con sufficiente sicurezza, affermare che "L’unica sorgente in grado di soddisfare le richieste d’energia esponenzialmente crescenti è il fuoco nucleare di pace". Che, se uno non ha letto il precedente articolo, in cui Zichichi spiega cosa intende lui per "fuoco nucleare di pace", c'è il rischio che ti ribalti sulla sedia dallo spavento. Poi capisci che sta semplicemente parlando del ritorno all'uso dell'energia nucleare e, a quel punto, lo spavento aumenta.
Ripeto: giocano con le parole, sulla pelle della gente.
E mentono. Mentono spudoratamente facondosi scudo della propria credibilità.
Parlando delle scorie radioattive proclama: "Va detto con chiarezza che si possono distruggere. Il problema è economico, non tecnico".
Incosciente, fazioso, bugiardo.
Anche a chi non sa nulla di fisica nucleare sarà giunta voce che le scorie radioattive, che si producono dalla fissione nucleare che avviene all'interno delle centrali, hanno tempi di dimezzamento lunghissimi, il che significa in poche parole che perdono la loro pericolosità solo dopo centinaia di anni (500-600 anni). Si possono distruggere??? Con che cosa? Dell'esplosivo?
Vergognosamente mentono, senza alcun pudore.
Tira in ballo Hiroshima e Nagasaki, l'imperatore del Giappone e cita Enrico Fermi (deve avere un po' la fissa), "l’uomo che ha saputo accendere a Chicago - il 2 dicembre 1942 - la prima candela nucleare di pace".
Candela nucleare di pace???
Sono sicuro che se Enrico Fermi, noto per il suo carattere mite e sereno di fronte ai problemi della vita, fosse ancora vivo, dopo un'affermazione del genere l'avrebbe preso a schiaffi.
Enrico Fermi, uno dei più grandi geni Italiani del Novecento, non merita di essere ridicolizzato da un personaggio del genere. Non merita di essere usato per schifosi fini propagandistici.
La propaganda di regime.
Quella che si basa su affermazioni massimaliste, senza l'appiglio di un barlume di scientificità. "Non è vero che ci vogliono decenni per dotare l’Italia di potenti centrali nucleari. Basti ricordare che la realizzazione della prima pila nucleare sopra citata venne dopo appena quattro anni di lavori". Quella che dice alcune cose, vere in teoria, ma inapplicabili in pratica. "Il nucleare permette di produrre la stessa quantità d’energia risparmiando un milione di volte nella distruzione del materiale combustibile". Quella che getta fumo negli occhi della gente, la confonde, la ipnotizza. "Puntare sulla realizzazione, in tempi brevi, di centrali nucleari vuol dire mettersi al sicuro uscendo dallo stato di schiavitù energetica in cui ci troviamo".
La stessa propaganda che viene quotidianamente alimentata da pseudoscienziati faziosi, al soldo del regime imperante.
Questa la sentenza sferzante del premio Nobel per la Fisica 1967 Hans Bethe sul nostro Antonino Zichichi.
Lo devo confessare. Non mi è mai stato simpatico. Zichichi, intendo. Sarà per quel suo modo di porsi alla gente, del tipo Adesso ascoltatemi e vi inizierò ai misteri della scienza che voi umani non potete comprendere, sarà per quel suo vizio di dover sempre confondere tra scienza e fede e cercare a tutti i costi di infilare dentro la religione in discorsi che di religioso dovrebbero aver ben poco, saranno quei capelli tenuti appositamente lunghi e sparpigliati a voler quasi cercare una sorta di narcisitica somiglianza con Albert Einstein, sarà infine che, avendo io una certa conoscenza della materia, i suoi discorsi mi sembrano tanto infarciti di un bisogno impellente di esibizionismo, poveri di contenuti ma nello stesso tempo ammaliatori di folle, gente comune che di fisica, giustamente, sa poco o nulla.
Ma molto più delle mie parole, delineano il personaggio le geniali imitazioni di Crozza. Che dire, il comico ha colto nel segno. Ogni volta che le riguardo, finisco con le lacrime agli occhi per le risate.
In realtà poi, se si esaminano i fatti, c'è ben poco da ridere.
Antonio Zichichi si è fatto una reputazione di grande divulgatore scientifico facendo presenza fissa sui teleschermi della TV di stato (disertando abitualmente le aule d'università, molto più scomode e noiose), scrivendo una gran quantità di libri e ora anche firmando di proprio pugno articoli sul giornale di proprietà della famiglia Berlusconi.
Che il nostro Antonino amasse molto di più la ribalta politica che non l'ufficio dell'Università di Bologna dove è Docente Emerito (i suoi studenti, alcuni dei quali ho conosciuto alle varie conferenze sparse per l'Italia, giurano di non averlo mai visto metterci piede) è ben noto. E che la sua fede (questa volta politica, non religiosa) fosse indirizzata tutta verso il leader di Forza Italia è fatto acclarato, da quando per esempio Antonio Tajani, uno dei fondatori del partito di Arcore, ne sponsorizzò la candidatura a sindaco di Roma durante le elezioni amministrative del 2006.
Non stupisce quindi aprire le pagine de Il Giornale (per carità, non crediate che io compri quel quotidiano, è solo un modo di dire) e trovarci dentro una spalla a firma di Antonino Zichichi. Anzi, in questi ultimi tempi, sembra che la sua vena letteraria sia estrememante prolifica visto che nel giro di quattro giorni ha dato alle stampe due gioielli, Sfida della Scienza per far rialzare il Paese e L'Italia svolta sul nucleare: Nuove centrali in 5 anni.
Il primo articolo ha un vago sapore campagnolo-elettorale (Rialzati Italia vi dice niente?).
Lo apre con una citazione dall'illuminato discorso di Berslusconi nel giorno del voto di fiducia alla Camera, chiosando: "Poteva sembrare utopistico ma, già nei primi giorni di vita, il governo ha affrontato ben quattro grandi emergenze del Paese: sicurezza, erosione del potere di acquisto dei cittadini, Alitalia, situazione ecologico-ambientale in Campania".
E meno male che è riuscito pure a risolverli con efficacia, tempismo e senso di responsabilità, verrebbe da aggiungere.
Il pezzo continua, le lodi al grande statista di Arcore si sprecano. In un afflato di commozione e devozione arriva ad affermare: "Le parole di Berlusconi hanno fatto il giro delle università italiane, dei Centri e dei Laboratori di ricerca scientifica e tecnologica anche fuori dalle nostre frontiere". Addirittura. Mi figuro i più alti esperti di ricerca scientifica che nei laboratori del CERN a Ginevra, nelle ore febbrili d'attesa per l'inizio di uno degli esperimenti più grandiosi e avveniristici per la fisica moderna (l'accensione del Large Hadron Collider), si scambiano fitti fitti impressioni sul discorso di Berlusconi con aria convinta e soddisfatta.
Poi, con un repentino change of subject da far impallidire lo stesso Crozza, divaga, nell'ordine, su: la prescrizione di farmaci specializzati, le macchine elettromagnetiche, l'astuzia dei nostri bisnonni che capirono di essere fatti di atomi e molecole (cazzo, avevo idea che Zichichi non fosse molto giovane, ma non così vecchio da avere Democrito come bisnonno), le ricerche sul cervello, la risonanza magnetica nucleare, le malattie gravi, la mappa elettromagnetica del nostro organismo, la schiavitù energetica, la rinuncia al nucleare.
Bingo.
Ecco dove voleva arrivare. Sembra scemo, il nostro Antonino, ma evidentemente non lo è. A uno che riesce, prendendo spunto dal discorso di Berlusconi alla Camera (ve lo ricordate? quello del Se po' ffà, tanto per intenderci), che riesce, dicevo, ad arrivare a giustificare il ritorno al nucleare, passando per l'astuzia dei nostri (?) bisnonni, beh, cosa vuoi dire a uno così? C'è solo da fargli un applauso.
Ma quando ti aspetti che inizi ad incensare la bellezza e la necessità del nucleare, quello che lui, con sobrio potere esemplificativo, proprio dei più grandi divulgatori scientifici, chiama fuoco nucleare di pace (un'espressione degna del miglior Dragon Ball), lui ti sorprende ancora una volta e con una virata vertiginosa parte all'attacco di Pecoraro Scanio, reo di aver comunicato un dato, a suo dire, volontariamente manipolato sulla temperatura media registrata in Italia.
Che tu, lettore accorto, ti domandi: Ma che cazzo c'entra?
Bene, per lui c'entra eccome: "Non è concepibile che nella patria di Enrico Fermi - padre del fuoco nucleare di pace - un ministro della Repubblica faccia apparire l’Italia come un Paese incapace di sapere qual è la temperatura media rispetto alla media mondiale. È un esempio di ciò che Fermi, mezzo secolo fa, definì «Hiroshima Culturale»".
Finalmente appagato, conclude, con impeccabile concatenazione logica, sottolineando come le parole del neopremier costituiscano una "frustata vitale alla ricerca e all’istruzione".
Firmato: Antonio Zichichi, Presidente della World Federetion of Scientists.
Cosa vuoi dirgli? Niente, appunto. Non c'è niente da dire.
Notare che questo articolo appare su Il Giornale in tempi non sospetti, ovvero il 19 Maggio, quando ancora Berlusconi non è a Napoli per legiferare su discariche e inceneritori, il clima di dialogo tra maggioranza e opposizione-ombra è idilliaco, il futuro dell'Italia appare limpido e roseo nelle mani del neopremier. Poi, come sapete, l'altro giorno, Scajola annuncia a sorpresa (?): "Entro il 2013 l'Italia tornerà al nucleare". Scoppiano i dabattiti. I rifiuti di Napoli passano per un attimo in secondo piano (per passare in terzo non appena giunge la notizia della condanna definitiva per la Franzoni). Il Corriere promuove un sondaggio, Siete d'accordo col nucleare? Risultati: 80% Si, 20% No. La Repubblica promuove un sondaggio, Siete d'accordo col nucleare? Risultati: 80% No, 20% Si. Casini esulta, Era da tempo che lo dicevo! Matteoli in visibilio, E adesso avanti col Ponte sullo stretto! Che non c'entra un cazzo, ma fa sempre scena dirlo.
Volete che in questa ridda di voci, facesse mancare la sua il nostro Antonino? Ovviamente no. Ed ecco allora su Il Giornale di ieri il secondo articolo citato. Il cappello introduttivo ricorda di nuovo "La sfida lanciata da Berlusconi al mondo scientifico, tecnologico e culturale", che, detta così, non si capisce bene se c'è da preoccuparsi o rallegrarsi.
Poi si dilunga in una serie di considerazioni sul problema dell'energia mondiale, la sfiga di centinaia di milioni di persone che vivono avendo a disposizione quantità di energia pari a quelle "dei nostri antenati al tempo della pietra", la fortuna di noi occidentali privilegiati. Boccia in tronco tutte le fonti di energia alternative: sole e vento? cose da ricchi; carbone e biomasse? nefasti per la salute.
A questo punto decide di uscire allo scoperto. Dopo tutta questa bella introduzione si può, con sufficiente sicurezza, affermare che "L’unica sorgente in grado di soddisfare le richieste d’energia esponenzialmente crescenti è il fuoco nucleare di pace". Che, se uno non ha letto il precedente articolo, in cui Zichichi spiega cosa intende lui per "fuoco nucleare di pace", c'è il rischio che ti ribalti sulla sedia dallo spavento. Poi capisci che sta semplicemente parlando del ritorno all'uso dell'energia nucleare e, a quel punto, lo spavento aumenta.
Ripeto: giocano con le parole, sulla pelle della gente.
E mentono. Mentono spudoratamente facondosi scudo della propria credibilità.
Parlando delle scorie radioattive proclama: "Va detto con chiarezza che si possono distruggere. Il problema è economico, non tecnico".
Incosciente, fazioso, bugiardo.
Anche a chi non sa nulla di fisica nucleare sarà giunta voce che le scorie radioattive, che si producono dalla fissione nucleare che avviene all'interno delle centrali, hanno tempi di dimezzamento lunghissimi, il che significa in poche parole che perdono la loro pericolosità solo dopo centinaia di anni (500-600 anni). Si possono distruggere??? Con che cosa? Dell'esplosivo?
Vergognosamente mentono, senza alcun pudore.
Tira in ballo Hiroshima e Nagasaki, l'imperatore del Giappone e cita Enrico Fermi (deve avere un po' la fissa), "l’uomo che ha saputo accendere a Chicago - il 2 dicembre 1942 - la prima candela nucleare di pace".
Candela nucleare di pace???
Sono sicuro che se Enrico Fermi, noto per il suo carattere mite e sereno di fronte ai problemi della vita, fosse ancora vivo, dopo un'affermazione del genere l'avrebbe preso a schiaffi.
Enrico Fermi, uno dei più grandi geni Italiani del Novecento, non merita di essere ridicolizzato da un personaggio del genere. Non merita di essere usato per schifosi fini propagandistici.
La propaganda di regime.
Quella che si basa su affermazioni massimaliste, senza l'appiglio di un barlume di scientificità. "Non è vero che ci vogliono decenni per dotare l’Italia di potenti centrali nucleari. Basti ricordare che la realizzazione della prima pila nucleare sopra citata venne dopo appena quattro anni di lavori". Quella che dice alcune cose, vere in teoria, ma inapplicabili in pratica. "Il nucleare permette di produrre la stessa quantità d’energia risparmiando un milione di volte nella distruzione del materiale combustibile". Quella che getta fumo negli occhi della gente, la confonde, la ipnotizza. "Puntare sulla realizzazione, in tempi brevi, di centrali nucleari vuol dire mettersi al sicuro uscendo dallo stato di schiavitù energetica in cui ci troviamo".
La stessa propaganda che viene quotidianamente alimentata da pseudoscienziati faziosi, al soldo del regime imperante.
20 commenti:
Insomma, avevamo cancronesi per gli inceneritori, ora abbiamo pure zichi-chi? per il nucleare. Andiamo bene!
... ma dai berlusconi bugiardo... ma non ti crede nessuno! ... Ormai scoppio a ridere ed a piangere in modo isterico...
bel blog. ti ho linkato su
http://seavreistudiato.blogspot.com
Ok mi è scaduto pure zichichi...
chi mi resta? Gandhi? Per favore almeno ditemi che posso continuare a volere bene a Gandhi e a Tiziano Terzani...
Che tristezza.
Sensazione di impotenza di fronte alla catastrofe.
Sindrome da Cassandra all'ennesima potenza.
Purtoppo, come dicevo, non mi aveva mai convinto. In questi giorni ne ho avuto la prova. Credo comunque che Gandhi per ora si salvi.. :)
Ok, Giuseppe, anch'io ti ho linkato. Ciao!
cos'è la scienza?
Ci sarebbero un milione di cose da dire. Commento solo questa:
"Puntare sulla realizzazione, in tempi brevi, di centrali nucleari vuol dire mettersi al sicuro uscendo dallo stato di schiavitù energetica in cui ci troviamo".
L'uranio 235 isotopo col quale si producono le reazioni nucleari di fissione è in natura lo 0,7% del totale. Quindi raro. Secondo stime ne abbiamo ai consumi attuali (oggi l'energia prodotta in centrali nucleari è il 6,5% del totale) ancora per circa 40 anni. Se il consumo dovesse aumentare ancora per meno.
I produttori di uranio sono molto meno di quelli di petrolio e gas.
La scelta nucleare vorrebbe dire mettersi in mano ad una lobby che poi ci strangolerebbe.
Con buona pace di quel che dice quella cacca di Zichichi.
federico i tuoi post sono la maggior parte delle volte molto interessanti però, a mio modesto parere, sono troppo lunghi. potresti cercare di essere più sintetico?
i contenuti sono ottimi ma ti consiglio di rendere il blog più leggibile.
ne me ne volere ;)
Sì, mi sa che hai ragione. E' che quando inizio a scrivere poi mi lascio prendere la mano :)
eh lo so! il tuo cervello è un diesel, quando parte non si ferma!
:D
Un grosso saluto a Federico ed aglia mici del glob...
che è molto carino.
Hawkeye
Io quella la chiamo prostituzione intellettuale. Ho parlato un po' della questione nucleare con la mia dolce metà che fa fisica, tanto per cercare di andare un po' oltre al mio solo "buon senso", per capire un p' meglio come funziona... purtroppo ho avuto solo tristi conferme.
"Nel solo anno 2000, infatti, per la gestione provvisoria dei rifiuti nucleari e dei loro effetti, il dipartimento ha speso 6,4 miliardi di dollari (più di 13.000 miliardi di lire): 300 milioni di dollari in più di quanto lo stesso DOE ha speso per la sicurezza nazionale (produzione di armi nucleari). E mezzo miliardo di dollari in più di quanto l'EPA (l'Environment Protection Agency) ha speso per affrontare tutte le altre questioni ambientali degli Stati Uniti. " (tratto da http://www.zonanucleare.com/dossier_mondo/scorie_nucleari_usa.htm).
Come già detto in un altro post, il problema odierno delle centrali nucleari non è più la sicurezza, ma sono le scorie e la reperibilità del combustibile nucleare. Zichichichi mi ricorda quei furboni che ogni tanto vengono beccati dalle IENE, quelli con la laurea dell'Università del Uiscounsin...
Andiamo bene. Qui non ci si può fidare di nessuno. Zichichi, lo facevo più serio. Grazie per questo artcolo. Buona giornata
Bello questo blog, articoli davvero ben scritti. La lunghezza secondo me non è un problema, continua così!
Eila,
ho visto il video, esilerante.
Zichichi a volte va sicuramente oltre le righe, molto sicuro di sè.
Condivido il pensiero che non tutto è spiegabile, e che probabilmente c'è una forza o energia che non conosciamo, in grado di coordinare tutta l'esistenza. Che poi si chiami Dio, o altro non lo so.
c'è una cosa per te nel mio blog, leggi il post Premio ricevuto.
Ciao
Francesco
venerdì 23 maggio 2008
La casa dei vasi di coccio
Sembrava fosse impossibile che i comuni cittadini riuscissero a fregare le banche e il sistema finanziario che ruota attorno ad esse.
In Usa sta avvenendo un fenomeno del tutto nuovo e rivoluzionario. I titolari di mutua casa stanno in massa abbandonando il pagamento delle sempre più esose rate a tasso variabile.
Non solo coloro che non ce la fanno realmente più.
Anche “borrowers” che potrebbero continuare a pagare regolarmente, tipo i ricchi, smettono di farlo rilasciando l'immobile in mano alle banche, questa è la novità.
Il fenomeno è generato dall’impressionate debacle del prezzo delle case, specie di quelle non nuovissime, che fa rendere più conveniente abbandonare il mutuo per acquistarne un‘altra di casa ad un quinto o un sesto del prezzo che il medesimo immobile aveva solamente un paio d’ani fa. Infatti, non ha senso continuare a pagare per una casa valutata a suo tempo diciamo 200mila dollari quando adesso sull’altro lato della strada un immobile simile ne costa 50mila.
Case che 18 mesi fa valevano 100mila dollari adesso vengono battute all’asta virtuale di Ebay a 15mila dollari o meno. Altri immobili di minore pregio finiscono venduti per 7-8mila dollari. Con 30mila dollari (20mila euro) si possono ora comprare deliziose case indipendenti con tre camere da letto, due bagni e un grande giardino in condizioni immediatamente abitabili senza bisogno di particolari ristrutturazioni. Impensabile in italia. Per chi vuole “farsi” una casa a stelle e striscie il momento migliore va da ora fino alla fine del prossimo inverno (1).
Il bello sta per arrivare dunque.
Si prevede che il mercato immobiliare d’oltreoceano sia solo a due terzi della discesa dei prezzi e come spesso accade quando gli eventi si avvitano su se stessi, nuovi problemi emergono. Come i furti e danneggiamenti nelle abotazioni abbandonate dai nuovi poveri e subito occupate nottetempo dai “vecchi” poveri, barboni e “squatters”.
Il comune di Detroit ha di recente speso un milione di dollari per abbattere le case incustodite e facile epicentro di incontri malavitosi, spaccio e regolamento di conti tra bande.
Un’ecatombe, per le banche, per loro è il peggio che arriva. Valori immobiliari ritenuti solidi come roccia che sfuggono come sabbia tra le dita
I ladri in guanti bianchi si trovano a riavere case che valgono una frazione dei soldi prestati per acquistarle alla massa di “subprime” (= squattrinati) aspiranti “owners”.
Citigroup gravata finora da 45 miliardi di dollari di “writedowns” ha intenzione di rifilare nei prossimi tre anni 400 miliardi di “assets” (= fuffa) al parco buoi globale.
Gli americani stanno dimostrando di non temere banche ed i loro metodi da strozzinaggio legalizzato.
Una lezione da imparare.
Una speranza da coltivare.
La cittadinanza si può ribellare allo strapotere della finanza totalitaria rompendo quelle catene con cui essa stessa aveva scelto di legarsi, mal guidata dai politici.
Stanno cercando di correre ai ripari.
Nel primo trimestre 2008 la concessione di mutui in Usa è diminuita di un 40%, calo astronomico tenendo conto che laggiù la maggior parte deila gente campa del credito ottenuto in qualsiasi modo. E i sacerdoti del globalismo terminale come il Fondo Monetario Internazionale a spergiurare che “il peggio è passato”.
L’onda lunga del maremoto finanziario arriverà in Europa nella seconda parte dell’anno.
Per una sola volta il modello americano sarebbe da copiare.
Ma per noi non ci saranno gli stessi effetti benefici per i cittadini.
Nello stato-ombra il ministro Tremonti minaccia di fare pagare più tasse alle banche.
La solita commediola che la Casta inscena a sollazzo dei babbei teledipendenti tramite lo stesso canovaccio di quelle intitolate “licenziamento degli statali che non lavorano” o “espulsione degli immigrati clandestini”. Solo per fare degli esempi. Saremo noi a pagare non loro, come per l’abolizione dei costi di ricarica dei telefonini, altra “emergenza nazionale” risolta dal prode Bersani. In verità, i costi sono stati semplicemente spostati dai gestori in altre voci delle tariffe. Tipicamente nel passaggio da un piano tariffario ad un altro venuto da gratuito a costare anche 8 euro.
Le banche italiche sono le più inefficienti e costose d’Europa, troveranno il modo di riavere eventuali “ammanchi”. Il blocco dei mutui, da gennaio 2009, in sintonia col governo Berlusconi è solo un provvedimento per tamponare il crollo dei prezzi degli immobili per il blocco delle compravendite, la qual cosa per le banche rappresenta la peggiore prospettiva. Come stanno tardivamente capendo in America.
Analizzando la questione è evidente che l’accordo non prevede una riduzione del debito ma semplicemente un allungamento della rateizzazione, favorendo così gli istituti bancari che in tal modo percepiranno gli interessi a tasso fisso per un periodo più lungo. Perciò a differenza di ciò che qualcuno fa ancora credere (esempio Nomisma di Prodi) il prezzo delle case in Italia è destinato ad aumentare ininterrottamente anche per la poderosa incontrastabile immigrazione stimolata in ogni modo dallo stato italiano onde creare in nuovo popolo italiota senza dialetti e tradizioni locali, senza arte ne parte, nemmeno Santi o Eroi.
Nelle zone del centro nord ad alta concentrazione economica e pressione immigratoria il prezzo delle case incrementerà del 3-5% annualmente. Prezzi più stabili nel resto della penisola, forse modesti ribassi dove ci sono meno stranieri e nelle località montane non turistiche.
Da noi la casta dei giornali terrorizzerà chi tenterà di “fare il furbo” e non pagare, sarà esposto al pubblico ludibrio altro che “privacy”. Naturalmente a meno di non appartenere alle categorie protette, Rom e leoncavallini oltre ai soliti meridionali. Loro sono “vasi di ferro”, potranno, ma in verità lo fanno da sempre, prendersi una casa popolare o accendere un mutuo e poi tranquillamente evitare di pagare affitto e ratei senza essere buttati fuori di casa.
Per loro quella “riservatezza” e insabbiamento bipartisan che sta circondando di mistero da sudario sindonico, l’incredibile Tangentopoli-ombra (è il caso di dirlo!) al comune di Genova, una speculazione edilizia con corruzione milionaria degna della “meglio politica” dei palazzinari romani o della Piana di Gioia Tauro.
Una commistione tra n’ndrangheta calabrese e no-global della giunta Vincenzi, perfetto esempio di “integrazione” dei vasi di ferro immigrati in Liguria con la casta cattocominista autoctona (2).
No, non impareremo la lezione da oltreoceano.
Noi “vasi di coccio” europei siamo troppo stupidi per poterci ribellare. Troppo pecoroni per fare valere il diritto naturale a non vivere come schiavi del mutuo e di tutte le mafie vecchie e nuove.
Così sarà anche se non vi pare.
F. Maurizio Blondet
1) http://www.onlinehomebid.com/all_listings.html
2) Interessante notare come il genovese Beppe Grillo, fustigatore cibernautico dei pubblici costumi, almeno finora, non si occupi della questione genovese chiedendo, per esempio, come dovrebbe essere in un paese normale lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Verrebbe da pensare che vi sia pure lui in qualche modo coinvolto viste le sue freqyantazioni “antagoniste”. Ancora più curioso il fatto che gli assidui del suo blog sorvolino sul caso Genova, così attenti invece alle frequentazioni sospette dello “psiconano” e relativi accoliti.
Ho letto solo oggi l'articolo, e in mente mi venivano molte cose. Le parole di una amica che lavora in un'isola come scienziata: so bene da tempo che le risonanze magnetiche, i macchinari spacciati per innovativi negli ospedali e policlinici sono oltrepassati da tecnologie nn invasive grosse come una valigia. Perchè nn la utilizzano? Semplicemente una grossa quantità di figure specializzate e medici nn servirebbero più. Non incentivare la possibilità di anticipare un infarto col solo aiuto di una 'valigetta' complicherebbe la vita a molti arrivisti dottori (sicuramente nn tutti, però).
Per quanto riguarda il prof.Zichichi... noi ce l'abbiamo sotto il c...o, in una montagna distrutta in parte, con dubbi di bere acqua nn contaminata! Nel Gran Sasso. Devo dire che ho molta paura.
In questo articolo si critica tanto Zichichi per il nucleare, e si inizia con una frase di Hans Bethe
"fisico mediocre".
Ma guarda un po', Hans Bethe è stato l'omino che ha progettato la bomba atomica.
Non c'è altro da aggiungere. Chiacchiere chiacchiere su chiacchiere, e basta un commento a far capire che è solo aria fritta.
Posso solo dire con rammarico e finto entusiasmo:
EVVIVA LE CONTRADDIZIONI, EVVIVA L'IGNORANZA, EVVIVA IL POPOLO ITALIANO!
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